Gli esami di Stato come la cartina di tornasole

Alla Scuola elementare italiana «Giuseppina Martinuzzi» di Pola e a quella di Dignano la giornata di verifica del sapere è filata via liscia con nessun problema organizzativo. Anche senza i voti i risultati saranno indicativi

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Gli esami di Stato come la cartina di tornasole
La sede della scuola elementare Giuseppina martinuzzi. Foto: Sasa Miljevic / PIXSELL/PIXSELL

Siamo giunti alla giornata seconda, ieri, con la manovra della verifica generale del sapere, voluta per il terzo anno consecutivo dal Centro nazionale per la valutazione esterna dell’istruzione. Tuttavia è stata una mattinata specifica, avendo stavolta coinvolto esclusivamente gli allievi delle scuole elementari, che seguono un processo di formazione nella loro lingua minoritaria. É il caso delle scuole della Comunità Nazionale Italiana, ancora una volta chiamate ad affrontare uno sforzo aggiuntivo, così come predisposto nell’ambito della maturità di Stato, che alle materie cardine – croato, matematica e lingua inglese – affianca pure le prove orali e scritte di lingua (e letteratura) italiana. Dunque, dopo più o meno di tre orette di scrittura dell’esame di croato per tutte le classi quarte su scala nazionale, ieri è stato richiesto di fare altrettanto, con le prove di italiano.

Una spesa non indifferente
Non va ignorato il dato di fatto che una parte dell’opinione pubblica si sta spesso interrogando se il gioco valga davvero la candela; se ben 4,8 milioni di euro di spesa pubblica, impiegata per organizzare un’operazione di spostamento globale e di maxi pianificazione distribuita in ciascuna scuola, forniscano per davvero dei risultati talmente preziosi e indispensabili al miglioramento della qualità dell’insegnamento nelle scuole di Croazia; se la produzione stampata di oltre mezzo milione di completi d’esame non rappresentino uno sperpero di energie in necessità forse superflue o non esattamente essenziali per il settore formativo. D’altra parte c’è chi critica l’investimento in un’impresa che potrebbe incidere ulteriormente sullo stress già alimentato dalle solite verifiche quotidiane (esamini, controlli e controllini, interrogazioni e riparazioni di voti ecc…), mentre non a caso tra le file dei genitori c’è chi ha simbolicamente “tradotto” una preoccupazione vigente sbottando: “Mia figlia sarà costretta scrivere 12 esami in 16 giorni. Tutto questo è troppo!” Vero è infatti che dopo i tre esamini per le quarte, arriveranno i test plurimi, “piccola maturità” per le ottave, ai quali vanno sommati gli “extra” che omaggiano le scuole minoritarie.
Partendo da premesse e dubbi in proposito merita trasmetterle e chiedere lumi a chi è del mestiere e a chi ha la possibilità di “verificare chi verifica” in senso inverso, alias di valutare il Centro per la valutazione e questa sua voluta esamina globale, che in effetti, dopo soltanto tre anni di applicazione consecutiva è ancora da considerarsi a livello sperimentale. Ci si affida, nel caso nostro, agli interlocutori delle scuole che nel Polese e Dignanese offrono agli utenti una formazione in lingua italiana e che come tali seguono da vicino le prove di Stato, cucite su misura per le scuole con insegnamento negli idiomi minoritari. Prove adeguate a scolaresche che nel loro complesso sono considerate eterogenee (allievi di matrimoni misti e non), e dove la realtà sociolinguistica è complessa e specchio dell’appartenenza etnica dei frequentatori. Siamo di fronte a un problema e a degli oneri da cui si poteva essere risparmiati?
Luka Brussich, direttore della SEI Giuseppina Martinuzzi di Pola e Barbara Buršić Križanac, direttrice dell’elementare di Dignano che affianca le Sezioni croata e italiana entro un unico edificio, non disegnano di certo di esprimersi in proposito.

Luka Brussic.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Un ottimo sistema di accertamento
“Senza entrare nel merito delle possibili divergenze d’opinione – è il ragionamento di Luka Brussich – penso che questi esami rappresentino un ottimo sistema di accertamento e vaglio della qualità del processo formativo. Servono principalmente in loco, alle singole istituzioni scolastiche, che una volta ottenuto in mano il responso, con i risultati delle verifiche, da Zagabria, possono essere in grado di scoprire se si trovano ‘sotto’ o ‘sopra’, oppure a livello della media nazionale per sapere acquisito e attestato nelle prove. I dati di cui noi facciamo incetta ci comunicano qualcosa di non trascurabile, si dimostrano indicativi e utili al direttore scolastico e agli insegnanti in primo luogo, essendo i medesimi una specie di cartina di tornasole per comprendere se stiamo lavorando davvero bene; se in classe ci sono delle carenze nel trasmettere la conoscenza; se ci sono dei punti di debolezza sui quali vanno investite più attenzioni e come si può comunque migliorare ulteriormente, allo scopo di offrire alla nostra utenza una formazione ancora più buona e vantaggiosa. A mio avviso, è il caso di spezzare una lancia a favore degli esami nazionali, da considerarsi più utili al perfezionamento e alla ‘correzione’ del processo di apprendimento della scuola, che direttamente agli alunni o ai loro genitori”.
Un confronto salutare

E il riscontro per le scuole della CNI?
“Non essendo soggetti ai voti, le verifiche del Centro sono vantaggiose per le scuole in generale e a quelle italiane pure, in quanto ci si posiziona tra le 15 elementari della CNI di Croazia, generando l’opportunità di stabilire un salutare confronto e di crescita comune e reciproca come sistema scolastico CNI. La qualità dell’insegnamento, messa attualmente in campo, diventa visibile e passibile di miglioramento a beneficio dei discenti. Quanto alle nostre ottave, no, l’impegno loro richiesto non sarà esagerato. Farà bene alla concentrazione e alla capacità di attenzione. Sono ragazzi in procinto di uscire dalle ottennali e d’ingresso nelle medie-superiori che come tali devono già essere in grado di dimostrare competenze e fare di più.”
Tuttavia c’è un difetto da tallone d’Achille, in tutta la faccenda della valutazione nazionale.
“Considerata l’omissione dei voti, la motivazione a fare, spesso, viene a decadere. Tanti alunni non si impegnano abbastanza, gettano la spugna dopo una decina di minuti, consegnando l’incartamento agli addetti di turno. La scuola non ha la possibilità di disciplinare alcuno. Così è, nonostante le calde raccomandazioni da parte della scuola, in quanto troppe verifiche compilate senza gran sforzo, si traducono in un risultato collettivo erroneamente scadente e non corrispondente alla situazione reale.”
Come si respira, intanto, a Dignano? Operazioni di verifica senza intralci?

Dignano, squadra coordinata
“Noi siamo una squadra ben coordinata – è il giudizio di Barbara Buršić Križanac – e organizziamo tutto senza intralcio alcuno, in quanto siamo supportati già da tre anni da un coordinatore molto bravo ed efficiente. Il nostro consiglio come istituzione educativo-formativa è quello di stimolare e convincere i ragazzi a dare il loro massimo, perché questa verifica è una forma con cui misurare e paragonare il sapere, tale da fornire le giuste direzioni di studio e lavoro per gli allievi. L’altro giorno, già con la prova di lingua croata sono scaturite alla luce difficoltà di comprensione del lessico quale conseguenza di una mancata abitudine alla lettura. Stiamo collezionando degli indicatori, che potrebbero suggerire di fare qualcosa in proposito, anche se di queste carenze tra le nuove generazioni si è ormai coscienti senza ricorrere agli esami nazionali. Dopo la prima parte della prova di lingua italiana, invece, ho sentito dire dai ragazzini della Sezione Italiana che ‘è stato più facile’. Voglio vederli… tra un’oretta, quando avranno terminato la stesura del compito scritto. In ogni caso, non mi sembrano stressati, anzi vivaci, pimpanti e rallegrati dalla prospettiva di finire in anticipo con le lezioni regolari. Andare a casa prima è necessario per sgravare gli sforzi comunque compiuti”.
Chiudere prima del solito squillo del campanello e tanto di ore sacrificate alla verifica nazionale, comporteranno un ritardo nello svolgimento del programma d’insegnamento?
“No no. Le direttive inerenti alla programmazione degli esami nazionali per le elementari ci vengono fornite già a settembre con l’inaugurazione dell’anno scolastico. Da allora, abbiamo spazio di manovra a sufficienza per organizzarci nella stesura del piano d’insegnamento”.

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