Giorgio Cerlon: «Sono già pronto per questo incarico»

Intervista al candidato vicesindaco CNI indipendente di Dignano

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Giorgio Cerlon: «Sono già pronto per questo incarico»
Foto: ARCHIVIO PRIVATO

Tre sono i vicesindaci in rappresentanza della Comunità Nazionale Italiana del Dignanese. Uno di questi è Giorgio Cerlon. Lo abbiamo contattato e gli abbiamo chiesto di illustrarci il suo programma, ma anche di spiegarci perché ha deciso di scendere in campo, candidandosi alla carica di vicesindaco.

Perché ha deciso di candidarsi a vicesindaco in rappresentanza della CNI?
Perché sono italiano, bumbaro al 100 per cento, e voglio impegnarmi in prima persona per tutelare i miei connazionali. E poi, lavorando da 15 anni per la pubblica amministrazione, e avendo tre mandati da consigliere cittadino alle spalle, desidero mettere la mia esperienza al servizio dei miei concittadini. Conosco i meccanismi, i regolamenti e le possibilità con cui chi opera deve fare i conti, so come fare le cose, come concretizzare le idee e come portare avanti i progetti per la nostra comunità. Non sono una persona che ha bisogno di preparasi: sono già pronto per questo incarico.

Quali sono le sue proposte?
Le mie sono proposte concrete. Ricalcano quelli che sono i diritti acquisiti della Comunità nazionale autoctona italiana, in questi ultimi anni forse un po’ trascurati, come il bilinguismo attivo, in tutte le sfere della vita quotidiana, il coinvolgimento dei concittadini di nazionalità italiana nei processi decisionali riguardanti i nostri abitati storici affinché non si dimentichino le nostre radici. Non possiamo rimanere in disparte e osservare passivamente come i caratteri distintivi dei nostri luoghi vengono trascurati e dimenticati. Con la parola “coinvolgimento” pensavo che noi italiani, essendo presenti su questo territorio da 500 e più anni, abbiamo il dovere ma anche il diritto di avere dei nostri rappresentanti qualificati in almeno due commissioni cittadine; quella per la cultura e quella per l’assetto territoriale, affinché non facciano più interventi “non belli” da vedere nei centro storici delle due cittadine di Dignano e Gallesano. Vivendo a Dignano, la conosco bene, e pertanto possono fin da subito dare dei suggerimenti ai futuri vertici cittadini. Ad esempio suggerirei di chiudere al traffico tutta via Merceria (si può fare, magari a fasi) e trasformarla nel salotto buono di Dignano.

Se dovesse venire eletto cosa farebbe subito?
Dal primo giorno mi impegnerei immediatamente per ripristinare il bilinguismo visivo, che purtroppo sta scomparendo. È un piccolo passo, se osservato da un punto di vista pratico di fattibilità, ma di enorme importanza per ricordare a tutti gli abitanti del Dignanese che questo territorio è culturalmente ricco, a partire dalle sue parlate (i nostri dialetti istrioti di Dignano e Gallesano, senza dimenticare poi quello di Peroi). Un’altra delle prime cose che farò fin da subito sarà impegnarmi affinché ogni mio concittadino possa usare la lingua italiana in qualsiasi ufficio o luogo pubblico. Un altro aspetto che voglio mettere al centro delle mie attività riguarda la tutela del patrimonio storico-architettonico e culturale del Dignanese, un’inestimabile tesoro che merita molto più rispetto di quello che gli stiamo dimostrando in quest’ultimo periodo.

Come giudica l’attuale livello di cooperazione tra l’amministrazione cittadina e le due Comunità degli Italiano di Dignano e Gallesano?
Non sono soddisfatto, soprattutto in quest’ultimo quadriennio. Ho notato, infatti, che invece di coinvolgere la gente del posto, ovvero i miei concittadini custodi della memoria storica e dell’orgoglio locale, l’attuale pubblica amministrazione ha coinvolto soggetti esterni, che spesso non hanno idea di che cosa sia il Dignanese. Se eletto, garantisco sin da ora, che la collaborazione con i mieti concittadini sarà strettissima.

Dignano è una città bilingue. Perlomeno sulla carta. E nella pratica? Insomma, ritiene adeguato l’attuale livello di presenza e visibilità del bilinguismo sul territorio?
Come già ribadito in precedenza, il livello attuale del bilinguismo è pessimo, credo ai minimi storici: manca addirittura quello visivo. Inoltre, molti dei nuovi “amministratori” non conoscono l’italiano, il che è inammissibile a Dignano. Vengono dimenticati i toponimi storici (esempio eclatante “Astra” che compare anche in uno studio commissionato dalla Città al posto di “vecchia scuola”)… Insomma, mi permetto di dire che l’attuale livello del bilinguismo è a dir poco catastrofico.

Che cosa si sente di promettere ai suoi concittadini di nazionalità italiana?
Prometto davvero e sinceramente di impegnarmi per ridare alle nostre cittadine, Dignano e Gallesano, il carattere italiano che hanno sempre avuto, perché storico, centenario e intrinseco al territorio. Voglio che nelle nostre strade e piazze si ritorni a parlare e a sentire l’italiano.

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