Edilgate. Affare da 4,5 milioni

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Edilgate. Affare da 4,5 milioni
Mladen Kancelar all'arrivo negli uffici dell'Uskok a Fiume,

Un guadagno illecito quantificato in 4,5 milioni di kune. Illecito in quanto frutto di un condono edilizio strabico, che ha dato una ragione d’essere a costruzioni sorte in punti nel quali non ci dovrebbe essere traccia di mattone. Come abbiamo riportato, martedì la Polizia e l’Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata, concluse le attività d’indagine, per così dire sottotraccia, hanno bussato alle porte di quanti sospettati di essere coinvolti in casi di legalizzazione di immobili che non avrebbero trovato conforto nella Legge sul condono edilizio. Il ventaglio dei reati contestati è relativamente ampio: abuso di potere d’ufficio, istigazione e concorso nell’abuso di poteri d’ufficio, falsificazione di documenti ufficiali e pubblici e falsificazione di atti.

Una sessantina gli agenti in azione martedì mattina, che hanno fermato e accompagnato a Fiume, sede dell’USKOK, 26 indagati. Alcuni sono stati rilasciati dopo l’interrogatorio e quindi si difenderanno a piede libero, per altri, invece, si sono spalancate le porte della cella. In effetti è stata rilasciata la maggior parte degli indagati. Il carcere preventivo è stato disposto per Damir Janko, all’epoca dei fatti assessore alla Pianificazione ambientale della Città di Dignano, e per Dora Komparić, all’epoca responsabile dell’Ufficio per la pianificazione e l’edilizia della Città di Dignano. La Polizia fornisce dati generici, dai quali è possibile però individuare, senza tema di smentita, l’identità delle persone. Tra gli altri indagati Mladen Kancelar, all’epoca responsabile dell’Ufficio dell’amministrazione statale in Istria, Dragan Štokovac, proprietario della Štok Srl di Peroi, il figlio Danijel Štokovac, Rade Bunčić (imprenditore edile), Krešimir Stojkovski, geodeta della Geo Biro Srl, Sead Ibrahimović, ex responsabile dell’Ufficio regionale per la Pianificazione ambientale, la progettista Maja Ristić (che non è stata ascoltata in quanto è momentaneamente all’estero), l’ingegnere edile Sergio Zanghirella e proprietari degli immobili oggetto di condono. E sembra che… l’indulgenza fosse giunta anche prima del peccato; prima cioè che il proprietario del terreno costruisse l’edificio. Fatta la legge, trovato l’inganno: non potendo ottenere il permesso edile, si prendeva la strada del previo peccato legale-amministrativo.

I sospettati e/o indagati sono cittadini croati, sloveni e serbi. Come detto, dalla manovra avrebbero tratto un profitto quantificato in 4,5 milioni di kune.

Le indagini avrebbero convalidato i sospetti che vedrebbero una 40.enne e un 59.enne cittadini croati, in quanto dipendenti di un’autonomia locale nella Regione istriana, con competenze nell’ambito della procedura del condono edilizio, dal 2014 al 2019 avrebbero emesso il rilascio del titolo abilitativo edilizio in sanatoria, anche se gli immobili non soddisfacevano le condizioni previste dalla Legge in materia di sanatoria. Si tratta appunto di Damir Janko e Dora Komparić.

Tutto sarebbe partito dai richiedenti la sanatoria (7 cittadini croati, 10 sloveni e un serbo), in concorso con le persone autorizzate alla stesura della documentazione necessaria (sei persone tra architetti, progettisti, geodeti).

L’azione che ha scoperchiato il vaso di questo edilgate ha il nome in codice “Dorina”. Dolce come un popolare marchio di cioccolato, presente sugli scaffali di tutti i negozi. In effetti la faccenda ha risvolti amari, per quanti in flagrante e per quanti, nel costruire avevano preso la strada del lecito, spendendo tempo, denaro ed energia nella raccolta della documentazione necessaria. Ma si dice che i nodi vengono al pettine; questi sembrano essere talmente grossi che anche a usare un pettine sdentato si sarebbe incappati in qualcosa. E non possiamo non pensare che il nome in codice sia riconducibile a quello di una delle persone indagate, Dora Komparić, appunto. Ma ai termini delle indagini, sono dettagli di nessunissimo conto.

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