«Famiglie e altri scampigli» Un libro che fa ridere tutti

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«Famiglie e altri scampigli» Un libro che fa ridere tutti

Alla faccia dell’uso indiscriminato del concetto di normalità, e di coloro che osano delineare ciò che rientra nella “norma” e quello esula dalle connotazioni a essa associate comportandosi da misuratore dello (s)corretto: ma chi è che rappresenta l’unità di misura per la “normalità”? A smascherare la negatività dei pregiudizi che si accollano a persone, condotte, gesti e situazioni attribuendone caratteristiche di anormali e peggio ancora di “non accettabili”, ci ha pensato la scrittrice Manuela Salvi, classe 1975, autrice di oltre 25 libri per ragazzi pubblicati in Italia, Francia, Germania, Spagna e Inghilterra, collaboratrice di Mondadori Ragazzi, copyeditor e traduttrice anche per altri editori come Salani, Piemme, DeAgostini, insegnante di scrittura creativa, fondatrice, insieme ad altri colleghi, dell’ICWA, associazione italiana scrittori per ragazzi. Ha completato il Master in Letteratura per Ragazzi alla Roehampton University di Londra, vincendo la prestigiosa borsa di studio “Jacqueline Wilson” nella stessa università, per un dottorato di ricerca. Il suo libro in lingua inglese “Girl Detached” è stato nella lista delle nomination per la Carnegie Medal nel 2017. Basta la biografia per comprendere la validità dell’ospite italiana salita ieri in vetta al Monte librić, alla Comunità degli Italiani, con la missione di incontrare i ragazzi partecipanti al programma italiano “Più che una storia”.

«Balla e non ci pensare»

Le classi seconde, terze e quarte delle elementari italiane di Pola (Giuseppina Martinuzzi), Dignano (Sezione italiana), Parenzo (Bernardo Parentin) e Umago (Galileo Galilei) hanno potuto compiere il loro ingresso nel grande ambiente del condominio protagonista assoluto dell’ultima opera dell’autrice “Famiglie e altri scompigli”. Un libro che, come appreso, ha fatto ridere la sua autrice – invitata ad accomodarsi nel salotto letterario dalla coordinatrice dei programmi italiani Liana Diković – e anche i bambini lettori, il che attesta la validità dello scritto. Una volta entrati in medias res tra le pagine del volume che i ragazzi hanno già letto a scuola, che cosa si incontra? Un mondo strano diverso, bizzarro, ridicolo, ma mai “anormale”, fatto di tante persone che l’autrice ritrae e sicuramente ammira per il loro coraggio di essere sé stesse, noncuranti dell’altrui (pre)giudizio: il tizio che ascolta la radio a tutto volume alle 6 del mattino, la signora “collezionista” di beniamini domestici, il pittore che accompagna il suo atto creativo da esibizioni canore, il coinquilino che lascia traccia sudicia lungo le scale mentre scende a scaricare le immondizie. Non sarà lodevole, ma… il problema di definire la soglia della percentuale che implica il passaggio da anormale a normale preoccupa in buona parte la protagonista del libro Barbara, detta Ruggi. A quest’ultima la sua famiglia non piace per niente causa la grinta che la contraddistingue: un papà strambo, la sua nuova fidanzata e due nuovi fratelli di cui farebbe volentieri a meno. Non vede l’ora di partire per andare a trovare la sua mamma a Parigi. Piano piano però (anzi di piano in piano), trova a ogni pianerottolo del suo condominio tante altre famiglie ancora più strane della sua, tutte accomunate dal grande amore che le unisce. E come dice il suo papà: “Una famiglia normale? Che ti frega delle etichette. Non devi mica definire tutto. Balla e non ci pensare”.

Vivace dialogo tra autore e lettori

La storia dei tanti modi per essere, come individui e famiglie, ha attirato l’interesse del pubblico al punto da ragionarci sopra, investire Manuela Salvi di domande argute, toste e anche simpaticamente imbarazzanti, fino a costruire un vivace dialogo e confronto tra autore e lettori. D’accordo lo scrittore ci mette mesi e mesi per produrre un libro, ma qualcuno ha sbottato che il compito scolastico (quegli orchi cattivi di maestri), lo si scrive anche fino alla mezzanotte. E vai a indagare, alla scoperta delle storie nascoste nei libri della scrittrice che come appurato celebrano la ”differenza” dell’essere: Zaff, il bimbo che vuole fare la principessa e s’imbatte nel disappunto femminile (“non puoi perché hai il pisellino”), Toni Mannaro, il lupo che vuole fare il musicista in una città di animali erbivori, Beeelinda la pecorella dal muso nero che sogna una vita fuori dal gregge. E la sua storia di permanenza sull’albero (come il Barone Rampante) e di volo celeste verso le nuvole-pecorelle, allegorica da cima a fondo, è stata proposta in lettura insegnando di non rinnegare il coraggio di rifiutare delle frasi tipo (“Ma dove vai… ma cosa fai… non ce la farai”), l’omologazione nei percorsi già tracciati, i modelli preconfezionati, la “strana” e salubre vocazione della pecora nera alla ricerca della felicità.

Va segnalato che ieri pomeriggio, Manuela Salvi ha regalato un seminario altamente formativo sulle “Emozioni scomode e tabù”, esplorando possibilità didattiche legate ai libri assieme a insegnanti, educatori, bibliotecari e studenti delle istituzioni della Comunità Nazionale Italiana.

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