Centro culturale islamico: monta la protesta

Alcuni striscioni con slogan critici nei confronti del sindaco Miletić sono stati esposti nel rione di Siana

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Centro culturale islamico: monta la protesta

Non è nemmeno iniziata la costruzione e si è già sollevato un polverone. Stiamo parlando del futuro Centro culturale islamico di Pola. Nella mattinata di ieri i residenti dei rioni di Siana e Monte Serpo hanno affisso nelle vicinanze dell’area dove dovrebbe sorgere il futuro Centro alcuni striscioni indirizzati in primo luogo al primo cittadino: “Miletić, većina ili manjina, tvoj glas za… Hvala/Grazie (Miletić, maggioranza o minoranza, il tuo voto va a…)” e “Borise, tajnovitost ili transparentnost. Hvala/Grazie (Boris, segretezza o trasparenza”. Simili striscioni erano stati affissi anche nella mattinata di mercoledì ma erano stati prontamente rimossi.

 

“Siamo in attesa che il sindaco ci dia le informazioni inerenti la costruzione della struttura. In questo modo sembra che le decisioni siano state prese in altre sedi in modo poco trasparente e segreto. Noi residenti siamo gli ultimi a venire a conoscenza di quanto verrà costruito nel nostro rione”, hanno fatto sapere gli abitanti del rione di Siana i quali hanno ricordato che in un primo momento la costruzione del Centro era prevista a Valmade, ma che si è poi desistito a causa delle proteste degli abitanti di quel quartiere.

“Il Centro islamico esiste a Pola da oltre 50 anni e ciò dunque non è una novità. Tutti noi sappiamo che l’edificio di cui usufruisce la Comunità islamica in città è troppo piccolo, specialmente in questi tempi contrassegnati dalla pandemia. Inoltre hanno dei grossi problemi con il parcheggio nelle vicinanze”, ha detto il primo cittadino durante una recente diretta Facebook. “La Città non era informata del progetto di costruzione del Centro culturale islamico. La stessa Comunità islamica ha acquistato il terreno a Monte Serpo di propria iniziativa”, ha aggiunto il sindaco gettando infine acqua sul fuoco. “Calmiamoci, stiamo parlando di persone che vivono da decenni con noi e gran parte dei credenti è nata a Pola. Dobbiamo essere tolleranti e non avere pregiudizi”.

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