Igor Morarević, più forte del destino

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Igor Morarević, più forte del destino

Quanto crudele possa essere il destino, tanto la forza di volontà e di vivere possono avere la meglio. A confermarlo è l’esempio di Igor Morarević, classe ‘76, nativo di Scattari, dove tuttora risiede. Nel 1992 fu vittima di un gravissimo incidente stradale rimanendo invalido al 100 p.c. Nonostante la tremenda disgrazia che in un attimo gli ha cambiato vita, Igor, che prima era una promessa del canottaggio, oggi è comunque in grado di lavorare, guidare la macchina, e svolgere degli allenamenti quale appassionato sportivo. Per di più, nelle condizioni in cui si trova, sono a dir poco affascinanti la sua forza di volontà, la disponibilità, l’intelligenza e la verve. E cosa ci puoi fare, recita ironicamente una frase del notissimo cantante Vasco Rossi. Come sottolineato tra l’altro dallo stesso interlocutore. “Ho accettato questa situazione che mi è capitata e ho raggiunto la pace interiore. Voglio trascorrere la vita con le mie capacità. Io, la vita, l’adoro”.

L’incidente del 1992

Igor è membro della Società dei disabili fisici che ha sede nel Centro sociale Rojc. L’incidente nel quale rimase coinvolto avvenne il 22 luglio del 1992, ossia ben 27 anni fa. In sella a una bicicletta ritornava a casa dopo un allenamento di canottaggio. A 500 metri da Scattari fu investito da un conducente ubriaco che viaggiava alla velocità di 80 km/h e che si era messo a sorpassare il veicolo che lo precedeva. “Fu uno scontro frontale – ci spiega – nel quale finii sul parabrezza prima di rovinare sull’asfalto dopo un volo di venti-trenta metri. Poi persi i sensi e caddi in coma, per 20 giorni, attaccato alle macchine: per due volte mi diedero per spacciato. Nel sinistro riportai tra l’altro la frattura aperta alla mano sinistra, e guarda caso sono, ossia ero, mancino. Inoltre subii la frattura della gamba sinistra, dello zigomo, e lesioni al capo con conseguente commozione cerebrale”, così Igor che venne sottoposto a diverse operazioni. Oggi fa uso della stampella per camminare mentre la mano sinistra è completamente fuori uso.

La riabilitazione

“Quando mi risveglai dal coma ero completamente immobile. Adesso non so nemmeno quale è stata la mia prima operazione. Sta di fatto comunque che la mano è stata operata due volte, e che avendomi tolto tutti i cinque nervi il recupero dell’arto è stato impossibile. Tredici anni dopo l’incidente abbiamo contattato un istituto medico, specializzato nel trapianto dei nervi a Modena, però l’intervento, a detta del dottore, sarebbe stato troppo rischioso. Tanto che c’era il rischio che rimanessi paralizzato”, racconta Igor, la cui riabilitazione è durata 2-3 anni prima di poter essere, per quanto possibile, autonomo. “Desidero sottolineare che nell’intero processo riabilitativo ho avuto un enorme aiuto dei miei genitori, Dubravka e Rade, nonché del fratello minore Goran”.

La passione per lo sport

Come già detto, Igor è rimasto uno sportivo a tutti gli effetti. A conferma di ciò il fatto che oltre al canottaggio, dopo l’incidente si è cimentato nell’atletica (lancio del peso, del giavellotto e del disco), nel tiro con l’arco, nel tennistavolo e nel nuoto. Sempre ovviamente quale affiliato della Società per disabili. “Nel 2005 – ci spiega –, è stata formata la categoria per le persone portatrici di handicap nel ‘quattro con’ di canottaggio, nella quale due sportivi dovevano essere ipovedenti e altrettanti invalidi di seconda categoria. Inoltre, nell’equipaggio dovevano esserci almeno due donne. Così ho partecipato ai Campionati mondiali di canottaggio per disabili, svoltisi nel 2006 a Eton, in Gran Bretagna e sono stato l’unico atleta a vogare con una sola mano. Alla fine siamo giunti decimi, però il risultato è la cosa meno importante. È stata un’esperienza bellissima, abbiamo trascorso una quindicina di giorni in un’ottima atmosfera e in altrettanto ottima compagnia. Che dire, in quei momenti ti senti una persona un po’ più importante”, rileva Igor, al quale Dušan Kranjc, del Club di canottaggio “Istra”, grazie al brevetto dell’innovatore Zoran Mitanovski, ha modificato la barca per adattarla alle sue necessità.

Un contabile soddisfatto

“Ora però mi limito solamente a fare degli esercizi nel club, del quale sono socio”, prosegue il nostro interlocutore, il quale ha iniziato a praticare questo sport a 12 anni, e nel ‘92 avrebbe dovuto partecipare al Campionato nazionale a Zagabria. una ventina di giorni prima del tremendo incidente. Tutto qui per quel che riguarda lo sport? Niente affatto, in quanto Igor ha provato anche quelli più estremi, quali il paracadutismo e lo sport subacqueo. “E sono stato il primo a iscrivermi al corso per disabili presso il Club subacqueo Diving, gestito da Branislav Danevski e dalla figlia Jagoda; l’unico ad avere la licenza per istruire le persone portatrici di handicap”. Si diceva dell’impiego di Igor, che dopo avere terminato la scuola d’Economia oggi si dedica alla contabilità, e ha una propria azienda con sede a Monteparadiso. “Sperando nella mia completa riabilitazione, nel ‘94 mia madre e mia zia hanno aperto una ditta, dove sono impiegato in qualità di direttore dal 1997. Sono molto soddisfatto del mio lavoro, che certamente non manca, i nostri clienti pure, e non c’è alcun problema”. Come non ci sono problemi con i mezzi di trasporto, visto che Igor dispone di una vettura Suzuki 9X, con il cambio automatico e con una sola modifica: l’indicatore di direzione si trova sulla parte destra del volante. “Pomalo i na šegavo (Pian piano e con astuzia)” tiene a ripetere in dialetto ciacavo, la sua lingua materna, il simpatico Igor. Tanto basta per dimostrare tutta la sua forza di volontà in una vita che non lo ha proprio coccolato.

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