Dignano. La torta de mandole protagonista in tavola

L’Ente Turismo invita i ristoratori a «inserire il dolce della tradizione nei rispettivi menu, valorizzando il lascito gastronomico degli avi»

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Dignano. La torta de mandole  protagonista in tavola
Foto ROBERTA FRANCULA

La “torta de mandole” è nuovamente protagonista di una serie di iniziative promozionali dell’Ente turismo della Città di Dignano che sta chiamando a raccolta i gestori dei locali di ristoro del territorio per convincerli a “inserire il dolce della tradizione nei rispettivi menu, valorizzando il lascito gastronomico degli avi e promuovendo una cultura alimentare più in sintonia con l’ambiente”. I ristoratori che aderiscono al progetto diventano così “custodi delle tradizioni locali”, promotori delle “usanze bumbare” e ambasciatori della propria terra d’origine tra gli ospiti stranieri. La storia, la ricetta e gli aneddoti legati a questa tradizione sono riportati sul sito internet dell’Ente Turismo di Dignano, che ha dedicato all’argomento un’importante ricerca etnografica. “La ricetta della torta de mandole è stata copiata da quaderno a quaderno” da generazione in generazione, ed è passata di mano da madre a figlia, da amica ad amica, da casa a casa anche grazie al fatto che un tempo la località vantava piantagioni di mandorli di notevoli dimensioni. Secondo le informazioni disponibili, la ricetta è stata messa a punto da una casalinga di Dignano nel 1942 e poi tramandata “con tanto amore e particolari attenzioni” all’interno della famiglia. Gli ingredienti della torta (mandorle, uova e zucchero), essendo tre soltanto, erano facili da tenere a mente, ma bisognava sempre insistere sul metodo, sulla finezza della preparazione e su alcuni piccoli trucchi del mestiere che una mano inesperta avrebbe potuto trascurare. In alcune varianti si suggeriva di aggiungere del brandy oppure una spolverata di scorza di limone grattugiata per annullare il gusto del “freschin” delle uova, ma anche consigli utili per la buona riuscita del dessert, per esempio usare soltanto uova a temperatura ambiente e infornare a freddo, diversamente da come si fa col pan di Spagna.

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