Gli asparagi prendono una stagione per l’altra

Piazza del Popolo cominica a svuotarsi, ma i prezzi restano elevati. L’ortaggio più pregiato costa 8 euro al mazzetto

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Gli asparagi prendono una stagione per l’altra
Piazza del Popolo cominica a svuotarsi seriamente. Foto: DARIA DEGHENGHI

Con i primi giorni d’autunno e ottobre alle porte, piazza el Popolo comincia a svuotrsi molto rapidamente e non è un caso. Da tempo ormai quello il cuore pulsante di Pola è diventato un cuore che… pulsa solo a metà: d’estate batte all’impazzata e d’inverno si mantiene appena in vita. I segni del prossimo letargo sono evidenti: come si spopola di acquirenti, così cominciano a ritirarsi prima i rivenditori e poi anche le ortolane. Alla fine, quando la pioggia e la bora saranno costanti, rimarranno solo gli incalliti e quelli che non possono permettersi che le scorte di merce vadano a male. Insomma, da quotidiano qual è sempre stato, il mercato polese sembra destinato alla stagionalità proprio come il resto dei negozi del centro storico colpito da una grave forma di turistificazione.

Prezzi improponibili
C’è un motivo per cui i locali hanno il timore di fare la spesa in piazza del Popolo ed è più che comprensibile: il portafogli si svuota molto prima che al supermercato e le famiglie con i soldi contati, che sono sempre numerose (lo sono anzi sempre di più) sentono la differenza e si guardano bene dallo spreco. Che poi il significato di “spreco” sia un concetto opinabile è un altro paio di maniche. Per tagliare corto, alcuni prezzi sono davvero improponibili. C’è l’uva da tavola, come il moscato, che al supermercato si paga da un euro e cinquanta a due e mezzo, in piazza del Popolo costa non meno di 4 e generalmente 5 euro al chilo. L’insalata? La lattuga foglia di quercia viene 5 euro, altre varietà 6, i porri, la cipolla, la verza, i cetrioli e le zucchine costano 4 euro, i broccoli, il cavolfiore e i pomodori cuor di bue 5 euro, i fagioli e i fagiolini 6, il finocchio 7, l’aglio 15 e i funghi porcini 35 euro. Caspita. Ripasseremo più tardi.

Porcini a 35 euro: “Me ne dia uno piccolino, grazie”.
Foto: DARIA DEGHENGHI

Solo le patate sotto i due euro
Le sole verdure il cui prezzo non supera i due euro sono praticamente le patate. E la sola frutta che costa meno o tre euro tondi, sono le prugne e i primi mandarini nostrani (perché le clementine d’importazione vengono 4 euro). Il prezzo dei fichi a buccia scura, poi, è tutto un programma. C’è chi li vende a 25 euro se sente parlare tedesco oppure fiuta l’ingenuità del cliente inesperto in materia di… fichi, ma se vede in arrivo il cliente locale nasconde il cartellino col prezzo e dice che costano 15 euro ed è disposto a ridurre ulteriormente il prezzo. Non si capisce bene per quale motivo. Gli altri fichi tutto intorno costano 10 euro e a occhio e croce si direbbe che sono gli stessi. Insomma, quando ti fanno fesso o perlomeno ci provano, si preferisce proseguire e dire come stanno le cose: questo genere di giochetti non vale proprio un fico secco.
Un ultimo appunto en passant. Dopo una fine d’estate eccezionalmente fresca e bagnata, e un inizio d’autunno caldo e soleggiato, le piante d’asparago hanno preso una stagione per l’altra (per non dire che hanno scambiato cavoli per rape) e sono tornate a germogliare proprio come fanno tra l’inverno e la primavera quando il freddo cede il passo al primo tepore. Eccoli qua nuovamente in offerta al mercato della frutta e della verdura al solito prezzo elevato delle primizie di stagione: costano 8 euro al mazzetto e ci ricordano i bei tempi quando gli asparagi li pagavamo 10 e 20 kune…

Fichi a 25, 15, 10: tombola!
Foto: DARIA DEGHENGHI
La cipolla è diventata un ortaggio caro.
Foto: DARIA DEGHENGHI
Gli asparagi a 8 euro.
Foto: DARIA DEGHENGHI
Prugne a due euro e mezzo.
Foto: DARIA DEGHENGHI

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