Dal sottosuolo rispuntano i resti della chiesa di San Tommaso

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Dal sottosuolo rispuntano i resti della chiesa di San Tommaso

Con le ruspe, con le pale, con i rastrelli e infine con le spazzole: nel giro di soli cinque giorni l’archeologia ha fatto il suo corso e portato alla luce un bel pezzo d’architettura paleocristiana appartenuta alla storica chiesa di San Tommaso, che sorgeva nel parco a fianco della Cattedrale di Pola. Non è inedita, perché l’illustre ricercatore Mario Mirabella Roberti, ne aveva già tracciato la planimetria nel periodo antecedente alla Seconda guerra mondiale, ma per gli studiosi di oggi e per i cittadini curiosi si presenta l’occasione di sbirciare nelle viscere di un terreno zeppo di pietre remote. La buca praticata arriva fino a due metri e mezzo al di sotto del livello del mare e ci sono requisiti da vedere subito dopo avere grattato via i pochi centimetri di marciapiede.

Le sonde preliminari

Non sono gli addetti al restauro e alla tutela del patrimonio storico-culturale a portare avanti la ricerca, come nemmeno il Museo archeologico istriano di Pola. Stavolta le indagini sono in mano all’impresa “Arheo Tim”, ingaggiata e finanziata dalla Città di Pola per effettuare tutta una serie di sonde preliminari nel tratto di via Kandler, che sarà interessato dai lavori di rifacimento della rete infrastrutturale. A essere investita di ruolo è l’esperta archeologa Martina Barada che si fa interprete delle strutture che hanno fatto capolino dal sottosuolo, togliendo per primo lo strato di materiale impermeabile geotex. Ed ecco spuntare i resti della pavimentazione musiva policroma, perché i tasselli recuperati, purtroppo pochi, presentano tonalità bianche, nere, grigie e rossicce. Se la scorsa primavera il ricercatore Željko Ujčić del Museo archeologico istriano aveva analizzato l’angolatura nord-occidentale di questa basilica a una navata della prima metà del IV secolo, larga quanto la navata centrale dell’odierna Cattedrale dell’Assunzione della Beata Vergine Maria, stavolta l’”Arheo Tim” sta provvedendo ad analizzare l’angolo opposto all’altezza del marciapiede di via Kandler.

Collaborazione eccellente

“La collaborazione con l’ente museale e con l’archeologo Željko Ujčić è a dir poco eccellente e i risultati che ne scaturiranno da queste alternate ricerche diverranno un contributo al patrimonio comune della storia di Pola e alla scienza archeologica”, ha asserito Martina Barada indicando l’area d’estensione del tempio sacro. Poi, attenzione rivolta alla sonda praticata, che rivela un tratto della facciata della chiesa, una parte di struttura dell’ingresso, del nartece, la pavimentazione musiva mal conservata e lo scempio compiuto decenni fa dalla stesura scriteriata di una tubatura che fora l’architettura paleocristiana. Ricorderemo quegli anni, quando anche l’Arena e le sue fondamenta avevano subito la famigerata demolizione e trivellazione a titolo di creazione di vani d’esercizio e ristorazione (fatto che costò la perdita dell’inserimento dell’anfiteatro Polese nella lista del patrimonio UNESCO).

Qualità di prim’ordine

In ogni caso, l’odierna archeologia ha spunti sufficienti per recuperare il recuperabile e scoprire che le fondamenta della chiesa di San Tommaso poggiano su di una magnifica struttura architettonica risalente all’epoca romana, la cui base è a ubicata a oltre due metri di buia profondità, ma saranno i geodeti a esprimersi in merito con più esattezza. La qualità della costruzione perfettamente conservata è di prim’ordine, come si addice all’edilizia romana, e presenta una continuazione con volta a botte. Cambia qualcosa rispetto alle planimetrie tracciate da Mirabella Roberti? Attesta l’archeologa che tutto è abbastanza fedele, fatta eccezione per il muro della facciata ubicato una cinquantina di centimetri più a occidente rispetto ai disegni originali. I lavori di scavo entro questo quadrante di terreno dalle rispettabili dimensioni di 3,20 metri per 7,5, si concluderanno entro pochi giorni. Finora la ditta “Arheo Tim” ha già avuto il suo bel da fare con l’esecuzione di una ventina di mini sondaggi edilizi del terreno, alla base degli edifici di via Kandler, per verificarne la staticità e per rilevare la presenza di eventuali reperti. È in quest’occasione che sono stati evidenziati tratti di massi bianchi di pietra appartenuti alla strada romana. La prossima tappa sarà un’ultima sonda di più considerevoli dimensioni da effettuarsi davanti all’edificio parrocchiale della Cattedrale di Pola. Ubicazione non scelta a caso. La si ritiene un contenitore di altri reperti appartenuti al medesimo edificio sacro, per completare la visione d’insieme della Chiesa di San Tommaso, patrono di Pola.

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