Castion, sarà un autunno caldo

Sono scattati i sei mesi di preavviso per la rescissione dei contratti che le aziende municipalizzate hanno sottoscritto con l’azienda. Nel frattempo il Centro regionale per la gestione dei rifiuti provvederà a proporre un nuovo modello di pagamento

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Castion, sarà un autunno caldo
L’ingresso nel Centro per la gestione dei rifiuti di Castion. Foto: Luka Batelic/PIXSELL

Sarà un autunno caldo. Non quello meteorologico, che ormai si prospetta abbastanza tiepido. Saranno temperature elevate in materia di gestione dei rifiuti in tutta la penisola. Una questione che mette in croce un po’ tutti, cittadini, autonomie locali, municipalizzate e lo stesso Centro per la gestione dei rifiuti di Castion. Ognuno ha la sua parte di guai, ma il comune denominatore resta quello dei rifiuti. O sono troppi, o sono “inadatti”, o il servizio è costoso, o per la quantità e tipologia non si sa che pesci pigliare o non se ne può più per la puzza (problema, questo, relegato a parte della Bassa Istria, più vicina a Castion).

Con il Centro è successo come per l’elastico: tirato al massimo, si è spezzato ed è rimbalzato addosso a tutti i segmenti coinvolti.
Negli ultimi anni, la gestione dei rifiuti è diventata quasi una guerra di trincea. L’impianto non riesce a smaltire le quantità conferite (il cruccio è maggiore, naturalmente, d’estate), alcune avarie hanno accentuato il problema con lo stop al trattamento e conseguente stoccaggio di balle di scarti e il Centro, pensato non per tutte le tipologie di rifiuti si ritrova con camion che vi portano letteralmente di tutto. In primo luogo sarebbero da evitare l’umido, ovvero gli scarti organici. Ma i cassonetti marrone in penisola sono ancora pochi e del resto le municipalizzate o le Città non dispongono di impianti di trattamento di questa tipologia di scarti. Quindi, gran parte dell’umido finisce tra i rifiuti urbani misti. Ma c’è ancor sempre chi è troppo pigro per differenziare e non si fa scrupolo di buttare plastica, vetro, carta e lattine in un mucchio solo.

Il castigo dell’estate
Il vero castigo arriva d’estate. Le presenze turistiche sono il doppio del numero di abitanti e la produzione di rifiuti subisce un’impennata che, a solo livello di grafico, farebbe la gioia di qualsiasi capitano d’industria. Ma si trattasse solamente di quelli, diciamo “personali”. Occorre pensare ai rifiuti aumentati del settore commerciale (avete presente le montagne di scatole-scatoloni davanti i negozi?), o a quelli della ristorazione (e non si tratta di differenziata, come nella maggior parte dei casi fa il settore commerciale, ma di un’accozzaglia di tutto. resti di cibo inclusi). Il sovrappiù conferito dalle municipalizzate che espletano il servizio nelle aree turistiche fa tossire l’ingranaggio del trattamento. Per tenere la testa fuori dall’acqua – anche perché quanto stoccato dovrebbe prendere la strada di altri impianti di trattamento, con un esborso milionario ora in termini di euro – si lavora di delibere, specie in termini di aumento del costo del servizio. Circa un anno (o forse qualcosa in più) fa, le Città di Pisino, Pinguente e Dignano avevano manifestato il proprio dissenso per dovere in un certo senso accollarsi le spese causate da altri e chiesto tariffari diversi. Ne erano scaturiti alcuni incontri, il classico “vedremo quello che si può fare”, ma intanto (forse non si sarà visto bene il da farsi), il costo del servizio di asporto dei rifiuti ha subito un aumento.

Si conferisce… di tutto
Per diminuire la quantità dei rifiuti conferiti si era puntato molto sulla sensibilità e il senso civico dei fruitori, ma in molti hanno inciampato e allora, come detto a Castion arriva letteralmente di tutto. Le telecamere del Centro avrebbero colto in flagrante le municipalizzate Herculanea (Pola), Med Eko (Medolino), Usluga (Parenzo), Usluga (Pisino), 1. Maj (Albona) e 6. Maj (Umago), riprendendo il “di tutto” sui camion in entrata. In termini di spesa lo scotto lo paga più o meno tutta la penisola (ma certo chi ha mega entrate dal turismo sopporta più facilmente il dolore di tasca), mentre il fetore lo paga la Bassa Istria, le località vicine al Centro, con la gente impossibilitata a viverci e il turismo che soffre perché le vacanze maleodoranti e con finestre chiuse non sono propriamente roba da dépliant.
L’Assemblea societaria di Castion (composta dal sindaco di Pola, Filip Zoričić, in quanto la Città detiene il 51 p.c. della quota societaria e lo zupano, Boris Miletić, in quanto la Regione detiene in 49 p.c. delle quote) ha detto basta. Ha fatto come, con abilità basilari, facciamo con il computer quando fa le bizze, s’inceppa e non vuole funzionare: premiamo il pulsante del reset. Esattamente così ha fatto l’Assemblea: se la cosa non funziona così com’è, si rifà tutto. Così sono scattati i sei mesi di preavviso per la rescissione dei contratti che le municipalizzate hanno sottoscritto con Castion e nel frattempo il Centro provvederà a mettere in essere e proporre un nuovo modello di pagamento. Non che ci sia troppa scelta. Che fare se la novità non dovesse andare bene? C’è già chi si dice disposto a portare la… merce altrove, avendo molte realtà dei propri punti di raccolta. Ma poi bisognerà vedere i costi.

I numeri degli ultimi anni
In effetti, la quantità di rifiuti conferiti a Castion non sono poi aumentati in misura stratosferica: nel 2021 sono entrate nell’impianto 69.686 t di rifiuti, nel 2022 si è giunti a 70.138, nel 2023 a 70.222 e a tutto agosto 50.395. Grossomodo, entro la fine dell’anno si dovrebbe restare nel solito. C’è un però: le quantità sarebbero dovute diminuire nella misura in cui, di converso, sarebbero dovute crescere le quantità di quanto gettato nella differenziata. se tanto dà tanto, di strada per migliorare non ne abbiamo poi fatta molta. In termini di impronta di carbonio, quelle di dinosauro fanno ridere.

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