Chi ha avuto il privilegio di crescere senza i social, ricorda ancora il fascino mistico che la Grotta dei colombi ha esercitato su generazioni di ragazzini con la passione innata per i luoghi appartati. Chi ha avuto l’altro (discutibile) privilegio di crescere con i social, deve necessariamente fare i conti col turismo di massa che ha cancellato dalla faccia della terra anche l’ultimo luogo appartato dell’Adriatico. Esattamente come Capo Promontore vent’anni fa, anche Valovine e il suo spettacolare antro sono diventati meta di turisti giornalieri che hanno completamente stravolto la tranquillità del piccione “cavernicolo” e dei bagnanti del luogo convissuti in perfetta armonia fino a una dozzina di anni fa. Che il sovraffollamento con danni ormai tangibili sull’ecosistema abbia superato i limiti della sostenibilità non è un segreto. È da qualche anno che la direttrice di Natura Histrica, Silvia Buttignoni, insiste con le autorità a concepire un piano d’azione per la costa tra Valovine e Musil visto che la pressione è diventata insostenibile.
Imbarcazioni moleste
Se un tempo i frequentatori abituali della riva rocciosa sono stati quasi esclusivamente i giovani non motorizzati e qualche biologo marino, oggi la “clientela” include bagnanti di tutte le nazioni, campeggiatori abusivi, canoisti, surfisti, barcaioli ed escursionisti giornalieri in arrivo anche da Fasana e da Medolino. In circostanze di questo genere, il rischio di infortuni aumenta e gli esempi di danni all’ecosistema si sprecano. Per dirla con Silvia Buttignoni, che ha l’occhio allenato a individuare i pericoli per l’habitat, i kayak che entrano ed escono dalla grotta oppure vengono ammassati in spiaggia, sbattendo contro gli scogli, oltre a danneggiarli, si sfregano, si sgraffiano e rilasciano in mare filamenti di plastica che entrano nella catena alimentare con le conseguenze che sappiamo. “Se è vero che la plastica nella catena alimentare può non essere un problema locale ma globale, al quale le canoe di Pola contribuiscono in parte infinitesimale – come ci dice la biologa – è anche vero che non abbiamo alcuna giustificazione per gettare altro olio sul fuoco”.
Modalità di convivenza
Per Valovine, che dopo l’apertura dello Ski lift è diventata un punto di riferimento per sport acquatici, è arrivato il momento per pensare a modalità di convivenza tra bagnanti, surfisti, diportisti ed escursionisti, non fosse altro che per evitare gli infortuni, ma possibilmente anche per proteggere un ecosistema vulnerabile messo a dura prova dal turismo di massa. Che accontentare tutti è impossibile, questo è chiaro. Che poi sia il caso di pensare prima di tutto alla conservazione dell’ambiente e alla sicurezza delle persone, dovrebbe essere accertato e ampiamente condiviso. La Grotta dei colombi non è un luogo costiero qualsiasi. Il suo interno è un luogo che ha sempre permesso agli uccelli e ai mammiferi di nidificare e curare la prole garantendo la sopravvivenza delle specie, oltre a fornire un rifugio alla foca monaca (come si è visto bene una decina d’anni fa quando Adriana aveva scelto le spiagge di Pola come sua ultima dimora). Per questo e altri motivi, l’antro che deve il nome a un piccione… cavernicolo è sotto la protezione della rete Natura 2000, che s’appella alla Direttiva sull’habitat e alla Direttiva sulla fauna avicola, che vietano tassativamente di danneggiare, tra gli altri, l’habitat speleologico, le grotte sommerse e la vita che le popola. Come evitare i danni nelle condizioni in cui ogni giorno l’antro è preso di mira da centinaia di bagnanti, centinaia di canoe, decine di natanti da diporto privati e imbarcazioni per le gite di mare giornaliere? Impossibile.
Noleggio abusivo
L’appello di Natura Histrica di qualche settimana fa ha sortito l’effetto desiderato? Silvia Buttignoni ne dubita. Per porre un freno alla fruizione delle spiagge di questa portata bisognerebbe non essere meta di un turismo di massa. “Ora che sono iniziate le piogge e la stagione di punta volge al termine, è chiaro che la pressione dei vacanzieri allenterà la presa, ma queste non sono soluzioni: sono contingenze”. La Capitaneria di porto, i vari uffici della Città di Pola che si occupano di questioni demaniali, ambientali e commerciali e Natura Histrica sono d’accordo che sarà necessario avviare una serie di azioni per riportare un po’ di ordine a Valovine. Dal canto suo, la Capitaneria di porto esige che la spiaggia sia protetta almeno dalle imbarcazioni moleste con il posizionamento di boe a protezione della balneazione. Ma questo non risolve il problema delle canoe moleste. Ultimamente la Vigilanza della Città di Pola ha sguinzagliato gran parte dei suoi vigili per “multare i noleggiatori di kayak senza concessione” (sic). Buttignoni ribadisce che il valore della sanzione (50 euro per il singolo e 660 euro per il gestore) sono irrisori in rapporto ai guadagni che il motore del nolo è in grado di generare. In queste circostanze, chi lavora in nero è ben contento di pagare una multa ogni tanto e poi tornare a far quattrini come nulla fosse. “Il problema di gran lunga più grave sono i noleggiatori abusivi, quelli senza concessione, che non pagano il canone e tuttavia ogni giorno che passa scaricano in spiaggia una cinquantina di canoe. È la proverbiale gallina dalle uova d’oro. Nemmeno l’Ufficio imposte è in grado di fermarli perché sono più veloci della luce”. Un incubo.
Il dissuasore d’altezza
Il campeggio abusivo è un altro paio di maniche. Per fermare l’allegra parata dei camper abusivi a Valovine, il mese scorso la Città di Pola ha piazzato sulla stradina d’accesso alla pineta uno di quei dissuasori d’altezza che servono a bloccare il passaggio ai mezzi che superano una certa altezza come gli autocarri, i caravan, i camper e i furgoni camperizzati. Ovviamente la comunità dei bagnanti locali ha accolto il provvedimento con grande sollievo perché il campeggio abusivo, oltre a evadere tasse e canoni di locazione, si lascia dietro una valanga di rifiuti che tornano a deturpare l’ambiente anche dopo che i mezzi se ne sono andati. Fin qui tutto bene, tranne il fatto che dopo la sistemazione del dissuasore la barriera ha finito per sbarrare la strada alla Grotta dei colombi anche ai veicoli del Primo soccorso, che disgraziatamente in estate sono ospiti frequenti di Valovine e della Grotta dei colombi in particolare per i tuffi spericolati che aumentano il rischio degli infortuni. Infatti, per superare la barriera contro i camper, i medici e i paramedici hanno dovuto più volte richiedere l’aiuto dei vigili del fuoco. Ora non più. Dopo il caso dell’ennesimo intervento in zona per soccorrere una ragazza austriaca di vent’anni, la società Pula Parking ha escogitato il trucco per salvare capra e cavoli: una scala fissa con cui raggiungere la serratura del dissuasore che si trova a 2,3 metri d’altezza, per cui le squadre del Primo intervento hanno avuto in dotazione la chiave. Morale della storia, i camper abusivi sono fuori gioco. Ora bisogna vedere come fare per disperdere i kayak abusivi. Per quest’anno è tardi, ma per il prossimo bisognerà prendere provvedimenti in tempo.
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