CI di Gallesano. Settant’anni di cui andare molto fieri

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CI di Gallesano. Settant’anni di cui andare molto fieri

Quando gli anni passano uno dopo l’altro e si raggiungono ricorrenze importanti, il desiderio di svelare la propria età viene sempre meno. Non per la Comunità degli Italiani “Armando Capolicchio” di Gallesano, fiera dei suoi settant’anni. Settant’anni di storia e di passione dedicati interamente alla salvaguardia della cultura e delle tradizioni locali. Quattordici lustri, appena compiuti, che gli attuali vertici del sodalizio gallesanese hanno voluto celebrare assieme ai tanti amici e collaboratori, ma soprattutto insieme ai soci e agli attivisti di ieri e di oggi, che nonostante le innumerevoli difficoltà hanno continuato e continuano a credere nella “Armando Capolicchio”, nei suoi progetti e nelle sue iniziative. Lo dimostra la marea di persone che ieri sera ha letteralmente invaso la sede comunitaria.

Un percorso difficile e tortuoso

Nessuno si è voluto perdere la grande festa di compleanno della CI di Gallesano, dichiarata ufficialmente aperta dalla presidente del sodalizio, Diriana Delcaro Hrelja, cui sono spettati l’onore e l’onere di salutare e ringraziare chi in questi primi settant’anni è stato vicino e ha contribuito alla nascita, alla crescita e ai successi della “Armando Capolicchio”, una delle Comunità più longeve a attive dell’intero panorama istriano. Ringraziati tutti i presenti per l’affetto che continuano a dimostrare nei confronti della Comunità di Gallesano, Diriana Delcaro Hrelja, ha poi evidenziato che quello della CI gallesanese è stato un percorso tortuoso, difficile e tutt’altro che semplice. “Gli avvenimenti storici misero a dura prova i gallesanesi, che con determinazione e tanta forza di volontà riuscirono comunque a superare ogni ostacolo” ha detto la presidente, aggiungendo che, tra alti e bassi, la “Armando Capolicchio” continua a ricoprire un ruolo fondamentale nella vita sociale del paese. La presidente ha in conclusione ringraziato l’Unione Italiana, l’Università Popolare di Trieste, la Città di Dignano e la Regione istriana, senza il cui sostegno raggiungere il ragguardevole traguardo dei settant’anni sarebbe stato pressoché impossibile.

La cura delle tradizioni

Un saluto ai tantissimi presenti in sala è stato rivolto anche dal presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul. “Oggi (ieri per chi legge nda) è una data importante. Oggi festeggiate i 70 anni della nascita della vostra e anche nostra Comunità”, ha detto il rappresentante dell’UI, esprimendo tutta la sua stima (e naturalmente quella dell’intera Unione italiana), gratitudine e riconoscenza per l’amore, la professionalità, l’impegno e la modestia sempre dimostrati nel preservare, mantenere e perpetuare le tradizioni gallesanesi, per conservare la loro lingua madre, l’istrioto, la cultura e l’identità del territorio. “In questi ultimi anni abbiamo celebrato tanti settantesimi, cinquantesimi, venticinquesimi della costituzione o rinascita delle Comunità degli Italiani” – ha aggiunto Tremul, evidenziando che tutte “le nostre Comunità sono sorte per rendere organica e organizzata la nostra presenza, per affermare che questi territori sono casa nostra, alla pari di tutti coloro che l’abitano e l’amano”. Il presidente dell’UI ha successivamente evidenziato che l’azione dell’UI e delle singole Comunità non è rivolta soltanto alla conservazione della memoria, ma anche alla cura delle tradizioni, degli usi e dei costumi che quotidianamente perpetuiamo. “Il giorno che smetteremo di farlo, se mai ciò avverrà, e diventeremo semplici fruitori di cultura italiana, avremo smesso di essere Comunità autoctona viva” – ha detto il presidente, aggiungendo che la cosa importante è che oggi siamo ancora qui, vivi più che mai, nonostante molto ci considerassero spacciati. In conclusione, prima di augurare un buon compleanno a tutti i gallesanesi, Tremul ha invitato tutti a osare di più, a pretendere di più, sia da noi stessi che dai nostri rappresentanti, ai quali chiede maggiore autonomia e maggiori risorse, ma anche maggiore rispetto.

Viva Gallesano, viva l’Istria

Tra gli ospiti presenti in sala, accanto al presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva, e al presidente dell’Assemblea dell’UI, Paolo Demarin, non poteva mancare il vicepresidente del Sabor e deputato della CNI, Furio Radin, che ha esordito dicendo di amare profondamente i gallesanesi, ai quali è legato da un profondo affetto.
Radin ha detto poi che la “Armando Capolicchio” è una Comunità specifica, un sodalizio che, nonostante le molteplici difficoltà, non si è mai tirato indietro e ha sempre lavorato, coltivato la cultura e le tradizioni, portando avanti l’identità italiana del luogo. “Questo fa ben sperare per il futuro” ha aggiunto Radin dicendosi sempre più convinto del fatto che, anche nel caso in cui dovessero venire meno le risorse finanziarie, realtà come quella di Gallesano continueranno sempre a mantenere viva l’italianità di Gallesano e dell’Istria. “Gallesano sarà sempre un esempio da seguire. Quindi viva Gallesano e viva l’Istria” ha concluso.
“È emozionante vedere l’affetto che circonda questa Comunità” ha dichiarato, invece, il Console generale d’Italia a Fiume, Paolo Palminteri. “Svolgete un lavoro eccellente”, ha sottolineato, dicendosi convinto che la CNI ha un futuro garantito grazie anche a Comunità come la “Armando Capolicchio”.
Ieri sera non sono mancati i saluti della vicepresidente della Regione istriana, Giuseppina Rajko, e del sindaco di Dignano, Klaudio Vitasović. La rappresentante dell’amministrazione regionale ha colto l’occasione per ringraziare la CI di Gallesano, che da settant’anni custodisce e mantiene viva l’identità italiana, la cultura, le tradizioni, gli usi e i costumi della località e non soltanto. “Sono certa che continuerete a farlo anche in futuro” ha detto. Vitasović ha, invece, evidenziato come la CI di Gallesano sia il punto d’incontro e il ritrovo dei gallesanesi. “È questa la vera ricchezza di questo sodalizio, che riesce a unire in un unico luogo le vecchie e le nuove generazioni. Così si tramandano l’identità, la cultura e le tradizioni” ha concluso, ribadendo che la pubblica amministrazione avrà sempre rispetto per la “Armando Capolicchio”.

Un grazie anche alla nostra testata

Terminata la parte riservata agli interventi delle diverse autorità presenti in sala, la serata non poteva che proseguire con le esibizioni dei diversi gruppi comunitari. Sul palco si sono così avvicendati il coro, le ragazze del gruppo ritmico, i piccoli della locale Scuola elementare e il gruppo folcloristico definito “punta di diamante” dell’attività comunitaria. La grande festa di compleanno è stata per i vertici del sodalizio gallesanese ovviamente un’ottima occasione per consegnare targhe di ringraziamento a enti e istituzioni, che hanno appoggiato e sostenuto il lavoro del sodalizio in questi settant’anni d’attività, tra cui pure La Voce del popolo. Grazie, connazionali gallesanesi, per aver saputo apprezzare e riconoscere anche il nostro modesto, per quanto dovuto contributo.

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