Gran parte del patrimonio cimiteriale storico è persa

A detta di Raul Marsetič del Centro per le ricerche storiche di Rovigno la Delibera sulla tutela delle tombe di vecchia data è lettera morta

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Gran parte del patrimonio cimiteriale storico è persa
Una delle tombe che vanno all’asta. Foto: DARIA DEGHENGHI

Tombe storiche abbandonate dagli eredi vanno nuovamente all’asta a prezzi di partenza variabili in base alla superficie che occupano, in taluni casi di poco superiori ai loculi di nuova costruzione (dalle 20.000 kune in su). Sono appartenute perlopiù a famiglie esuli da Pola, che le hanno abbandonate oltre 70 anni fa. Altre sono addirittura austriache. In ogni caso le disposizioni sono chiare: chi non paga la tassa cimiteriale da più di 10 anni, perde di fatto ogni diritto a usare la tomba che gli era appartenuta in passato. E questa stessa tomba potrà essere occupata dai nuovi padroni. Ma non senza vincoli. Nel 2013 la Città di Pola ha commissionato al Centro di ricerche storiche di Rovigno uno studio sullo stato di conservazione delle tombe storiche e dietro suggerimento dei suoi esperti si è data un Regolamento sulla tutela del patrimonio cimiteriale in applicazione da allora ad oggi. Il problema è che quel documento non si rispetta. Insomma, è rimasto lettera morta o quasi, sicché tra i nuovi padroni delle vecchie tombe alcuni osservano la normativa e gli altri o la ignorano completamente oppure la interpretano a modo loro. Per dire che l’amministrazione cittadina possiede una delibera che non si applica o si applica in malo modo, si sono fatti avanti ieri il vicesindaco in quota CNI Bruno Cergnul e Raul Marsetič del Centro di ricerche storiche di Rovigno, ai quali si sono uniti nel giro di ricognizione cimiteriale Graziella Cazzaniga Palermo dell’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria LCPE e Darko Bijelić, direttore dell’azienda municipale per la gestione dei cimiteri e le onoranze funebri di Pola.

Come ha già fatto altre volte in passato, Marsetič ha spiegato che “gran parte del patrimonio cimiteriale storico è persa, all’incirca il 70 per cento, per cui a questo punto si tratta di salvare quello che rimane”: tutto sommato poca cosa. A suo giudizio questo era un lavoro che andava fatto 20 anni fa e oggi si può solo sperare di “salvare il salvabile”. La passata direzione del cimitero, a suo avviso, non ha dimostrato particolare sensibilità per la tutela del patrimonio storico. La Città ha fatto la sua parte emanando la delibera del 2013, ma anche quella è rimasta per certi versi lettera morta. Marsetič ha mostrato gli effetti dell’oblio con alcuni esempi: una tomba restaurata virtuosamente alla cui lapide centrale rimasta inalterata sono state aggiunte due lapidi di nuova produzione, quindi una tomba completamente violata nel 2018 (con la lapide originale semplicemente smerigliata fino alla cancellazione dei nomi dei defunti del passato) e infine una tomba che è stata ristrutturata con… licenza poetica: i nomi del passato sono stati spostati in un angolino della lapide originale, nascosto dal vaso con i fiori che adorna il sepolcro. Tutto questo per dire che d’ora in avanti dovrebbe andare meglio.

Un viale dei monumenti funebri
Chi rileva le tombe storiche dovrà ristrutturarle secondo le disposizioni e non in altro modo. Il neoinsediato direttore della municipalizzata Darko Bijelić ha promesso di fare di più: dedicare un viale ai monumenti funebri (stele, cippi, colonnette e lapidi) sradicati e recuperati negli anni dal personale cimiteriale, da allestirsi nel nuovo campo d’inumazione di prossima costruzione. Dal canto suo Graziella Cazzaniga Palermo ha ventilato la proposta che sia l’Associazione degli esuli AIPI-lCPE a occuparsi di alcune tombe abbandonate pagando il canone annuo e mantenendo i sepolcri: “Anche questa è conservazione dei beni culturali”, ha detto. Direzione e associazioni sono rimaste d’accordo di collaborare in questo senso, non senza l’appoggio dei due enti interessati: la Città di Pola e il Centro di ricerche storiche.

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