
Questa sì che è musica… Non vi è ombra di dubbio circa il pensiero che l’altra sera avrà attraversato la mente del pubblico polese, trasportato sull’onda delle note del concerto “Grazie Ciscutti”. L’esatto contrario di come aveva reagito e sentenziato 120 anni fa il direttore del Theater an der Wien, col suo accento viennese: “Das ist ka’ Musik!” (Ma questa non è musica!), dopo aver sentito lo spartito de “La vedova allegra”. Se quella era stata la storica gran figuraccia per il sovrintendente della capitale dell’Imperial e Regio mondo, la performance di discreto livello al Teatro istriano è stata una gran figura per i suoi promotori e protagonisti: la SAC “Lino Mariani” and friends. Uno spettacolo poliedrico, musicale, nonché recitatorio e coreografico insieme, con dei frangenti di breve dialogo, conversazione e interazione tra astanti, hanno tenuto desto il pubblico per ben due ore e mezza. Tutto questo motivato dalla nobile intenzione di celebrare e di riportare alla memoria un personaggio, imprenditore-filantropo, con cui Pola ha contratto enormi debiti fino a imbattersi nell’obbligo morale di porre rimedio al secolare ignobile oblio. La missione artistico-culturale con cui rendere giustizia ai meriti di Patron Pietro Ciscutti – un bistrattato alla pari di Antonio Smareglia – è partita in tutta leggerezza proprio all’insegna del gran galà dell’operetta “La vedova allegra” di Franz Lehar, che nelle stagioni teatrali di tutto il mondo è ancora sinonimo dell’operetta stessa.
A tutta operetta
Nessuna pretesa di strafare quanto di offrire con impegno e dedizione delle arie che esprimono il meglio di una forma teatrale musicale leggera, spensierata e sempre a lieto fine. Incipit dedicato a “Le belle polesane” – sempre di Lehar, egregio maestro di cappella della i. e r. Marina – dall’orchestra di strumenti a plettro della “Lino Mariani” e poi a tutta operetta per un tuffo nella Belle Epoque, periodo storico brillante ed estremamente positivo, non ancora demolito da conflitti bellici. Qualcuno l’avrà declassato a genere frivolo e di facile effetto, adatto a fare presa sulla buona società borghese di fin de siecle. Ma si sa che è arte deliziosa sposata alla leggerezza e all’intrattenimento da vaudeville, con la quale si sono cimentante le corali maschile, femminile e mista della “Mariani”, nonché, con altrettanto zelo artistico, l’orchestra da camera composta da musicisti di Pola, Fiume, Zagabria e Varaždin, diretta dal maestro Igor Vlajnić. E se una meravigliosa presentatrice come Petra Blašković ha messo in campo le sue inesauribili doti d’attrice per interpretare in breve la divertente cronistoria della “vedova”, intrisa di “sconvenienti” situazioni amorose e intrighi di corte, tanto di solisti – Lidija Horvat Dunjko, Ronald Braus, Georgie Goldin, Kristian Marušić, Antonio Bogojević, Luka Žiberna e Mateo Škabić – hanno dato voce a delle squisite e applaudite interpretazioni. A rendere completa l’atmosfera d’insieme, il “Can Can” delle bellissime “grisette” del Centro di ballo “Carlotta Grisi”, coreografato da Mirna Sporiš.
La tenacia, la dedizione e la passione (attributi di mera sopravvivenza risaltati dalla presentatrice), che la “Lino Mariani” ha messo in campo dal 1947 a questa parte, hanno fatto presa anche nella seconda parte concertistica con la Serenata romantica op.94 della chitarra solista di Clara Chiara Cerin Šišić e il mandolino di Tena Andrijević, seguita da tutto un potpourri di melodie, pizzicato con dolcezza sulle corde vibranti degli strumenti a plettro. L’ensamble diretto dalla Cerin Šišić ha proposto “Mendosa” (A. Amadei), “Giunchiglia” (G. Sartori) e “La vita è bella” (N.Piovani), mentre tutte le compagini corali – preparate da Georgie Goldin e da Ronald Braus – hanno dato voce a sentimenti polesani e d’amore per la città: “Fioi de Pietas Iulia” (B.Krajcar/B.Obradović/S.Orbanić/O.Dešić), “Grazie Pola” (B.Krajcar/D.Načinović/O.Dešić) e “Pola son qua” (B.Krajcar/V. Cusma/O.Dešić).
E ora, cabaret
Tanta leggiadria tra pezzi vocali, contributi orchestrali e interventi recitati ha dominato la terza parte concertistica, con l’entrata in scena del cabaret. “Bellissima” (C.Porter) da “Kiss me, Kate”, “Supercalifragilisti chespiralidoso” da “Mary Poppins”, “Mein Herr” da “Chicago” e “Memory” da “Cats”. Caratteristica comune di tanti musical? La vivacità canoro-musicale, l’immediata godibilità, la sensualità e la simpatia dimostrata da Leonora Surian Popov e Mirko Soldano nel rendersi interpreti di varie espressioni da commedia musicale a ritmi da Broadway, fino ad esercitare sugli spettatori un piacevole potere di coinvolgimento e seduzione.
La serata teatrale ha dedicato meritati momenti di attenzione a Loretta Godigna, direttrice artistica della “Lino Mariani”, “persona speciale che ama, vive e respira la SAC”; quindi di colloquio tra la seconda presentatrice Dorina Tikvicki, Bruno Krajcar e Valmer Cusma, nelle vesti di cantante rispettivamente paroliere, incluso il piccolo intermezzo dell’ufficialità, con i saluti del presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva e dei vicesindaci di Pola Bruno Cergnul, in quota CNI, e Ivona Močenić.

Foto: Arletta Fonio Grubiša
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