CPS521, la nuova sigla di sostegno a tutto campo

Sociale. Con associazioni e autonomie dell’anello polese

0
CPS521, la nuova sigla di sostegno a tutto campo
La presentazione del Centro nella sede di via Zagabria. Foto: DARIA DEGHENGHI

Col Centro di sostegno sociale CPS521, aperto ieri mattina in un minuscolo ufficio di via Zagabria 18 modernamente arredato, gli enti locali dell’anello polese sotto la guida della Città di Pola e in collaborazione con tre associazioni del comparto socio-sanitario hanno compiuto un importante passo avanti nella tutela di quella parte crescente della popolazione che ha bisogno d’aiuto e non sa come farsi aiutare. Quanti sono? Tantissimi. Innanzitutto i portatori di handicap, gli anziani, i disabili, gli indigenti, i senzatetto, i disoccupati cronici, i tossicodipendenti, i deboli in senso lato e naturalmente le famiglie che ne condividono la sorte. Perché un Centro per tutti? Lo hanno spiegato ieri mattina alla stampa l’assessore alle Politiche sociali di Pola, Ivana Sokolov, Jasna Vekić della Croce rossa e Zuzana Hoti Radolović dell’Associazione portatori di handicap dell’Istria meridionale. I motivi sono tanti, ma il primo fra tutti è quella che sappiamo essere “la rigidità” delle istituzioni.

Tre servizi in uno
“I pilastri della politica sociale sono tre: il sistema sanitario, l’assistenza sociale e il sistema pensionistico e tutti e tre sono autarchici, nel senso che ognuno bada ai propri servizi senza interessarsi degli altri”, ha detto Ivana Sokolov, affermando che invece l’utenza ha bisogno di servizi plurimi e interdisciplinari. Insomma, c’è bisogno di uno sportello unico, con un numero di telefono unico e con un sito Internet per poter riunire sotto lo stesso cappello tutti i fornitori e tutti i fruitori possibili del comparto socio-sanitario.
Chiunque abbia mai avuto bisogno d’aiuto in questo campo lo sa benissimo: il pellegrinaggio da un ufficio all’altro, da un capo all’altro della città, per avere un documento, un certificato, un’autorizzazione, un consulto o un presidio medico, può durare giorni se non settimane, con incredibile spreco di tempo, denaro e nervi. Alla fine se ne viene a capo, ma con tanto investimento di risorse e pazienza che si potrebbero impegnare diversamente. Ora sarà possibile rivolgersi ai tre dipendenti di turno del CPS521 provenienti dalle tre associazioni partner (Croce rossa, Società istriana di distrofia muscolare e Società portatori di handicap dell’Istria meridionale), che saranno a disposizione dell’utenza per consigli, informazioni, delucidazioni e indicazioni, sia in sede che per via telefonica e telematica.

Necessità crescenti
Dal 21 novembre sarà attivo il telefono verde 052/521-522 per un contatto immediato. L’orario d’apertura del Centro di sostegno sarà dalle 8 alle 20 nei soli giorni feriali. Il bacino d’utenza – si calcola – non può fare altro che aumentare. Anche senza contare gli indigenti, i disoccupati, gli handicappati, i malati, la popolazione generale invecchia e con il suo invecchiamento cresce di necessità la gamma dei servizi pubblici che la società deve poter offrire, ha spiegato Zuzana Hoti Radolović. Tra l’altro, il fenomeno non pare destinato a conoscere un’inversione di tendenza. Attualmente una persona su quattro ha più di 65 anni. Entro il 2030 saranno una su tre. Questo a significare che ci saranno sempre meno giovani ad accudire i propri anziani e più necessità d’assistenza istituzionale. Ma l’istituzionalizzazione si può posticipare. Questo perlomeno è ciò che c’insegna l’Unione europea, che sostiene con 2,5 milioni di kune questo progetto del territorio urbano integrato (ITU) di Pola. Al fianco della Città di Pola vi partecipano, infatti, anche i Comuni di Medolino, Marzana, Lisignano, Sanvincenti e Barbana e la Città di Dignano, con una popolazione pari a circa 90.000 abitanti.

Un percorso adattabile
Da capire però che il nuovo Centro di sostegno sociale CPS521 non è un prodotto finito, preso a modello da qualche altra parte del globo, traslato e introdotto a Pola per restare immutabile negli anni. Stando a Ivana Sokolov, si tratta invece di creare un qualcosa dal nulla, cominciando con l’individuare le necessità, i bisogni e le domande dell’utenza, per creare innanzitutto un catalogo dei servizi e dei soggetti disposti o in dovere di assicurarli. In altre parole, si tratta di un percorso che può cambiare a seconda degli input e dei feedback che si presenteranno strada facendo, ma si tratta soprattutto di “stare ad ascoltare chi ha bisogno d’aiuto” e di prestare un sostegno immediato. Per esempio. L’anziano solo che ha vissuto un intervento e un ricovero, all’uscita dall’ospedale deve poter avere tutti i requisiti necessari per tornare a casa sua con tutto il supporto necessario, dalla sedia a rotelle al servizio infermieristico a domicilio. La terza e la quarta età in particolare hanno bisogno di questo numero verde e del suo personale: non avendo dimestichezza con i computer, tutte le informazioni disponibili in Rete per loro restano di fatto inaccessibili e quindi vane: “Questo ci hanno insegnato la pandemia e il primo lockdown, quando si è visto bene quanto siano indifesi i nostri anziani che vivono da soli”, ha ribadito Jasna Vekić. Per tutti loro, dal 21 novembre ci sarà un telefono realmente amico: lo 052/521-522.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display