Concessione spiagge. Il Piano della discordia

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Concessione spiagge. Il Piano della discordia

Martedì 29 gennaio il sindaco Boris Miletić torna in aula col suo Piano delle concessioni demaniali per il 2019 (e l’analogo Piano triennale 2019-2021). Per difenderlo contro gli attacchi dell’opposizione si porta dietro un entourage di funzionari “autorizzati” ad argomentare la sua proposta dal punto di vista legale, urbanistico, economico o semplicemente logico. L’autorizzazione a discutere il documento (i documenti) a nome del sindaco è stata accordata non soltanto ai due vicesindaci, Cvek e Puh Belci, ma anche all’assessore all’Edilizia Giordano Škuflić, alla sua vice Ingrid Bulian e all’aiuto assessore Mirna Radolović. Senza poi contare che in aula il Piano avrà le spalle coperte con la solida maggioranza della coalizione al governo di DDI, Popolari e Verdi, che raramente fa cilecca quando gli ordini dall’alto sono belli e chiari. L’opposizione si divide invece nei due schieramenti che generalmente non agiscono di concerto e sono, da una parte, i consiglieri HDZ, e dall’altra l’SDP con i rispettivi alleati di coalizione, mentre il consigliere di Barriera umana (Živi zid) non segue né l’una né l’altra direzione e si regola di volta in volta come capita, a seconda degli argomenti trattati. Quel che è certo è che l’SDP avrà dalla sua gli attivisti di “Amo Pola”, che certamente in quell’occasione torneranno in piazza per un altro sit-in di protesta come quello variopinto già messo in scena in dicembre con asciugamani e gonfiabili a simulare la vita “di mare” nel contesto della lotta politica per le spiagge di Pola.

Dai 10 ai 20 anni

Leggiamo dunque la bozza del Piano concessioni annuale che, una volta approvato, recherà in calce la firma del presidente del Consiglio di Pola, Tiziano Sošić. Come si evince dal punto I del documento, le concessioni sul demanio marittimo per il 2019 previste sono quattro e precisamente: una per “attività commerciale” nella spiaggia di Saccorgiana; un’altra sempre per attività commerciale nella spiaggia di Valsaline (Ostello feriale); una ancora per la spiaggia di San Giovanni (Ambrela) di Verudella, anche questa per attività commerciale, e una quarta che invece contempla pure interventi edili, oltre che attività commerciali, presso il porto nautico di Bonarina nel Canale di Veruda. La durata delle concessioni è stabilita a un minimo di 10 e un massimo di 20 anni per le tre spiagge e a 20 anni tondi e non uno di meno per il porto nautico. La stima dei ricavi complessivi per la Città di Pola è di 280.000 kune l’anno.

Nessun recinto

Ora, l’articolo II della bozza si apre con una frase perentoria: “I lotti di terreno del demanio marittimo non possono essere recintati”. E il resto del punto spiega: “Nel complesso, il demanio marittimo, con la fascia costiera a uso di attività ricreative, come stabilisce lo stesso Piano Urbanistico Generale della Città di Pola, non può essere recintato e deve restare accessibile alla libera circolazione dei cittadini, a meno che questa disposizione non sia in collisione con le norme vigenti relative alle singole opere edili sul territorio demaniale”.

Investimenti di capitali

Ma ecco come si giustifica il Piano nella motivazione in allegato a firma dell’assessore all’Edilizia e alla pianificazione ambientale, Giordano Škuflić. Intanto, c’è la questione della durata delle concessioni, un particolare spesso contestato dagli oppositori del documento. Dieci o addirittura vent’anni di diritto a sfruttare economicamente le migliori spiagge di Pola sarebbero semplicemente troppi, secondo quanti si oppongono alla manovra. L’assessore spiega invece che finora le concessioni a breve termine (da 1 a 5 anni) non sono state per gli imprenditori garanzia sufficiente di rendita per investire somme considerevoli di denaro. Con le concessioni di almeno 10, se non di 20 anni, al contrario, la qualità dei servizi dovrebbe aumentare sensibilmente proprio in rapporto alle garanzie di rendita. In secondo luogo, sempre secondo l’assessore all’Edilizia, le procedure di selezione dei concessionari in sede di bando, saranno finalizzate a individuare i migliori concessionari possibili proprio in rapporto alle loro rispettive “disponibilità d’investimento di capitali”. Una concessione a lunga scadenza, insomma, sarebbe “la garanzia di maggiori investimenti, maggiori ricavi e migliore qualità dei servizi”, secondo il senso del ragionamento dell’assessore.

La stima dei ricavi

In secondo luogo, per la definizione dei canoni di concessione il Piano prende in esame anche la stima dei ricavi ipotizzabili degli eventuali concessionari. All’assessorato hanno calcolato che per tutte e quattro le concessioni elargite, la Città di Pola dovrebbe incamerare qualcosa come 280.000 kune l’anno, tutti gli anni. Una parte minore di quest’importo (30.000 kune) deriverebbe dalla quota “fissa” del canone (stabilita in base alla superficie del territorio demaniale ceduto in concessione) mentre quella più cospicua (250.000 kune) verrebbe dalla parte variabile del canone, stabilita al 3 per cento del totale dei ricavi che il concessionario realizza con la propria attività commerciale in spiaggia. Ma la definizione dei canoni e quindi l’importo dei ricavi, sarà possibile soltanto a ragion veduta, cioè nei casi particolari della firma dei contratti di concessione in base ai piani di lavoro, di investimento e delle stime dei ricavi dei singoli richiedenti/concessionari.
Insomma, il Piano che sarà discusso in aula il 29 gennaio non fornirà ancora nessuna risposta concreta alla curiosità (giustificata) dell’opinione pubblica su quanti e quali saranno in futuro i gestori delle attività commerciali in spiaggia (caffè bar, snack bar, noleggio gonfiabili, galleggianti, pedalò, sdraio, ombrelloni, attrezzi per sport acquatici eccetera). Quel che è certo è che il Piano non tocca la concessione demaniale sul porto (cantiere) Tehnomont nel Canale di Veruda, il cui contratto di concessione vigente scade il 13 agosto di quest’anno. Nel caso specifico l’estensione del territorio demaniale è ancora oggetto di controversie legali.

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