Il mausoleo sotto restauro

0
Il mausoleo sotto restauro

Si scava a livello di Piccolo teatro romano, arrampicati sui pendii del Colle Castello, attorno all’edificio del Museo archeologico istriano in via di totale ricostruzione, si apportano modifiche al progetto alla luce dell’infinità di pietre scoperte nel sottosuolo. L’aerea interessa la villa romana all’angolo nord occidentale del palazzo secolare, i resti dei bastioni romani davanti all’ingresso, le strutture architettoniche e l’inventario minuto d’epoca histrica. Tutto un terreno ancora da sondare meglio per trarre le dovute conlcusioni. In attesa che gli studiosi analizzino a dovere il ben di Dio archeologico che hanno individuato sotto casa, c’è anche dell’altro.

Interventi su tutta la struttura

Diventa infatti interessante un reperto storico-architettonico che, tra i tanti monumenti ormai celebri di Pola, passa del tutto innosservato e non lo merita. Ai bordi del parco di Petar Krešimir IV, a fianco della galleria espositiva C8, che racconta la storia degli scavi di Troia, di fronte a Porta Gemina i resti del mausoleo ottagonale romano sono appena diventati oggetto di trattamenti di restauro e recupero per renderlo più attraente e visibile. Gli addetti alla sovrintendenza del patrimonio storico-culturale hanno concesso l’autorizzazione a procedere con interventi di ristrutturazione che interesseranno l’intera struttura architettonica, dalle fondamenta adagiate tre metri al di sotto della superficie del parco e attorniata da un canale della medesima profondità. Tutta l’area è stata recintata per ragioni di sicurezza e per permettere agli addetti agli interventi di lavorare in maniera indisturbata. L’appalto è stato affidato ai maestri dello scalpellino, del recupero e della costruzione in blocchi di pietra, vale a dire la ditta di Gimino “Kapitel”, più volte messa alla prova con interventi di restauro di monumenti e strutture antiche.

Unico nel proprio genere a Pola

“Durante una decina di giorni – conferma Darko Komšo, direttore del Museo archeologico polese – si provvederà alla sostituzione dei blocchi di pietra attorno al mausoleo. Naturalmente si tratta di materiale da costruzione piuttosto malconcio, di più recente data, non certo d’epoca romana. Questa muratura è d’epoca italiana, eseguita negli anni 30 e va rifatta. Per provvedere in merito il Museo archeologico istriano sta investendo oltre 70mila kune”. Si diceva che a vederlo questo basamento di pietra diventata grigia nei secoli non risulta attirare l’attenzione, ma in realtà si tratta dei resti dell’unico monumento sepolcrale di forma ottagonale mai rinvenuto a Pola. Gli studi condotti in merito rivelano che questo mausoleo fosse alto cira 12 metri e in base ai pezzi architettonici rinvenuti è possibile dedurre quale fosse stato il suo aspetto originario. Con tetto a forma piramidale, presenta ancora la base originale dal diametro di 11 e quella ottagonale di 9,4 metri. Sono resti venuti alla luce nel 1941, grazie a Mario Mirabella Roberti, allora direttore del Museo civico, cui si devono la salvaguardia e la conservazione di buona parte del patrimonio storico-culturale di Pola. Quanto al resto, le analisi rivelano che fosse stato attorniato da 16 pilastri lisci dell’altezza di un metro delimitanti il monumento funebre, che servivano a reggere una recinzione a catena. La parte inferiore della costruzione ottagonale che doveva essere alta 142 centimetri, presentava le facce dell’ottagono delimitate da semipilastri lisci, quella superiore da semicolonne alte 5 metri con scalanature e semi capitelli in stile corinzio. Il cornicione che divideva la base dalla parte mediana del mausoleo è andato perduto, come pure tutta la struttura superiore del monumento.

I frammenti sopravvissuti

Fortunatamente, nel tempo sono sopravvissuti frammenti importanti dell’architrave e del fregio che lo arricchiva con singolari motivi di sfingi, di grifoni, di Priapo (dio della fertilità), mentre il cornicione presentava motivi vegetali con foglie di acanto. È proprio in base a queste testimonianze figurative e decorative, che si è risaliti all’età della costruzione: il primo quarto del primo secolo dopo.Cristo, epoca del maggiore fulgore imperiale. Valutando la grandezza del monumento, gli studiosi hanno dedotto che la parte centrale del mausoleo potesse contenere la camera sepolcrale. Non a caso i motivi della sfinge, dei grifoni e di Priapo si consideravano custodi dei defunti. Anche senza prove storiche certe, ma comunque senz’ombra di dubbio, gli storici hanno dedotto che il defunto doveva essere stato un personaggio illustre. Un mausoleo così faraonico, monumentale e di lusso, ubicato di fronte a Porta Gemina e a fianco della strada principale che duemila anni or sono conduceva verso Nesazio, non poteva che appartenere a un Cheope della Colonia Iulia Pola Pollentia Herculanea. Chissà se mai le indagini potranno rivelarne il nome.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display