
In trent’anni è cambiato tutto, anche la menopausa, e la donna tra i cinquanta e sessant’anni è più oppressa che mai: i figli non sono ancora abbastanza grandi, studiano e costano perché il matrimonio e le gravidanze sono arrivate tardi; i genitori sono già anziani, malati o infermi e hanno bisogno di cure che in passato non erano richieste perché l’età media era ancora relativamente bassa; la pensione è più lontana che mai perché l’età pensionabile aumenta in proporzione alle “bocche da sfamare” per evitare che il sistema previdenziale collassi, e, come se non bastasse, lo squilibrio ormonale comincia a mettere a dura prova anche l’autostima e il rapporto di coppia. Insomma, la menopausa è cambiata e il cambiamento richiede sforzi che in tante non sono più in grado di sostenere da sole.
Questo, in estrema sintesi, il ragionamento sulla menopausa 2.0 negli anni Venti del nuovo secolo e millennio secondo la dottoressa Margaret Ličinić Modrušan, specialista in ginecologia e ostetricia con oltre trent’anni di esperienza alle spalle, che può ben dire di aver assistito alla metamorfosi della peri- e della menopausa dagli anni Novanta a questa parte.
La sua interessante relazione sul processo psicofisico che porta la donna dall’età fertile all’infertilità definitiva ha introdotto il panel sul tema “Cose di donne” promosso dall’associazione delle donne operate al seno Gea nell’ambito delle Giornate dei narcisi, dedicate alla prevenzione del cancro al seno. Il panel ha avuto luogo alla Comunità degli Italiani di Pola davanti a una platea di donne e un solo uomo, che naturalmente si è guadagnato uno scrosciante applauso del pubblico. Al fianco di Margaret Ličinić Modrušan, che ha descritto il processo da un punto di vista fisiologico, biochimico e farmacologico, l’argomento è stato trattato anche in termini di effetti psicologici e psicosociali dalla psicoterapeuta Štefanija Prosenjak Žumbar, che ha introdotto l’argomento con un esempio di tecnica di rilassamento istantaneo.
La menopausa “non uccide”, si è sentito dire l’altra sera alla Comunità degli Italiani, tuttavia, una menopausa sottovalutata o gestita male può aggravare le condizioni di salute della donna, intanto perché aumentano i rischi di obesità, delle malattie del sistema cardiocircolatorio, delle infiammazioni alle articolazioni e delle neoplasie, e in secondo luogo perché tutti questi rischi peggiorano se ci si lascia abbindolare dai rimedi facili pubblicizzati su Internet. Per assurdo, i “chili in eccesso” hanno qualche effetto benefico sulla prevenzione dell’osteoporosi, perché il tessuto adiposo è un serbatoio prezioso di estrogeni dopo che le ovaie hanno smesso di produrli. Ma questo non è un motivo per darsi alla pazza gioia e continuare mangiare più del necessario perché con l’obesità aumentano anche la pressione arteriosa e il rischio d’infarto.
Quella delle calorie è peraltro una scienza esatta, come la matematica: in menopausa ne bruciamo almeno 200 in meno al giorno, mentre siamo tentati a ingerirne di più perché il delicato equilibrio ormonale che coinvolge anche la leptina (l’ormone della sazietà) e la serotonina (l’ormone della felicità) incide profondamente sulla capacità del corpo di “leggere” le istruzioni chimiche che produce in assenza degli ormoni della fertilità. Naturalmente le cose non sono così semplici, e per saperne di più si consiglia di consultare le associazioni femminili e i consultori messi a disposizione dagli enti socio-sanitari pubblici che dispensano consigli utilissimi gratuiti. Un rimedio che vale in ogni caso? La ginnastica dolce e la dieta mediterranea. Non per niente gli italiani sono tra i popoli più longevi del pianeta.
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