Il Quizzettone è uno spasso

Dopo due anni di pausa è tornato nella sede della Comunità degli Italiani di Pola uno degli appuntamenti più attesi tra i maturandi della Scuola Media Superiore Italiana «Dante Alighieri». In una prova del tutto particolare, i ragazzi hanno dato sfoggio sia del sapere che della... fantasia

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Il Quizzettone è uno spasso
I “Generali” vincitori: Debora Aničić, Francesco Delzotto e Ania Bilić. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Divertenti, scanzonati, mattacchioni e pieni di voglia di ridere: sono i maturandi della Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri” dell’anno 2023, in verità una generazione Covid, quella che a giudicare dal buon umore esternato ieri alla Comunità degli Italiani di Pola, è sopravvissuta al lockdown, uscita incolume dalla modalità DAD (didattica a distanza), resasi ancora più tenace dalla volontà di riprendere in mano i fili della propria gioventù. Gioventù che aveva rischiato l’appellativo di “bruciata” dal tedio del distanziamento condiviso a livello planetario. Adesso, dopo due anni sterili di gioia e di allegria collettiva, è tornato “Lui”, il famoso “Quizzettone”, la maxi interrogazione generale, quella chiassosa e spassosa senza pericolo di bocciatura e di voti irreparabili sul registro, ma che rigenera grande soddisfazione di recuperare il tempo perduto e di lanciare una sfida sorniona tra le classi: liceali generali-scientifici contro liceali linguisti, economisti versus informatici e viceversa, tutti contro tutti. Chi di loro conquisterà il mondo? Tale è l’atteggiamento ostentato non per simpatica spavalderia, quanto per il fatto di essere in quell’età quando tutta la realtà sembra prostrarsi ai loro piedi e invitare a lanciarsi nella meravigliosa avventura della vita. Alla faccia del buonismo, l’importante non è partecipare, ma vincere.

Il trionfo dei «Generali»
E a vincere (ma non a stravincere) sono stati i “Generali”, la classica IVa, l’aula che per tradizione finisce sempre per dimostrarsi la “secchiona”. È il termine impopolare che va affibbiato per concedere un po’ di soddisfazione a tutto quel resto di scolaresca, che ha pur investito energia nello strizzare il comparto della memoria del cervello e nel premere i pulsanti anche senza strafare come i campioni. Quelli come Debora Aničić, Francesco Delzotto e Ania Bilić, che si sono portati a casa la coppa (e merenda in premio). Ebbene. Il sapere dimostrato dalla Dante? Stavolta si dirà davvero sorprendente e con poche buffonate, a parte le risposte volutamente errate e spiritose con logica che c’entra come i cavoli a merenda. Beh, non si conosceva il 194, numero universale del Pronto soccorso in Croazia (troppa TV, CSI, Navy CIS, 911 e altre cifre e numeri di allertamento americani), il che potrebbe rivelarsi più utile che sapere come il gruppo fosfato deossiribosio e base azotato faccia a costituire il nucleotide formante il DNA(!).
Tant’è vero che se le risposte più ovvie alle domande più semplici non arrivavano, ecco che la platea finiva per sorprendersi dalla prontezza di risposta (esatta) a sfide specialistiche davvero impossibili. Domande a scelta multipla (ABCD ti la sa ti?), di tipo aperto, “Chi-che”, il gioco delle associazioni, interrogazioni di cultura generale, una bella lista di citazioni per scoprire chi ha detto che… “I have a dream” (Martin Luther King), “To be or not to be” (Amleto). Ed ecco il magnifico sproposito “Ecco il mio segreto. È molto semplice: non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”. Lo ha affermato (con convinzione) Gesù Cristo! No (ilarità generale). Il Piccolo Principe di Saint-Exupéry. Quanto a Clarke Gable, il Rhett Butler che ha fatto incantare le donne dell’altro secolo (“Frankly my dear i don’t give a damn”) in “Via col vento”, manco sentito parlare.

Il tifo in sala
Inutile esagerare. Non si può rifilare roba da nonne e da boomer alla generazione che ha già fatto diventare anziano anche Leonardo di Caprio. E vai con il “pulsantone”, a prenotare altre risposte e contrastare la giuria: “Nooo! Ettore Schmitz non è il nome d’arte di Italo Calvino, ma quello di Italo Svevo. Errore causato da confusione di Itali. Ma poco importa. Quel che conta è sapere che il nome antico di Pola è Colonia Julia Polensia, che il codice IBAN è il numero internazionale d’identificazione della Banca e che, vedi un po’ che… il nome della casa editrice degli italiani di Croazia e Slovenia è EDIT. Nessun dubbio. Risposta simultanea. Il Quizzettone è andato avanti tra grida di costernazione (al momento delle domande di tedesco…), lavagne piene di geroglifici (torture da informatici), tifoseria e striscioni (We are the best! Los Mejores, Die Besten ecc…), musichette d’accompagnamento canzonatorio per le risposte errate, rosari snocciolati sul palcoscenico in attesa del responso della Giuria e un finale (da Queen) con il “We are the champion… no time for loosers”. Grande protagonista dietro alle quinte è stato il prof. Teo Banko, l’inventore del Quizzettone, il patron in assoluto, coadiuvato stavolta dalla pedagogista aiuto-regista Dragana Rakušić Ćosić e dalla presidente della giuria prof.ssa Osana Bugarin Geromella, con scenografia firmata dal contributo del prof. Mauro Bortoletto. Bella parte sostenuta da Ivona (presentatrice) e da Vito (nei panni di Mike Bongiorno). Più che validi gli intermezzi d’arte proposti da alunni di talento: tra danze (Andrea Delmonaco e Petra Radolović), Mattia Mioli (percussioni) e Stefania Družeta (pianoforte).

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