Il grande male di nome Castion

Tribuna pubblica incentrata sul Centro regionale per lo smaltimento dei rifiuti

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Il grande male di nome Castion

“Qua non si respira. Guai a tenere le finestre aperte. Mia moglie tossisce polvere… Sono anni che stiamo ad ascoltare discorsi a vuoto. E i problemi a Castion permangono ormai da decenni. Io, qua, non credo più a nessuno”: parole di Emil Grbin, anziano abitante di Valbonasa, che così si è reso portavoce di tanti altri cittadini, dirimpettai del Centro regionale di smaltimento dei rifiuti, che gli hanno fatto eco esprimendo amarezza e totale sfiducia nei confronti della politica e delle autorità pubbliche ritenute responsabili di aver permesso la nascita e la crescita di un famigerato impianto in zona rivierasca abitata e al confine tra una città di mare e Medolino, il Comune più turistico di tutta la Croazia. E sono considerazioni che al dibattito pubblico promosso al Club Uljanik, l’altra sera, da Istria Verde, non hanno lasciato indifferenti alla pari di ad altre valutazioni sul problema di Castion e del fetore che ha emanato soprattutto d’estate, rendendo insopportabile l’esistenza ai residenti nel raggio di qualche chilometro (Vincural, Pomer, Bagnole, via Medolino e via Promontore…).
Fosse solo cattivo odore
Ma le conseguenze che colpiscono l’olfatto sono solo la punta dell’iceberg di un guaio che presenta ben maggiori proporzioni del puro disturbo sensoriale. Hanno lasciato particolarmente il segno le analisi dei dati fornite per l’occasione dall’esperta in ecologia ambientale, Koviljka Aksić, interpretando le informazioni date dalle stesse pagine web del Centro di smaltimento. A un chilometro di distanza dall’impianto, alla profondità di 20-30 centimetri nel terreno, la concentrazione di metalli pesanti risulta essere elevatissima: il piombo supera i valori concessi di 17 volte, il rame di addirittura 82 volte e risultano oltrepassare la misura anche le concentrazioni di cromo e di zinco. Un tanto a poca distanza da campi adibiti ad agricoltura e pascolo, in un terreno che per sua natura e configurazione non è argilloso e dunque si tratta di metalli finiti per depositarsi dall’aria. In contrasto con gli anzidetti parametri, invece, i risultati relativi all’acqua di Castion, analizzata dall’Euroinspekt Croatia kontrola, stando alla quale la medesima sarebbe addirittura imbottigliabile per l’alta qualità (a parte un po’ di nitrati…). Quanto all’aria, maleodorante anche senza le conferme di monitoraggio (dalla stessa stazione di Castion), sono stati pure lanciati dei moniti, vedi quello di Dean Kirac (Medolino), dettosi disposto a finanziare e a collocare in zona turistica Kamik strumenti di misurazione della qualità dell’aria, affinché tutti leggano in termini di cifre chiare e concrete l’inquinamento prodotto dall’impianto di smaltimento. Oltre a tanto, anche minaccia di denuncia nei confronti della Regione, qualora la situazione continuasse a permanere tale e non si farà in modo di inserire un monitoring civile nell’ambito comitato di controllo della Società entro un termine accettabile.

Tre ore di dibattito su Castion al Club Uljanik

Qui ci vuole dialogo
L’invito espresso nell’occasione da parte di Dušica Radojčić, presidente di Istria Verde, è quello di mettersi a dialogare meglio, a dimostrarsi democratici e disposti a recepire finalmente i diritti dei cittadini di organizzare il proprio futuro senza generare un disastro ecologico-sanitario, tecnico ed economico-finanziario come quello rappresentato da Castion. L’invito all’apertura nei confronti del pubblico è stato rivolto al f.f. di presidente della Regione istriana, Fabrizio Radin, al sindaco di Pola, Boris Miletić e a Vesna Dukić, membro della direzione dell’impianto di Castion, seduti sul podio (degli imputati…) in compagnia di Bojan Blagonić, dell’Iniziativa civica “Aria pulita, amicizia lunga”, nonché a Dušica Radojčić, a Koviljka Aksić e al moderatore-giornalista Elvis Morina. Davanti ad un pubblico di oltre una sessantina di partecipanti, Fabrizio Radin ha reso noto di essersi preso seriamente a carico la soluzione del problema fin dall’assunzione della funzione di presidente regionale nella scorsa estate, instaurando un stretto contatto di collaborazione professionale tra Ministero, Fondo e Centro. Il problema esiste, è stato inquadrato, la realtà “Castion” non può venire cancellata, ma adeguata fino a totale ristrutturazione e impedimento delle fuoriuscite inquinanti. Si parla di ottimizzazione e potenziamento dell’impianto per una spesa complessiva di 32 milioni di kune, di cui 12,5 assegnati dallo Stato e il rimanente dall’autonomia locale. Il prossimo investimento dovrebbe produrre la bonifica della vasca di raccolta dei rifiuti che sprigiona gas maleodoranti, permettere l’acquisto di un trituratore per rifiuti ingombranti, di mezzi di trasporto con rimorchi e rendere più semplice lo smaltimento delle migliaia di tonnellate di combustibile solido SFR di cui l’impianto stroppia. A proposito di Solid recovered fuel, forte è la sfiducia palesata nei confronti dei dati forniti da Vesna Dukić: stando a quest’ultima, la Holcim di Pola considera di buona qualità e ben riutilizzabile il combustibile prodotto a Castion. Tuttavia, dai dati della Aksić, invece, ne scaturirebbe un combustibile di pessima, V (cioè infima) categoria, rifilabile solo in Bosnia ed Erzegovina, rinnegato dall’impianto di Valmazzinghi che preferisce attingere l’SFR italiano o austriaco.

Koviljka Aksić, Vesna Dukić, Bojan Blagonić, Fabrizio Radin, Boris Miletić e Dušica Radojčić

Il turismo che… puzza
La colpa del fetore estivo, intanto, viene data alla stagione turistica che l’Istria, compreso Castion, ha affrontato in maniera del tutto impreparata. Come ricordato da Miletić, la Regione nel 2019 ha registrato niente meno che 28mila pernottamenti contro i 17mila realizzati nel 1990, il che rappresenterebbe un’invasione di rifiuti dal settore dell’industria alberghiera e di ristoro. Molti di più rispetto alla capienza di Castion dotato complessivamente di 12 box da 195 tonnellate ciascuno. “Solo di lunedì – ha asserito la Dukić – si era stati costretti a fagocitare 650 tonnellate di immondizia, che poi andava immediatamente estratta e sostituita da altra dai bacini nell’impossibilità di riuscire ad essiccarla nei tempi necessari, il che ha generato puzza nell’aria. Il nuovo investimento a Castion produrrà tra l’altro l’acquisto di due ulteriori bacini di raccolta per affrontare l’emergenza turistica, cercando di mettersi d’accordo con le imprese comunali e funzionando realmente come sistema unico. Promessa, inoltre, l’ottimizzazione dell’impianto di ventilazione nei bioreattori, compresa la bonifica della superficie adibita al deposito dei rifiuti già trattati. Da parte del sindaco Miletić, quindi, l’annuncio che riguarda la futura collocazione di stazioni di rilevamento della qualità dell’aria in città. Il medesimo è del parere che Castion non deve esalare alcun fetore e che le misure dovranno venire intraprese fino a totale soluzione del problema.
Misure o non misure, la presidente dei Verdi e i diversi presenti hanno continuato a ribadire che per Castion si è assolutamente sbagliato fin dal principio sia come tecnologia, che come luogo di costruzione e che giunti a questo punto il minimo da farsi è quello di reagire e di istituire un comitato di tutela ambientale in seno all’impresa onde vigilare e condizionare ogni futura decisione.

Sala affollata di… malcontento

Questione di fretta
A discolpa di quanto intrapreso finora per generare la nascita di Castion nel sud Istria, il sindaco di Pola ha rilevato che la responsabilità è in realtà quella di aver voluto adeguarsi per primi alle direttive europee, così come fatto dalla Regione litoreaneo-montana. “Castion non è stata un’opzione, ma un obbligo!”; ha asserito. Le difficoltà tra l’altro insorgerebbero a causa di un sistema di smaltimento, riciclaggio e reimpiego di materie prime seconde (MPS) non ancora regolato e funzionante né de iure né de facto in Croazia, al punto che i servizi comunali continuano a imbarcare montagne di scarti dall’industria turistico-alberghiera pur non essendo obbligati per legge. Miletić ha rilevato che la politica locale può assumersi la responsabilità dei futuri interventi riparatori a Castion solo fino ad un certo punto, siccome non tutti i meccanismi di azione e tutela sono nelle mani dell’autonomia locale. Da parte di Fabrizio Radin l’invito a lasciare agire e a non intralciare la messa in atto delle misure di miglioramento e di ottimizzazione dell’impianto, perché si è sulla buona strada per arrivare ad una soluzione.

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