«È un incarico in bilico tra il passato e il futuro»

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«È un incarico in bilico tra il passato e il futuro»

La Comunità degli Italiani di Dignano si appresta a celebrare il traguardo dei 70 anni della fondazione, un anniversario importante che sarà festeggiato venerdì sera nella piazza principale con un programma artistico-culturale, al quale già da ora il sodalizio invita a partecipare soci e simpatizzanti, nonché tutta la cittadinanza.

Cogliamo l’occasione per fare una chiacchierata con il presidente del sodalizio, Livio Belci, al quale chiediamo innanzitutto a quando risale la costituzione. “Stando ai dati di cui disponiamo, la CI nasce il 4 luglio del 1948, grazie ai padri fondatori Antonio Gorlato, Giovanni Demarin e Antonio Geissa”, ci risponde.

Qual è l’importanza della sua presenza sul territorio?

“Sicuramente grande, in quanto la Comunità nazionale italiana è l’unica componente del popolo autoctono in Istria. Anche se lo Stato ci dichiara minoranza, come aveva avuto occasione di dire anche l’ex presidente Ivo Josipović, noi siamo la componente più importante dello Stato croato in Istria”.

Quali attività si svolgono oggi in Comunità?

“Le attività sono molteplici, a cominciare dal coro, guidato dalla maestra Orietta Šverko. Si tratta indubbiamente del gruppo più longevo, che oggi conta una trentina di membri, la cui età media è all’incirca di 70 anni. Alcuni coristi, come Domenico Cerlon e i coniugi Odino e Adelia Fioranti, ne fanno parte fin dalla sua fondazione, ossia dalla 1948. Rimanendo in ambito musicale, fino a pochissimo tempo fa, erano attivi pure i minicantanti e i solisti, che purtroppo sono stati costretti a prendersi un periodo di pausa in quanto in seguito al trasferimento dell’ex dirigente, Antonella Picinić in una località dell’Istria centrale, la CI è ancora alla ricerca di uno nuovo. Un altro gruppo che vanta attività pluridecennale è quello folcloristico, oggi diretto da Maurizio Piccinelli, nell’ambito del quale opera quello incaricato esclusivamente dell’organizzazione del Festival internazionale del folclore ‘Leron’, che miete sempre più successi, agendo come fattore moltiplicativo anche per la promozione del turismo dignanese. Da un anno a questa parte è operante pure il gruppo dei piccoli folcloristici, sempre diretto da Maurizio Piccinelli, in cui compito primo è quello di reclutare nuove leve per il gruppo folcloristico, costantemente soggetto al rinnovo generazionale. A occupare un posto di spicco nel gruppo folcloristico sono i musicisti (‘sonadori’) e grazie alla collaborazione con l’etnomusicologo Dario Marušić, attualmente si sta provvedendo a istruire un violinista, mentre in futuro si conta di potere abilitare pure un suonatore di leron. Va poi annoverato il gruppo di ceramica, che già da anni suscita grande interesse, grazie all’entusiasmo del suo responsabile, Igor Fabris. I suoi membri sono diventati dei veri artisti, che tra l’altro hanno pure creato le targhe che saranno assegnate alle associazioni meritevoli in occasione della celebrazione del 70.esimo.
Sempre attivo il gruppo della filodrammatica, guidato da Fabiana Lajić, che non manca mai di divertire il pubblico con scenette esilaranti, come pure quello della terza età, diretto da Maria Burić, con le sue interessanti mostre volte a presentare i costumi e le tradizioni locali. Prezioso pure l’operato del settore culturale, che si occupa di ricerca storica, etnografica e dialettale, della redazione del periodico informativo comunitario ‘La trifora’ e dell’attività bibliotecaria”.

Quanti sono attualmente i soci del sodalizio; quanti i giovani?

“La CI di Dignano conta circa 700 membri effettivi, che assieme ai simpatizzanti diventano un migliaio. Tra i soci contiamo una settantina di giovani”.

Accanto a salvaguardia e promozione della cultura e tradizioni italiane, quali sono i progetti?

Al momento siamo alle prese con il rinnovo dell’Assemblea comunitaria. Alla recente operazione di voto i soci hanno avuto modo di esprimere le proprie preferenze per una lista unica, contenente, tuttavia, anche dei nomi nuovi. Contiamo sul fatto che i membri eletti saranno propositivi, propensi a portare a termine nuovi progetti, o far crescere quelli già in corso. Graditi pure eventuali suggerimenti per nuove fonti di finanziamento”.

Com’è cambiata la Comunità nel corso degli anni?

“La Comunità è cambiata tantissimo, specialmente nel campo dell’informatica. Tuttavia è palese una certa qual mancanza di… campanilismo. Siamo qui per tramandare ai giovani l’amore per le tradizioni locali, ma non sempre incontriamo il loro interesse”.

Qual è l’importanza di disporre di una sede moderna e funzionale?

“L’importanza è enorme, perché disponiamo di una sede rappresentativa e di ambienti adeguati in cui svolgere la nostra attività. All’inizio lo spazio di palazzo Bradamante ci era sembrato tanto, ma ora è impensabile lo svolgimento dell’attività senza un orario preciso. È una sede molto movimentata, aperta a ogni richiesta e necessità dei soci”.

Presidente della CI da due mandati, ora si profila anche il terzo. Quali oneri comporta questo incarico?

“La responsabilità è grande, soprattutto in una sede quale Palazzo Bradamante. Accanto agli impegni che comporta l’incarico stesso, il presidente è chiamato a bilanciare le varie richieste, quelle più innovative dei giovani, e quelle dei soci più anziani. Non sempre è facile. Per quanto riguarda un terzo mandato, staremo a vedere che cosa deciderà l’Assemblea. Sono comunque convinto che a ricoprire la funzione di presidente dovrebbe essere un socio attivo, qualcuno che conosca bene la problematica e lo spirito stesso della della CI; dovrebbe essere una funzione meritevole”.

Quali sono i problemi che la CI si trova ad affrontare?

Il problema più grande è legato ai finanziamenti, che sono quelli che determinano la mole dell’attività. Maggiori finanziamenti ci consentirebbero maggiore spazio di manovra, più attività e uscite. Così siamo ‘ridotti’ a non più di una o due uscite fuori sede all’anno. L’anno scorso, il progetto ‘Tutti al mare’, ha avuto grande successo, offrendo a esuli e rimasti, tra cui tanti giovani, la possibilità di trascorrere una giornata al mare all’insegna delle tradizioni locali. Quest’anno difficilmente si potrà realizzare senza l’aiuto di qualche sponsor o di una quota di partecipazione”.

Come valuta la collaborazione tra la CI, la Città e le istituzioni del territorio?

“La collaborazione è ottima sia con la Città sia con le istituzioni del territorio. Per quanto riguarda i finanziamenti cittadini, tuttavia, ritengo che la CI dovrebbe essere esentata da un eventuale taglio dei fondi, in quanto il sodalizio è presente a tutte le manifestazioni cittadine, inclusa l’Estate dignanese. Per quanto riguarda l’asilo e la scuola, ma anche il Centro Studi Musica Classica, c’è una grande sinergia che si rinnova ogni anno. Desidero infine ringraziare tutti i soci, i simpatizzanti e tutto coloro che ci sostengono nelle nostre iniziative, augurando alla CI una proficua attività futura”.

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