Delfini, fantasia senza limiti

Nell’ambito dell’iniziativa della Regione istriana che ha istituzionalizzato l’insegnamento della storia, delle tradizioni, degli usi e dei costumi del territorio anche nelle scuole d’infanzia, una delle sezioni del «Rin Tin Tin» si è cimentata con i personaggi mitologici della penisola

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Delfini, fantasia senza limiti
Ercole, il semidio, nell’immaginario infantile. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

“Quella magica notte…” capitò di tutto. Di tutto di più su regia di bimbi prescolari dalla fantasia guidata e capitanata da mente adulta. Ne sono state dette di crude e di cotte in merito alla costruzione dell’Arena di Pola, fino a offendere l’intelligenza umana e a scendere in versioni alquanto citrulle sulle fate che avrebbero eretto fior di massi di pietra nell’arco di una sola notte, ma arrivare al punto da eleggere il gigante Veli Jože a capo cantiere dalle braccia da gru, è davvero il colmo. Fosse stata la politica ad avere architettato un’invenzione che ribalta la romanità che ha l’esclusiva sulle origini di Pola e sulla sua dimensione urbana, si potrebbe anche scendere in congetture e intessere un ragionamento cattivello. Ma in detto caso, è un divertimento ludico generato dall’età dell’innocenza. Sono i bambini che l’hanno combinata, intessendo tutta una storia propria, improbabile altrettanto quanto simpatica e divertente. I Delfini, gruppo prescolare della Scuola d’infanzia italiana Rin Tin Tin, dislocato all’elementare italiana, “Giuseppina Martinuzzi” hanno fatto tutto da soli. La loro educatrice mentore e coordinatrice del progetto, Xenia Dajčić ha fornito soltanto una squadra di personaggi pescati da certa mitologia istriana doc, da inserire dentro alla falsariga storica offerta dal servizio pedagogico del Museo archeologico istriano di Pola, ovvero dalla sua intraprendente responsabile Giulia Codacci Terlević. Ed è nato il “pasticcio” dentro al progetto per l’appunto intitolato “Quella magica notte…” Nella vicenda illustrata dai bambini della sezione Raul Manzin, Malù Galić, Eva Ignjatić, Augustin Tanković, Aurora Selovin, Leona Golubić e Klara Adamović succede l’inimmaginabile. Veli Jože scende da Montona in soli tre passi e scopre il mondo magico nascosto dietro Porta Ercole. La formula (ciri-biri-mi-pi-pi) spalanca la porta e conduce alla festa dove incontra la strega Mare sua amica d’asilo e il geloso vampiro Jure Grando, poi incrocia Capitan Morgan, che chiede aiuto per sotterrare il suo mitico tesoro a Duecastelli, e infine, rientra a Pola per aiutare le ninfe a fabbricare quel nostro monumento rotondo che non ha né porte né finestre. Dietro a tanto di inventiva ci sta tutto un lavoro didattico realizzato nell’ambito del progetto della Regione istriana, che ha istituzionalizzato l’insegnamento della storia, delle tradizioni, degli usi e dei costumi del territorio negli asili e nelle scuole della penisola. I risultati del lavoro sono ora palpabili grazie ai finanziamenti regionali con cui è stato dato alle stampe un piccolo albo illustrato che integra al suo interno disegni, dipinti e il manoscritto della storiella. Spiccano tra gli oggetti prodotti grazie al contributo dei laboratori museali, ritratti di Ercole formato maschere di cartapesta, la costruzione gigante versione 3D di Porta Ercole costruita con mattoncini DAS. E dire che tutto ciò è stato realizzato in condizioni difficili, nello scorso anno del Covid. La collaborazione con il Museo archeologico continua. I Delfini sono freschi della visita alla mostra dedicata alle antiche navi cucite, guidata da Giulia Codacci Terlević.

Porta Ercole costruita con mattoni di DAS.
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

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