Doposcuola. Giochi e impegni scolastici «mixati» da 162 ragazzini e dai loro insegnanti

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Doposcuola. Giochi e impegni scolastici «mixati» da 162 ragazzini e dai loro insegnanti

Ore 13.00: la fila nella hall della scuola è lunga. L’impazienza parecchia. Finalmente è l’ora del pasto, ma ci sono tre gruppi di oltre 50 vivaci ragazzini da sfamare, che si danno il cambio in altrettanti turni al refettorio scolastico. Che cosa si mangia oggi all’Elementare italiana “Giuseppina Martinuzzi” dopo cinque-sei impegnative ore di lezione? Pasta al forno? No. Lo chef offre “calandraca” con carne e verdure fatte stufare nelle casseruole della cucina e come insalata bietole, belle rosse. Prima però un bel brodo di carne di manzo e per finire arance, rosse anche queste. Nessuno fa storie. Anzi. L’appetito non manca e sulla salubrità del menù non si discute proprio. Anche perché serve un “carburante” ad alta efficienza energetica per recuperare le forze dopo la ginnastica intellettuale mattutina e conferire carica alla muscolatura per uscire all’aperto e affrontare le sfide del calcio.

Ore 14: non si è ancora digerito che l’impazienza viene meno nel corridoio, con il pallone che prude in mano e la mente che viaggia in direzione della sognata area dei campi sportivi. Quei 162 ragazzini che frequentano ben sei sezioni di doposcuola, attentamente vigilate e guidate da altrettanti insegnanti sembrano pochi quando si sparpagliano per tutto il cortile e la zona ricreativa dell’ampio circondario scolastico. La sfida è quella di tenere d’occhio l’esercito che compone il più grande gruppo di doposcuola esistente a Pola. Nessun’altra elementare ha così tanta ressa nel programma di soggiorno extrascolastico, situazione dovuta al fatto che la scuola italiana di Pola non è un’istituzione rionale, e gli alunni che vi gravitano provengono anche dalla periferia e dai comuni limitrofi. In questi giorni di febbraio si è leggermente a ranghi ridotti causa i malanni (virosi, influenze) di stagione, ma i campi sportivi pullulano lo stesso di ragazzini. Per quelli non avvinti dal fascino del calcio, bastano le corse, il nascondino, le chiacchierate all’aperto, qualche manovra con le automobiline. “Ma a voi che cosa piace più di tutto della scuola?” chiediamo. “Il riposo!”. Aggiungono: “Anche la ginnastica!” Fugge il reo tempo. Senza riuscire a rifilare il gol alla squadra avversaria, la “maestra-arbitro” con fischio virtuale già segna la fine della pacchia.

Il silenzio del compito per casa

​Ore 15: tutti in classe. Silenzio. Va scritto il compito per casa. Non basta colorare la fiaba. La lezione d’italiano (terza classe), propina “crudeltà”: analisi strutturale del testo, individuazione del protagonista, antagonista, personaggio aiutante e peggio ancora analisi grammaticale delle frasi dal “C’era una volta” in poi. Basta per capire, quanto prima tanto meglio, che la vita non si riduce a un’alternanza di vicende favolose. Assolti i compiti, resta un po’ di tempo per dare il via alle prime prove: va preparato lo spettacolino dell’8 marzo. L’insegnante Daniela Cardinetti ci offre un bel saggio anticipato. Ma viene chiesto il silenzio stampa, altrimenti non sarà sorpresa per le mamme. Un secondo gruppo è intento a creare i costumi per quella che sarà una delle performance più spettacolari del Carnevale dell’infanzia di Pola: “La carica dei “181 dalmata” (numero più o numero meno) della “Martinuzzi” di Pola. È andata a finire che tutti sono interessati al travestimento Disney, anche quelli che non frequentano il doposcuola. Lo stress da sartoria (leggi migliaia di macchioline nere da applicare alla pelliccia canina) durerà fino al grande debutto del 21 febbraio.
Nell’altra sezione, invece, fino a pochi giorni fa si era intenti a confezionare cuoricini di San Valentino con frasi da completare(io amo:…. mamma e papà, la maestra, la cioccolata… i calamari), mentre l’insegnante Ana Kmet ha inviato la spedizione nel gabinetto informatico per una ricerca sulle definizioni dell’amore, e qua già pescano Paolo Coelho… Di fronte si bussa alla classe di Luca Brussich e, qui, la sfida è quella di calibrare gli impegni di un gruppo misto: prime e quarte classi assieme per un connubio molto indovinato. Mentre le prime, avendo meno ore di lezione, hanno già smaltito buona parte dei compiti, le quarte già esperte, hanno modo di sbrigare le proprie incombenze e, se desiderano, fare da tutor, piccoli insegnanti di supporto che controllano le ancora maldestre geometrie tracciate dagli allievi alle prime armi. Poi tutti a giocare a macao. Anche perché la scuola, come fatto notare da Daniela Cardinetti, offre ottime alternative al maltempo. Quando piove, vanno bene i giochi di società al chiuso: “Non t’arrabbiare”, “Il pescatore”, “X e OX” su telo di plastica da stendere sui banchi di scuola e via gareggiando. Perché uffa, alle 16 o 16.30 bisogna anche andare a casa.

Gruppo misto, lavoro extra

​Non vi è ombra di dubbio: doposcuola è… giocare e raggiungere l’obiettivo del miglioramento del rendimento scolastico e dello sviluppo delle capacità individuali. Lo si fa attraverso l’affiancamento nello svolgimento dei compiti, le tante attività espressive e ludico-ricreative, la cura degli ambienti e del materiale utilizzato per trasmettere il valore della condivisione. I ragazzi assieme e con spontaneità organizzano il proprio spazio, rispettano sé stessi e gli altri, e l’ambiente scolastico. Il soggiorno è bello e anche impegnativo. L’esempio di calcolo matematico fornitoci dall’insegnante Luca Brussich rivela che seguire 30 ragazzini con 6 modalità di compiti per casa diverse non è uno scherzo. Miracoli non si possono compiere. Bene quando i genitori danno un’occhiata aggiuntiva a quello che sta in cartella. Si fa notare la necessità di seguire anche meglio i talenti, i bimbi con una marcia in più nella crescita formativa, mentre più spesso gli sforzi sono diretti a sorreggere alunni con necessità specifiche e di famiglie socialmente disagiate. Nel gestire e mettere a frutto le proprie competenze didattico-educative facciamo quadrato – rivela Brussich – grazie a incontri-consulenze con la direttrice Susanna Cerlon, la psicologa Mariuccia Capolicchio e il pieno appoggio di tutti gli insegnanti di classe.” I risultati più vistosi dell’affiatamento? Basta segnalare che il doposcuola produce cinque piccoli eventi spettacolo per anno scolastico: San Nicolò, 8 marzo, Carnevale, gara di ballo, incontri sportivi. Per non dire dei numerosi gruppi sportivi guidati da Sandra Vido in palestra nelle ore pomeridiane. Doposcuola è… molto, molto di più del classico supporto alla scuola standard. Una grande famiglia di un piccolo colorato mondo scolastico.

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