Città di Dignano e Agronomia: è collaborazione

Visita alla Collezione nazionale di varietà autoctone di olivo e alla Piantagione madre

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Città di Dignano e Agronomia: è collaborazione

Đani Benčić, esperto di olivicoltura della Facoltà di Agronomia di Zagabria e il sindaco di Dignano, Edi Pastrovicchio, hanno visitato la Collezione nazionale di varietà di olivo autoctone e tipiche del territorio che include la cosiddetta “piantagione madre” delle specie autoctone e non, coltivate sul territorio. Nell’occasione è stata ribadita la necessità di collaborare per un ulteriore sviluppo dell’olivicoltura e della protezione delle specie olivicole tradizionali del Dignanese. In questo senso saranno di aiuto le fotografie e i rilevamenti effettuati e pubblicati sul sito Internet della Facoltà, ma sopratutto la ricerca genetica delle specie olivicole che gli studenti di agronomia conducono in laboratorio a scopi scientifici e pratici. Le nozioni così ricavate rimangono, infatti, patrimonio della società che vive di agricoltura e in particolare di olivicoltura. Buona parte di questi sforzi vengono investiti nella promozione delle specie autoctone come si fa da una decina di anni in qua con la “busa”, che si è andata affermando come campionessa mondiale indiscussa tra le migliori specie olivicole del Mediterraneo.

 

”L’Istria è la prima regione olivicola per qualità, ma non sarà in grado di difendere il titolo a lungo se smette di investire nella ricerca e nella protezione della coltura. Gli altri Paesi olivicoli fanno questo e altro, per cui è necessario creare e sviluppare marchi caratteristici e insistere sulle peculiarità delle nostre specie. Sono tre i fattori che incidono sulla costruzione e sulla valorizzazione di un brand olivicolo di successo: la varietà, il clima e la qualità del suolo. Clima e suolo sono variabili e soggetti a deterioramento, ma restano le varietà tipiche come la busa, la sisolera, la rosignola, nonché quelle appena scoperte e che devono ancora essere denominate”, ha detto Benčić, aggiungendo che “la svolta biologica è la chiave del futuro dell’olivicoltura istriana”, perché competere con la produzione industriale è impossibile, né sarebbe vantaggioso. Si rende così necessario investire nella ricerca dell’adattabilità genetica delle varietà di olivo, nel monitoraggio delle condizioni climatiche che cambiano e del loro influsso sull’andamento della fioritura e della maturazione del frutto. “Solo fondando la coltivazione sulla ricerca scientifica, l’olivicoltura istriana potrà mantenere la sua posizione di regione olivicola di primissima qualità mondiale”, ha affermato Pastrovicchio. La collaborazione trilaterale dura ormai da quindici anni, sotto la supervisione del professor Benčić, al quale si deve tra l’altro la Collezione nazionale sul sito di Pelisia, coltivata dalla Facoltà di Agronomia e la Piantagione madre curata dalla Cooperativa agricola di Dignano.

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