
Dedicare la vita alla riabilitazione, al recupero e al reinserimento nella società delle persone con difficoltà nello sviluppo e con invalidità non è “solamente” una professione, bensì un richiamo. Se poi seguendo i tempi e la tecnologia si cerca di migliorare per quanto possibile le condizioni di vita di queste categorie di persone gli si possono offrire ottime condizioni per progredire e per associarsi con minori difficoltà nella società. Sarebbe questa in pratica la… missione di Danijela Kasumović Maružin, professore di riabilitazione e da lunghi anni impiegata nella Scuola per l’educazione e istruzione di Pola, nota per numerose attività, iniziative e progetti svolti appunto per reintegrare i giovani disabili nella società, nel concreto abbattere le barriere legate ai pregiudizi nei loro confronti. In diversi sensi Maružin è un pioniere nel settore, tanto che tra l’altro si era dedicata all’imprenditoria socialmente responsabile aprendo il bistrò “Punkt”, ha scritto il manuale per gli assistenti delle persone portatrici di handicap per un inserimento efficace nel mercato del lavoro, avviato il Programma per il sostegno e la consultazione nelle scuole che è stato sostenuto dalla Città di Pola, preso parte a tutti i nuovi progetti innovativi della Scuola per l’educazione e istruzione… Tutta una serie di impegni, dunque, dopo che si era laureata e poi specializzata alla Facoltà di Istruzione e Riabilitazione di Zagabria. L’abbiamo incontrata per una chiacchierata.
Come mai ha deciso di dedicarsi alla defettologia, tra l’altro un termine che solitamente non viene più usato.
“Avendo avuto sempre un particolare interesse per la psicologia, la medicina, l’istruzione e una forte empatia, a volte troppa, ho deciso di iscrivermi alla succitata Facoltà, dove erano a disposizione soltanto 26 posti, e sono stata accolta tra i 300 candidati che avevano inoltrato la richiesta. Terminati gli studi, nel 2003 ho trovato subito impiego nella Scuola per l’educazione e istruzione di Pola dove, seguendo il mercato del lavoro ho capito che esiste un grande problema nell’accettare, da parte dei datori di lavoro, la parte professionale e pratica dell’istruzione svolta dalla categoria dei giovani disabili. Di conseguenza mi sono dedicata all’imprenditoria sociale, che è di elevata importanza per le attività commerciali, aprendo nel 2016 il bistrò Punkt. Il tutto per dimostrare che le persone disabili sono eccome dei preziosi lavoratori, tanto che nell’esercizio, nel quale erano impiegate 12 persone, l’80 p.c. era rappresentato da persone giovani con disabilità intellettive. Il locale, che sin dall’inizio è stato accettato benissimo dai cittadini, ha lavorato senza sosta pure nel periodo della pandemia di Covid -19, però dopo 6 anni, a metà del 2022, con tutti gli impegni a carico mi sono sentita davvero stanca, per cui ho deciso di vendere il Punkt. Un luogo dove sono emersi l’onestà, la tolleranza, la comunità, l’amore, la musica, il sorriso, la brava gente e via dicendo. Purtroppo l’ho venduto alla persona sbagliata, con il Punkt, che sotto la mia gestione ha ricevuto numerosi premi e prestigiosi riconoscimenti per l’imprenditoria e innovazioni sociali, che ben presto è andato in fallimento. È stata sciupata così una bellissima occasione”.
Parliamo un po’ della Scuola per l’Istruzione e educazione di Pola…
“Conta circa 110 assistiti, oltre una ventina di dipendenti specializzati, e allo stesso tempo un grande numero di assistenti nelle lezioni. Il problema maggiore è rappresentato dalla mancanza, come in molti altri settori, di personale specializzato. Il mio lavoro consiste nell’educazione e nell’istruzione dei bambini con gravi difficoltà nello sviluppo, e il mio gruppo ne comprende 5, che è il massimo, tra gli 11 e i 15 anni. Nel concreto, con loro si lavora sulla conoscenza della scuola e dell’ambiente ristretto, sulla comunicazione e sulla lingua croata, sulle abilità mentali, sulla socializzazione, sulla cura per sé stessi. E poi ancora la cultura musicale e artistica, l’educazione al lavoro e la cultura fisica; inoltre, si praticano procedure e terapie riabilitative, quali la chinesiterapia, la logoterapia, l’integrazione sensoriale e via dicendo. Svolgo il mio lavoro nell’ambito del particolare programma d’istruzione per acquisire le competenze nelle attività della vita quotidiana, per gli alunni con difficoltà nello sviluppo”.
Com’è nato il Manuale per gli assistenti nel lavoro con le persone disabili, per un inserimento efficace nel mercato del lavoro?
“L’ho scritto nell’ambito del progetto ‘Sviluppo e sostegno allo sviluppo dei modelli di impiego sostenibili per le persone vulnerabili nella zona urbana della Città di Pola’, finanziato attraverso il meccanismo ITU dal Fondo sociale europeo e promosso dal Comune di Marzana; è stato edito nel 2022, venendo presentato e distribuito, alle istituzioni specializzate, rappresentanti della società civile, ai datori di lavori e agli stessi gruppi di disabili nel maggio del 2023, alla Conferenza finale del progetto svoltasi all’albergo Park Plaza Histria. Il Manuale è basato sulle conoscenze nel settore applicate nella pratica. Vuole rappresentare un ‘ponte’ tra i datori di lavoro e le persone disabili, sino alla completa formazione per svolgere un lavoro in modo autonomo. Ciò è realizzabile, però è necessario un adeguato livello di sostegno, e ovviamente la buona volontà”.
Tra l’altro, lei è stata promotrice del Programma per il sostegno e la consultazione nelle scuole, ben accolto dalla Città di Pola e composto da un team mobile…
“Con lo stesso, approvato dal Ministero della Scienza, dell’Istruzione e dei Giovani nell’ottobre del 2023, si offre un appoggio agli alunni, ai loro genitori e ai docenti nelle suole elementari nel Polese. Sono giunta all’idea vedendo episodi di violenza negli istituti scolastici, per cui assieme alle colleghe Vanja Marković, Daniela Vukelja e i colleghi Karlo Zupičić e Hrvoje Bogojević, mi sono rivolta all’assessora per le attività sociali, giovani e sport Ivana Sokolov, che ci ha accolto con la sua vice Elvira Krizmanić e la vicesindaca Ivona Močenić, le quali hanno dato il proprio benestare all’iniziativa. Che è stata avviata nell’ottobre dell’anno scolastico 2023/24 e sta continuando anche nell’anno in corso. Si tratta di laboratori per bambini, alunni, genitori e insegnanti. Abbiamo portato al termine un ciclo di 10 relazioni dedicate ai genitori con figli che hanno difficoltà nello sviluppo, nonché 32 laboratori per gli scolari nelle scuole polesi, per la precisione in quelle che ci hanno invitato”.
Ritornando alla vostra Scuola, da recente questa è partner del progetto europeo innovativo “Atollo”…
“Accanto alla nostra, prendono parte istituzioni di Bulgaria, Austria, Germania, Islanda, Irlanda, Norvegia e Australia. Con i colleghi di questi Paesi abbiamo creato dei materiali digitali per le abilità matematiche e appunto digitali per gli alunni con qualche tipo di difficoltà. Al momento il progetto è in fase di avviamento e valutazione del materiale sul quale stiamo lavorando. Esistono assai pochi manuali per le persone disabili, figurarsi in forma digitale. Sarà accessibile sulla piattaforma ‘Atollo Izzi’ tradotto in croato, e comprende 45 unità didattiche. Un metodo di formazione molto innovativo e sopratutto pratico ed efficace nelle nostre attività”.
Quali sono i progetti nel cassetto?
“La settimana prossima, nell’Università aperta ‘Diopter’, inizierò con il programma d’istruzione informale per adulti, relativo all’offerta del servizio di assistenza personale per le persone disabili. Un’attività molto richiesta tanto che si pensa di formare due gruppi”.
Un’ultima domanda. Si vedono dei miglioramenti nell’inserimento in società delle persone disabili?
“Nell’ultima decina d’anni è cambiato certamente l’approccio nei confronti dei disabili. Al giorno d’oggi le persone sono molto più informate e istruite in merito, e quindi sono diminuiti i pregiudizi. Il rapporto con questa categoria di persone è sempre migliore, anche se ancora lontano dall’essere perfetto, però bisogna lavorarci sopra. A mio modesto avviso penso che il Punkt abbia contribuito a fare cadere dei tabù tra i cittadini e i datori di lavoro in primis, che hanno potuto accertarsi in prima persona sulle qualità dei disabili”.
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