Finanziamenti Ue per la società civile

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Finanziamenti Ue per la società civile

Dietro agli acronimi indefiniti e astratti che l’Europa assegna ai progetti da implementare nel progresso civico dei Paesi membri, si nascondono spesso iniziative introduttive per delle finalità valide e concrete, pur essendo sempre lunga la strada da percorrere prima di raggiungerle. Il discorso calza bene per +Resilient, progettazione Ue finanziata dal Programma di collaborazione transnazionale Interreg Mediterranean, nella quale si sono inserite da partner la Regione istriana assieme alla sua Fondazione pro partenariato e sviluppo della società civile. In detto caso, l’acronimo sta per Mediterranean Open ResouRcEs for Social Innovation of SociaLly ResponsIve ENTerprises vale a dire Risorse mediterranee aperte a favore dell’innovazione sociale e dell’imprenditoria socialmente responsabile.

Tempo quattro anni, precisamente dal 2018 al 2022 per mettere a frutto 370.333 euro, di cui 181.950 da far passare attraverso il bilancio regionale e 188.383 euro da quello della Fondazione. Il fatto di trovarsi appena al punto di partenza per un percorso ancora tutto da scoprire non scoraggia Ivana Dragišić, f.f. assessore Regionale per la collaborazione internazionale e gli affari europei e Helga Može Glavan, direttrice dell’anzidetta Fondazione. Come sentito, si parla di un investimento a lunga scadenza nell’innovazione sociale, vale a dire in un duraturo processo di cambiamento basato su delle strategie e delle idee che vogliono portare a soddisfare lo sviluppo economico e sociale della comunità di riferimento. Gli ambiti prediletti dall’innovazione sociale stimolata dall’Europa sono l’integrazione sociale, l’istruzione e la formazione, la diminuzione dell’inquinamento, il riuso e l’economia circolare, il miglioramento delle condizioni di lavoro, la valorizzazione culturale, creativa e artistica delle competenze, delle identità e del territorio.
Nel caso del progetto istriano di +Resilient, s’intende partire da un’opera di ricerca, attingendo da buoni esempi pratici, pochi, ma esistenti in Regione, nel campo dell’innovazione sociale fino a creare una banca dati, effettuare valutazioni e capitalizzare i risultati nell’ambito della struttura economica regionale. Creando sinergia con gli enti pubblici e privati, le piccole e medie imprese, si crede di poter essere in grado di premettere l’applicazione di progetti socialmente utili e autonomi, di creare uno start-up imprenditoriale innovativo a vocazione sociale, sensibile all’integrazione lavorativa e professionale di persone diversamente abili, di categorie marginalizzate o quant’altro (vedi l’esempio della polese Tekop o dei bar e ristoranti che impiegano giovani che hanno la Sindrome di Down o lavorano con il supporto di pensionati). In sostanza l’elemento distintivo di +Resilient è quello di affiancare alla responsabilità economica anche una responsabilità sociale, che crei valori tangibili e intangibili, per tutto ciò che sta intorno all’azienda. Valori vincenti per l’impresa, per le persone, per il territorio e per l’ambiente.

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