
È stato un esordio anticipato da una mozione sindacale a sorpresa, quello di ieri per la riunione del Consiglio cittadino. Davanti alle porte di Palazzo municipale i consiglieri – sia in rappresentanza delle formazioni al potere che di quelle all’opposizione – si sono visti consegnare volantini d’appello da una nutrita delegazione di educatrici d’asilo guidate dal leader del Sindacato dell’Istria e del Quarnero, Rajko Kutlača. Indipendentemente dalla colorazione partitica, tutti vengono ritenuti responsabili del mancato inserimento dei fondi indispensabili all’aumento delle retribuzioni per i dipendenti degli asili nel Bilancio di previsione per il 2024. Si vuole giustizia immediata, anche senza aspettare la prima modifica dell’erario dopo la gestione trimestrale, pertanto, l’invito era quello di trattare la finanziaria con una sonora bocciatura. L’argomento dell’insoddisfazione per l’anzidetto settore pubblico si è imposta pure nell’ora delle interpellanze, quando c’è stato chi ha puntato il dito sulla possibile infrazione del contratto collettivo (Marin Lerotić) e chi ha chiesto (Ivan Žagar) se le prossime pubbliche trattative potranno riaccendere le speranze per una crescita dello standard. Pronta la risposta dell’assessore alle Attività sociali, Ivana Sokolov, poi rafforzata dalle parole dello stesso sindaco, Filip Zoričić, per dire che la Città sta dando udienza agli asili da oltre due anni, cercando di fare il possibile al fine di migliorare la situazione mediante continui piccoli aumenti dei diritti retributivi. Convinti che i patteggiamenti con i Sindacati andranno avanti all’insegna di un dialogo civile e fruttuoso, si è voluto comunque sottolineare che prima del cambio di legislatura al Municipio le paghe degli asili non sono state mai aumentate per lunghi 10 anni.
Ospedale ed emorragia quadri
La question time di ieri è stata anche anticipata da una “lezione morale” indirizzata al consigliere Juraj Kovačević (HDZ), che all’ultima riunione aveva chiesto al sindaco Zoričić delucidazioni in merito al presunto impiego aggiuntivo in una clinica privata da parte della vicesindaco, Ivona Močenić, che causa questo dirottamento potrebbe trascurare ulteriormente la sua preziosa prestazione da neuropediatra all’Ospedale civico di Pola. Vent’anni di interrotto, corretto lavoro e impegno in campo pediatrico, i servizi prestati con tanto rispetto per l’etica professionale in ambulatorio ed i piccoli pazienti, nonché l’espletamento di turni straordinari, secondo Ivona Močenić dimostrano la sua piena dedizione, che include il diritto legale a lavorare pure nel settore privato. Quello su cui il vicesindaco invita a riflettere è invece l’emorragia dei quadri: perché tanti medici specialisti pediatri e specializzanti abbandonano il reparto, perché oltre venti infermiere – con 10, 15 e anche 20 anni di servizio – hanno lasciato la pediatria nell’arco di soli tre anni? Evidentemente non a caso la presidente del Consiglio cittadino, Marija Marković Nikolovski, ha auspicato la convocazione di una seduta consiliare tematica tutta improntata sulla problematica ospedaliera.
Ghiaccio, Castion, imposte, ordine
Le domande che si sono susseguite hanno inquadrato grandi e piccoli problemi e questioni cittadine. Non si riesce a digerire il fatto (Davor Vuković, Možemo), che la pista di ghiaccio non sia gratuita per asili e scuole come l’anno scorso, mentre dopo il brutto incidente del cane sbranato alla recente Fiera del libro alla Casa dei Difensori croati non si è convinti dell’efficienza delle guardie comunali. Non è chiaro (Ana Fonović, Možemo) perché la Città non possa intervenire di più in favore dell’apertura del Centro di cure palliative. Non si è capito (Valter Boljunčić, DDI), perché Castion non abbia messo tutt’ora a frutto il credito di 1,5 milioni di euro per degli interventi tecnici di copertura dei bacini di smaltimento, spesa che va giustificata all’Unione europea in modo da non rischiare di imbattersi in serie conseguenze. Non si accetta (Marin Lerotić, Indipendente) che il depennamento dell’imposta locale (addizionale) si traduca in così tanti altri oneri fiscali per la cittadinanza e gli imprenditori di Pola al punto da dimostrarsi i peggiori fra tutte le altre unità d’autogoverno dell’Istria. Non è comprensibile (Noel Mirković, Možemo) il costo enorme preventivato per la costruzione del campo sportivo a Valcane e non si accetta la spiegazione per cui tutto rientrerebbe nella norma dei prezzi di mercato, con lievitazione dovuta alla necessità di spianare un terreno dalla configurazione complessa e specifica.

Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA
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