Il dialetto resta vivo se viene tramandato

Presentata nella palestra delle scuole italiane la raccolta di poesie e canzoni in vernacolo «Son nato drio la Rena»

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Il dialetto resta vivo se viene tramandato
Sinaida Perković Metošević, Anna Giugno Modrušan, Cinzia Leonardelli Laikauf, Caterina Moscarda Peršić, Emanuela Delmonaco Sudulić e Barbara Brussich Markulinčić. Foto: GIULIANO LIBANORE

“L’unico modo per mantenere viva una lingua, un dialetto e le tradizioni, è di tramandarli ai bambini”. Sta scritto così nella premessa della raccolta di poesie e canzoni in dialetto “Son nato drio la Rena” presentata ieri nella palestra scolastica ai bambini dalle prime alle quarte classi dell’elementare in lingua italiana “Giuseppina Martinuzzi”, che ne è anche l’editore.

Barbara Brussich Markulinčić presenta la raccolta “Son nato drio la Rena”.
Foto: GIULIANO LIBANORE

Il progetto è stato ideato e realizzato nell’ambito dell’Istituzionalizzazione dell’insegnamento della storia del territorio della Regione istriana dell’insegnante Barbara Brussich Markulinčić per l’anno scolastico 2024/2025. Ed è stata proprio Barbara Brussich Markulinčić a condurre la presentazione del volume ai bambini. Una cosa è certa, i bambini delle classi inferiori della “Martinuzzi” conosco bene il nostro dialetto, come conoscono bene anche la città, ovvero la Rena come viene chiamato l’anfiteatro in dialetto, ma anche l’Arco dei Sergi, il Circolo, la scuola. Una bella sinergia quella tra l’insegnante e gli alunni rinforzata anche dall’esibizione del coro della terza B che ha intonato “Son polesan sicuro – Vedendote mia Rena” canzone di R. Vascotto e poi dagli alunni Uma, Dora e Fran che hanno recitato tre delle poesie presenti nella raccolta “Primavera de Pola mia” di Gianna Dallemulle Ausenak, “Sangrego” e “Semo polesani” di Ester Sardoz Barlessi (i cui due pronipoti, alunni delle inferiori, erano presenti tra il pubblico). A completare la raccolta, nella quale sono state analizzate le poesie e le canzoni in dialetto di autori scompresi per avvicinarle quanto più bambini, sono “”Noi polesani”, “Usi e costumi” e “Citavecia” di Stefano Stell e la canzone dell’autore anonimo “Adio a Pola”.
“L’idea di fare questa raccolta di poesie e canzoni in dialetto polesano è nata dall’amore per la nostra città, ricca di storia e di storie”, è stato detto alla presentazione, dando anche il giusto omaggio ad autori che non sono più con noi.

Il coro della IIIb.
Foto: GIULIANO LIBANORE

Questi infine gli insegnanti coinvolti nell’analisi delle poesie e delle canzoni: Barbara Brussich Markulinčić, Barbara Geissa Jurman, Laura Lonzar, Sinaida Perković Matošević, Cinzia Leonardelli Laikauf, Emanuela Delmonaco Sudulić, Anna Giugno Modrušan e Caterina Moscarda Peršić. Il disegno in copertina è delle alunne Aurora Volterrani e Leona Golubić della IIIb, la progettazione grafica e la stampa sono state curate da MPS s.r.l. Pola.
La raccolta è arricchita da cenni storici sulla Rena, sulla città, come pure da quesiti, cruciverba, vocabolari, rebus, sudoku tutti in un modo o nell’altro legati al dialetto polesan e tantissimi disegni creati dagli alunni delle inferiori della Martinuzzi.

Pubblico delle inferiori attento e coinvolto.
Foto: GIULIANO LIBANORE

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