Il MAI fa incetta di premi

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Il MAI fa incetta di premi

Se la cinematografia si fregia degli Oscar, la musica dei suoi Grammy, l’archeologia nazionale ha i suoi premi annuali che vengono assegnati dalla Società museale croata. Mai il Museo archeologico istriano di Pola ha mancato un’occasione per portarsi a casa degli ambiti e prestigiosi riconoscimenti, tanto che le gratifiche riservate al 2017 non farebbero quasi più scalpore. In verità, quell’anno rappresenta davvero un’eccezione: l’istituzione è riuscita a fare incetta di ben.5 premi, che la colloca al primo posto fra tutti gli enti museali in Croazia.

Meglio che nel 2015

Già nel 2015 si era riusciti a conquistare 4 gratifiche in diverse categorie e a risultare i migliori a livello nazionale per continuare a dimostrarsi abili nella realizzazione di ricerche, esposizioni e progetti d’alto livello culturale scientifico. Non si può ignorare in questo contesto di successi che il Museo di Pola opera da anni in condizioni di esule-sfrattato, fuori dalle mura dello storico edificio, che sta subendo una lunga ed esigente opera di recupero, ricostruzione e ampliamento. Ancora lontani dal poter inaugurare la rifatta sede con un moderno, importante ed esaustivo allestimento di tipo permanente e multimediale, e pur operando in condizioni di “cattività”, ne consegue un risultato più che eccellente, visibile in tutto gli ambienti-galleria che si è riusciti ad attivare. Segnale che i progetti premiati vanno ben oltre agli apprezzamenti del largo pubblico e si avvalgono di quelli degli specialisti dei campi culturilogici, storiografici, archeologici, culturali ed etnografici. La premiazione solenne al Museo Mimara di Zagabria ha omaggiato i direttori delle istituzioni museali e gli autori delle migliori progettazioni scelte fra 45 candidature inoltrate.

Riconoscimenti speciali

L’eccellente qualità dell’attività museale ha messo in crisi il lavoro della giuria presieduta da Dora Bošković, nonché composta da Damir Doračić, Kristina Mihovilić, Lidija Nikočević e Snježana Pintarić, che dovevano decidere dell’assegnazione di due premi per la carriera, sette premi annuali e sette riconoscimenti speciali per determinate categorie. Attingendo dai 14 premi in palio, il Museo di Pola si è portato a casa il trofeo annuale riservato alla categoria della ricerca scientifica e alle pubblicazioni, con la monografia “Il confine veneziano e austriaco in Istria”, firmata dalla curatrice museale Tatjana Bradara. Riconoscimenti speciali quindi per l’esposizione “Zambrattia – la nave preistorica cucita” dell’autrice esperta in archeologia subacquea Ida Končani Uhač, coadiuvata da Marko Uhač e da Giulia Boetto.

La nave di via Flacio

Laurea a pieni voti, quindi, per l’esigente opera di restauro della nave cucita romana “Pola 2”, rinvenuta nel 2013 dopo lo scavo infrastrutturale per la costruzione del collettore cittadino in via Flacio. In detto caso, il capillare lavoro è stato effettuato dalle restauratrici Andrea Sardoz e Monika Petrović. Non sono potuti passare inosservate nemmeno le vetrine in via Carrara 3, ovvero gli allestimenti delle “Finestre sul passato”, premiati per la categoria marketing. Un ulteriore riconoscimento speciale ha elogiato la capacità di istituire una rete museale, ovvero d’instaurare una collaborazione allargata a tutti i musei dell’Istria per creare un singolare allestimento come “La gheba e l’usel – coperto e svelato nella sessualità dell’Istria”. Il medesimo premio è stato condiviso pure dal Museo storico e navale dell’Istria.
L’onore del ritirare gli “Oscar” vinti dall’istituzione museale archeologica di Pola è toccato al suo pluriennale direttore Darko Komšo. “Quanto conquistato – ha commentato – costituisce un grande riconoscimento per un’attività ininterrotta nel campo della conservazione, tutela e promozione del patrimonio culturale. Possiamo essere più che soddisfatti di questi traguardi consci del fatto che un museo non deve mai permettersi di operare dietro i battenti chiusi, ma aprirsi al largo pubblico, alla comunità, al territorio, alle altre istituzioni siano esse culturali, scolastiche, accademiche, sportive o sanitarie. L’Imperativo è quello di essere presenti a più livelli, tendere alla modernità, all’apertura, all’innovazione, alla comunicazione, di contrapporre la dinamicità alla staticità, l’uscita in pubblico in primis a favore della divulgazione del nostro patrimonio storico-culturale”.

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