Criminalità in Rete: il pericolo è dietro l’angolo

Intervista a Vedrana Milovan, specializzata in sicurezza cibernetica nel Servizio informativo anticrimine della Questura istriana, per parlare di un fenomeno in espansione

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Criminalità in Rete: il pericolo è dietro l’angolo

Il fenomeno della criminalità informatica o cibernetica, diffusosi nei primi anni del 2000 soprattutto con la nascita dei social network è in costante espansione. La tecnologica moderna è infatti un terreno fertile per i malviventi e per i pedofili e offre, purtroppo, svariate possibilità per trarre in inganno le persone e ciò senza correre dei rischi estremi di venire rintracciati. Del fenomeno della criminalità informatica abbiamo parlato con Vedrana Milovan, specializzata nella sicurezza cibernetica nel Servizio informativo anticrimine della Questura istriana.

Vedrana Milovan

Da quanti anni è attivo questo Servizio?
È stato formato due anni fa, però ciò non vuol dire che fino ad allora non ci si occupava di questo tipo di reati. Il nostro lavoro è suddiviso in due parti: il mio campo tratta la sicurezza cibernetica, mentre il secondo si dedica alla Digital forensics, ossia alla scienza digitale forense. Il tutto per avere un approccio alla problematica quanto più esteso. Nel concreto, il Servizio che cura la sicurezza cibernetica svolge gli accertamenti ossia le indagini, mentre la scienza digitale forense raccoglie le prove digitali.

Quali sono i tipi di reati che rientrano nell’ambito della criminalità digitale?
Riguardano in primo luogo i sistemi e i programmi informatici nonché i dati che vanno a crearli. Dunque, truffa informatica, accesso illecito ai dati informatici e falso informatico. Gli autori dei reati tendono a manipolare le vittime e servendosi dei dati raccolti illegalmente ostruiscono il sistema informatico. Lo possono fare attraverso la comunicazione con l’interlocutore che inconsciamente rende noti dei dati che poi vengono usati per commettere altri tipi di reati. Le truffe informatiche, che possono portare a danni ingenti, sono legate ai bancomat oppure agli acquisti tramite Internet, grazie ai dati delle carte bancarie. A cadere spesso nei tranelli mediante Internet sono le aziende che hanno fitti contatti con l’estero e facilmente vengono tratte in inganno dai malfattori. Per quel che riguarda i bancomat, va detto che la maggior parte delle persone vittime di truffa sono coloro che nei propri portafogli, persi oppure rubati dai delinquenti, accanto alla carta hanno un foglio con sopra scritto il codice PIN. Questi casi comunque solitamente vengono risolti grazie al sistema di sicurezza dei bancomat. Insomma, la cosa più importante è non rivelare ad altri i dati personali.

L’investimento in criptovalute
Le truffe tramite gli acquisti online sono ormai molto soventi…
Questi casi sono molto difficili da risolvere se gli acquirenti ordinano la merce all’estero. In Croazia invece gli autori di questi reati vengono rintracciati nella maggior parte dei casi. Restando in tema, sono sempre più frequenti gli episodi legati a truffe tramite Internet. I malviventi adottano diversi metodi adescando le vittime in un circolo amoroso coinvolgendo maggiormente le donne di mezza età, che si sentono ferite e isolate. Poi ci sono dei casi legati alla corruzione e altri nei quali si parla di eredità proveniente dall’estero, vincite al lotto… Ultimamente poi molte persone sono state raggirate nell’investimento in criptovalute. E qui ci cascano i giovani tra i 20 e i 30 anni che sperano di guadagnare ingenti somme di denaro in poco tempo.

Il Servizio si occupa pure di abuso sessuale e maltrattamento di minori su Internet…
Il reato di abuso di minori a fini sessuali sottintende la realizzazione e la distribuzione di video e foto con dei materiali espliciti che vedono protagonisti i bambini. In questo campo le indagini vengono effettuate in collaborazione con l’Interpol, l’Europol, con il Centro nazionale statunitense per i bambini scomparsi e maltrattati, nonché con altre istituzioni. Nei primi quattro mesi, in regione abbiamo evidenziato 7 casi commessi da tre persone. Il maggior numero di reati viene evidenziato nel corso della stagione estiva quando i turisti stranieri filmano i bambini in spiaggia. Va puntualizzato che abbiamo un’ottima assistenza dagli addetti alla sicurezza delle strutture che ci fanno intervenire una volta fermate le persone ritenute sospette. Soltanto l’anno scorso in Regione sono stati sorpresi 5 cittadini stranieri mentre filmavano dei ragazzini in spiaggia. In questi casi il nostro Servizio svolge le indagini in modo autonomo.

Gli effetti della pandemia
I numeri sembrano indicare che il problema sia in costante crescita. Ce lo può confermare?
Vero, questo fenomeno purtroppo è in crescita: il numero dei reati di anno in anno è in aumento, soprattutto dallo scoppio della pandemia da coronavirus. Il che non è un caso in quanto le persone, di ogni fascia d’età, rimangono a casa e sono costantemente connesse a Internet. Tanto per fare un esempio: una volta i pedofili si trovavano davanti alle scuole offrendo caramelle ai bambini, ora invece li adescano per via digitale. È importante comunque ribadire che molti casi non vengono denunciati, per vergogna o altri motivi personali delle vittime, per cui il numero dei reati è senza dubbio maggiore di quello evidenziato. Nel nostro settore ogni caso è di per sé particolare, non si sa mai come verrà risolto, però il nostro impegno alla fine viene ripagato. Oggi ormai l’informatica è uno strumento essenziale nella soluzione dei casi. In particolar modo nelle indagini legate alla pedopornografia. Il nostro è un lavoro duraturo e travagliato, innanzitutto perché a volte dobbiamo analizzare diverse decine di migliaia di foto e/o filmati dai contenuti inquietanti. Però la soddisfazione di avere salvato qualche bambino dalle grinfie dei predatori non ha limiti. I nostri successi sono dovuti anche all’ottima collaborazione tra i cittadini, la Polizia e la magistratura.

Un’ultima domanda: ma qual è il metodo più efficace per far fronte alla criminalità informatica?
Si può limitarla solamente tramite l’educazione dei cittadini. Al giorno d’oggi, tutti dispongono dei dispositivi digitali, per cui non è difficile cadere nei tranelli dei malviventi o dei pedofili. Ma se i possessori degli stessi sono bene informati sui rischi che corrono, allora è più facile combattere il fenomeno.

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