“Storie de co in paese gera i Patriarchi e in Corte gera al palasso del Conte venessian… storie de maravege… de ‘Varvuole’ e de fame granda e de guerra… Sì, dovemo a contasse queste storie, perché xe ‘l nostro vive de geri che massa svelto veno desmentegao. E sto paese, sta vecia casa… ne recorda dute ste robe… e le case nove invece… cancela duto in poco tempo”. No, non è istroveneto, non è neanche una variante dell’istrioto, ma è un magnifico “graesàn”, il dialetto di Grado che Giovanni Marchesan Stiata fa parlare ai protagonisti della sua commedia “La casa vecia”, messa in scena dall’Associazione Grado Teatro. Lo spettacolo non è nuovo, eppure vive in scena con l’ardore dei primi allestimenti. Il debutto si ebbe nell’ormai lontano 1991 e l’anno scorso ha vissuto un nuovo allestimento fedele all’originale ma “leggermente rivisitato in chiave brechtiana”. Lo ha applaudito venerdì sera il folto pubblico accorso alla Comunità degli Italiani di Gallesano che ha offerto ospitalità ai gradesi. Apprezzata la recitazione di Andrea Cicogna, Fulvio Clemente, Nausicaa Dell’Ara, Ornella Dovier, Stefano Gaddi, Paola Iuri, Cristina Lavarian, Lucia Macor, Luca Mascioli, Tullio Svettini e Sonia Zuberti. Gradite anche le musiche originali (di Ferruccio Tognon e Luciano Cicogna, con adattamenti di Andrea Cicogna) e la regia di Tullio Svettini. Al termine della messa in scena, la presidente della Comunità degli Italiani gallesanese, Diriana Delcaro Hrelja, si è congratulata con la compagnia per il successo dello spettacolo e la bravura degli interpreti.