Il futuro ospizio prende forma

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Il futuro ospizio prende forma

Il primo ospizio istriano di cure palliative per malati terminali ha già un nome e ora ha anche due piani. Presto avrà anche un tetto e da lì in poi la costruzione accelererà il passo in vista del bel tempo. Ecco il cantiere di una delle opere più attese degli ultimi anni in città e non solo. Siamo in via Santorio, nel rione di Grega, a due passi da un altro cantiere che appartiene alla medesima categoria per importanza e necessità pubbliche: quello del nuovo ospedale generale. A sei mesi dalle cerimonie di posa e di benedizione della prima pietra, questa costruzione ha acquistato ormai i lineamenti che avrà in futuro: l’edificio a forma rettangolare, più lungo che largo, sfoggia ormai i suoi 1.259 metri quadrati di superficie utile, distribuiti tra i due livelli privi di barriere architettoniche, che saranno suddivisi ulteriormente in 14 camere per la degenza dei malati e altri ambienti a disposizione del personale medico e amministrativo.

Regione, Città e Diocesi insieme

L’ospizio intitolato al beato Miroslav Bulešić è un’opera fortemente voluta dalla Lega contro i tumori della Città di Pola (che si è occupata di importare dall’Occidente il know-how e trapiantarlo nel nostro piccolo con un modello istituzionale già sperimentato altrove), dalla Diocesi di Pola-Parenzo, che sta finanziando le costruzioni e poi penserà ad amministrare l’istituto, ma anche dall’amministrazione municipale, che ha fatto la sua parte cedendo all’iniziativa i lotti edificabili necessari ad aprire il cantiere.

Tre funzioni elementari

L’ospizio, come ormai sappiamo, avrà tre funzioni elementari: il ricovero dei malati terminali in primis, quindi la formazione e la preparazione di alcune squadre di volontari che potranno affiancare il personale medico e infermieristico nell’assistenza dei malati, e infine un centro informazioni e supporto alle famiglie con un malato terminale a carico. Quest’ultimo potrà contare sulla collaborazione degli studenti della Scuola di medicina e dell’Università degli studi di Pola (che ultimamente pensa ad ampliare la sua offerta formativa alle scienze mediche e infermieristiche). L’edificio consentirà il ricovero contemporaneo di 14 degenti, più di 200 l’anno, a seconda della durata delle degenze. Bisogna dire che ogni assistito avrà a disposizione per sé una camera singola: questo per consentire ai malati e alle famiglie tutta la privacy di cui necessitano nei momenti di grave prostrazione che precedono e seguono ogni decesso dovuto a una malattia dall’esito letale (e generalmente si parla di morti dovute a un cancro incurabile).

Fine dei lavori entro un anno

L’opera vale la bellezza di 16 milioni di kune e sarà completata solo entro il 1º maggio del 2020. Dei 16 milioni necessari per realizzarla, 10 vanno ad alimentare le spese della costruzione in senso stretto, mentre gli altri 6 saranno impiegati per arredare le camere di degenza, gli uffici, i servizi igienici, la caldaia, eccetera. Per il momento si pensa a costruire, poi si vedrà di racimolare i fondi per gli arredi. Anche in questo caso, infatti, la Diocesi spera con il supporto della Città di Pola e della Regione istriana.

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