Il cementificio torna a far discutere

Lamentele dei residenti per il livello di emissioni. Il sindaco Zoričić incontrerà i proprietari

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Il cementificio torna a far discutere
Una veduta della Fabbrica cementi Calucem. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Vita dura per gli abitanti dei rioni di San Policarpo-Sisplatz, Veruda e Stoia che dividono “terra e mare” con un vicino di casa piuttosto rumoroso e inquinante. La convivenza di Pola col suo cementificio è una storia di lunga data che affonda le radici negli anni Venti del secolo scorso. Un secolo di convivenza, dunque, patita più che tollerata, molto spesso sofferta. Chi negli anni Novanta ebbe il “privilegio” della residenza in uno dei suddetti quartieri urbani ricorda ancora lo spesso strato di polveri nere che ogni mattina da capo ricoprivano le superfici dei balconi e dei davanzali delle finestre, per non parlare delle automobili in strada, eternamente sporche, per cui l’azienda era finita nel mirino di una folla furiosa, decisa a farsi risarcire le spese del lavaggio auto, benché i danni alla carrozzeria delle auto fossero i mali minori di tutta la faccenda. Quelli ai polmoni e ai bronchi dei residenti non essendo di facile dimostrabilità, avrebbero meritato probabilmente più attenzione. A un certo punto della sua storia più recente (sul finire degli anni Novanta), lo stabilimento ha chiuso con la produzione del cemento bianco e da allora produce solo cemento calcio-alluminoso, ma la pace tra la fabbrica dell’isola di San Pietro e il vicinato sulla terraferma non è mai stata di lunga data. Anche oggi le vie più battute del rioni occidentali sono tappezzate di graffiti che invitano il cementificio a ridurre l’inquinamento acustico notturno: “Calucem batte di notte”, “Calucem, silenzio!” e altre scritte del medesimo tenore che offrono testimonianza di un disagio quasi sempre inascoltato.

Monitoraggio continuo
E le emissioni atmosferiche? Le lamentele dei rioni colpiti non finiscono mai, cambiano solo l’intensità del messaggio e la gittata, che a loro volta dipendono dall’accoglienza dei media e della politica e da mille altri fattori convergenti. Ultimamente i vari fattori di convergenza sono tornati appunto a… convergere. I rioni colpiti si sono sollevati, la stampa sta facendo da cassa di risonanza e la politica ha allungato gli orecchi. Questa volta si è fatto sentire anche il sindaco, che ora vuole interrogare il C.d.A. della società, da qualche anno in mani spagnole. Filip Zoričić annuncia che il primo febbraio incontrerà una rappresentanza dei titolari e l’amministratore delegato dell’impianto di produzione. Ma non basta ancora. Il sindaco non crede più alle rassicurazioni del cementificio che misura per conto proprio i valori delle emissioni atmosferiche e afferma che sono in perfetta armonia con le leggi vigenti. La Città di Pola ha commissionato strumenti di misurazione indipendenti dalla società Pulsar di Čakovec a un prezzo non superiore ai 5.500 euro. Lo strumento di monitoraggio sarà consegnato nell’arco di un mese e mezzo, giorno più, giorno meno, e poi verrà installato nel luogo migliore per rilevare l’inquinamento. I cittadini avranno poi la possibilità di seguire i rilevamenti in tempo reale utilizzando un’app da smartphone creata appunto per questo scopo.

La salute al primo posto
Ora come ora, non c’è da fidarsi. Se chi inquina è l’unica fonte di informazioni in merito all’inquinamento, è ovvio che negherà anche l’evidenza. In uno dei suoi commenti sui social, il sindaco ha reso noto che “comunica regolarmente col management dello stabilimento”, che si fa trovare e promette che “ci saranno dei miglioramenti”, si presume nelle tecnologie di controllo delle emissioni atmosferiche e quindi un upgrade della filtrazione. Ma il sindaco è ancora scettico: “Preferisco sentirmelo dire dai proprietari dell’impianto piuttosto che dalla direzione. Per questo ho chiesto un incontro con la direzione spagnola. Per quanto mi riguarda, siamo in obbligo di assicurare uno standard di vita ‘emission free’ e fare di Pola una città verde. La salute dei cittadini è al primo posto e non ha alterative”, ha concluso Zoričić. Sperando di essere in buone mani, non rimane altro che attendere il confronto tra il sindaco e il capitale.

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