Goran Matić: Pola ha bisogno di una svolta radicale

Intervista a Goran Matić, candidato sindaco della Radnička fronta

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Goran Matić: Pola ha bisogno di una svolta radicale

Chiudiamo gli incontri con i candidati all’incarico di sindaco di Pola con Goran Matić, della Radnička fronta. Ecco che cosa ci ha detto.

 

Un nome nuovo sulla scena politica, anche se socialmente impegnato, analista politico e commentatore. Però: chi è Goran Matić?
Oh, cominciamo subito andando sul difficile, con una domanda esistenziale: chi sono? Bene, scherzi e filosofia a parte, per me è davvero difficile parlare di me stesso; per questo probabilmente molti mi definiscono schivo e (troppo) modesto. Non so, potrei cominciare col dire quello che ho fatto e quello che faccio, non fosse per altro che per le inutili provocazioni su una “neradnička fronta” (fronte non lavorativo, in una libera traduzione, nda). Io lavoro fin dalla fine della scuola media superiore e ho lavorato davvero un po’ dappertutto, facendo vari lavori: in magazzini di fabbriche, cantieri edili, nella ristorazione, sono stato autista e altro ancora… Da quando sono venuto a Pola, e sono trascorsi dieci anni, ho lavorato in Istria Verde al progetto “Bilancio partecipato” e per anni in veste di assistente personale di una persona cerebrolesa. Questo “impiego” ben presto ha superato i confini della professione ed è diventato, oserei dire, una vera amicizia. Oggi sono impiegato nel settore IT in veste di programmatore di applicazioni e pagine web e sono assolutamente soddisfatto del mio lavoro. In altre parole, non mi occupo di politica per ambizione e con il desiderio di agguantare una poltrona, bensì per un desiderio di giustizia e bisogno di difendere quelli che il sistema capitalista sfrutta. Questa voglia di giustizia mi appartiene da sempre; ho messo seriamente piede in politica nel 2009 alla Facoltà di Filosofia di Zagabria, con il blocco studentesco e la lotta per l’educazione universitaria gratuita.

Un partito molto reale
Come mai “questa” candidatura?
Pregiudizi a parte, il Fronte operaio è un partito molto reale. Lo sappiamo bene che come partito non aboliremo il capitalismo nel locale, e io so altrettanto bene che non sarò sindaco di Pola. Ciononostante abbiamo deciso la candidatura per aumentare la visibilità della lista per il Consiglio cittadino e per l’Assemblea regionale, anche perché riteniamo sia assolutamente importante sentire, nei luoghi dove si apportano decisioni politiche che avranno ripercussioni a lungo termine, la voce della maggioranza della popolazione, quella dei lavoratori. Ritengo sia molto importante ripetere che i lavoratori non sono solo quelli che indossano le tute di lavoro. Siamo tutti lavoratori: stagionali, impiegati nel turismo, ristorazione, onorari e precari nella cultura, dipendenti scolastici, degli asili, municipalizzate, centri commerciali, call center, industria IT e via elencando. Un operaio, lavoratore, è chi vive della paga e non ha il capitale che oggi apporta decisioni politiche. RF è attiva a Pola da oltre 5 anni, lottando, “dalla strada”, con sacrificio e altruismo, per il bene pubblico, ovvero per i diritti della gente semplice, lavoratori, pensionati, alunni, studenti… Adesso è il momento di fare un passo avanti in questa lotta, di entrare negli organismi che decidono per fare sentire la voce di chi rappresentiamo, specialmente nel contesto delle conseguenze della pandemia. Ci aspettano decisioni difficili, ritocchi ai Bilanci cittadini e non dobbiamo permettere che ancora una crisi del capitalismo, come tante finora, mandi il conto a quanti già hanno poco e sono i più fragili e i più esposti. come recita un noto slogan della sinistra… che la crisi, questa volta, la paghino i ricchi, invece di trarne, di nuovo, profitto.

Che cosa è Pola per lei?
Per me Pola è soprattutto la mia seconda casa, una bellissima città di gente fantastica, con un enorme potenziale. D’altra parte, il volto sciupato di Pola rispecchia appieno la fallita ideologia neoliberale, dalla quale si distanziano anche i suoi più accesi sostenitori, come la famigerata Trojka che ha distrutto la Grecia: MMF, Banca mondiale e Unione europea, ma non così le opzioni politiche istriane, prima di tutte la DDI. Un’alternativa, in questo senso, non l’offrono nemmeno l’SDP o l’HDZ; per non parlare di liste indipendenti. Per realizzare il potenziale dormiente e distrutto, Pola ha bisogno di una svolta radicale.

Atmosfera tipicamente partitica
Quali sono i punti di forza e quali quelli deboli della città?
I vantaggi e i valori di Pola sono molteplici e quelli più importanti li ho già citati – la sua gente creativa, laboriosa e capace. Il male maggiore è l’atmosfera tipicamente partitica e di favoritismi vari, che non consentono alla gente capace di emergere, una quasi élite che ha occupato lo spazio politico e fisico e le risorse locali, usati al servizio del capitale e di pochi eletti.

Che cosa offre la RF?
Noi ci impegniamo per l’assoluta trasparenza del lavoro e delle finanze e per la reale democratizzazione della Città e della Regione, ovvero l’inclusione obbligatoria dei cittadini, ma anche dei lavoratori, nei dibattiti, nel meccanismo decisionale e nel controllo del lavoro delle municipalizzate, delle istituzioni e di tutti i livelli del potere locale. Questo include la decisione referendaria, il rafforzamento del ruolo dei Comitati rionali e dei comizi cittadini, specialmente in materia di Piani ambientali. In parole povere, combatteremo affinché tutte le decisioni e tutti i Piani abbiano al centro la gente semplice e non le vacche sacre: il capitale, il profitto, il mercato, la lobby immobiliare ed edilizia. Come gli altri esclusi, quelli al di fuori della cerchia di chi è al potere, nemmeno noi abbiamo visione delle finanze, ma faremo in modo che questo cambi; quindi, non offriamo promesse in senso classico, bensì finalità e traguardi. Quando diciamo asili pubblici gratuiti o trasporto pubblico gratuito, significa che faremo del nostro meglio per andare in questa direzione. Un altro punto chiave è mettere fine alla dipendenza dal turismo, lo sviluppo della produzione e l’assoluto appoggio a Scoglio Olivi e alla cantieristica.
Come si spiega il grande interesse per la politica, considerando i sette candidati al posto di sindaco?
Credo che molti abbiano realizzato che così più non va e che le fallite politiche e i quadri incapaci della DDI siano maturi per una definitiva destituzione.

Non abbiamo seri rivali
Chi ritiene essere il rivale più diretto in questa corsa?
Guardando all’essenza della politica, non abbiamo seri rivali. Tra i partiti della vera sinistra, quello che vede e ha il coraggio di dire che l’origine della maggior parte dei problemi risiede nell’essenza del sistema capitalista, è il Partito socialista operaio (SRP), ma purtroppo, già da tempo la formazione annaspa, in primo luogo a causa di posizioni e azioni arcaiche e problematiche, come ad esempio la comunicazione con il regime nordcoreano. Ci sono però opzioni che si profilano come una sinistra verde. Per alcuni loro fondatori so che sono consci dei problemi sistemici del capitalismo, ma su questo tacciono, perché non va di moda. Sarebbe anche una tattica politica legittima, se non avesse conseguenze deleterie già in atto. Via via che Možemo! esce dagli ambiti zagabresi, la loro deliberatamente poco chiara posizione fa sì che aderiscano alla piattaforma persone che credono che il problema risieda unicamente nei singoli corrotti o, peggio ancora, in una fantomatica “mentalità balcanica” e così facendo appoggiano un “vero capitalismo” quale soluzione. Praticamente diventano sempre meno di sinistra e sempre più vicini alla socialdemocrazia liberale della “terza via”, una versione cool dell’SDP.

Revisione di tutti gli archivi
Quali le prime mosse post elezioni?
Le prime mosse? Beh, se per un incredibile caso dovessimo conquistare il potere, probabilmente si tratterebbe di una revisione di tutti gli archivi dell’amministrazione e delle municipalizzate per riconquistare la fiducia dei cittadini nell’amministrazione cittadina. Non possiamo affermare con sicurezza che ci siano state azioni criminali, ma è tempo che si finisca di sospettarlo e quindi bisogna accertare lo stato delle cose.

Comunque, poiché non conquisteremo il potere, i primi passi saranno quelli di proporre modifiche agli atti normativi e alla prassi che maggiormente incidono sulla cittadinanza, come ad es. il diritto all’iscrizione dei bambini all’asilo. Dovrebbe bastare essere un bambino. Poi ci sono altri esempi simili; ci consulteremo con i cittadini in modo da proporre le soluzioni migliori e una prassi che non sia discriminante.

In cima alla lista delle cose da fare, certamente la verifica dei diritti del lavoratori e la tolleranza zero in quanto alla loro violazione. Ancora, servono modifiche allo Statuto cittadino in direzione dell’inclusione della cittadinanza nei dibattiti pubblici e nei meccanismi decisionali. Sarebbe utile in questo senso una buona piattaforma Internet per un’e-democrazia, che non sia sottoposta al controllo della Città e in funzione della propaganda. Come avviene ad esempio con il gruppo Viber tramite il quale la DDI cerca di presentarsi “moderna e aperta”.

Portare la voce di chi lavora
A quale risultato guarda? C’è spazio per coalizzare e con chi?
Siamo ben piantati con i piedi per terra e siamo assolutamente coscienti che Pola non avrà un sindaco della Radnička fronta. Non in queste Amministrative, per lo meno. Il nostro fine è avere almeno un mandato in Consiglio cittadino e in seno all’Assemblea regionale, per portarvi la voce di chi lavora. Per questo invito chi non voterà per me perché “non ho chance”, di votare tranquillamente per la candidata più papabile e reale, ma al contempo invito a votare, quando si tratta di rinnovo consiliare, per la lista della RF per fare in modo che in questi che sono organi politici finalmente si senta la voce della maggioranza operaia, della gente “con problemi reali”, come recita il nostro slogan. Chi vede un problema nelle facciate brutte o nella mancanza di un posto macchina su desiderio, non ha problemi reali.

Per quanto riguarda eventuali coalizioni post voto, come in tutti i frangenti, decideranno tutti i tesserati delle organizzazioni locali. Sappiamo, però, con certezza, con chi non coalizzeremo e si tratta di partiti con vedute e orientamento anche economico di destra, DDI inclusa. Eventuali appoggi a opzioni accettabili poggeranno su condizioni atte a risolvere i problemi più pressanti della “gente semplice”. Su questo saremo inamovibili.

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