Castello, salvati 280 metri di struttura muraria

«Compiuto anche questo sforzo, in futuro avremo di fronte un’opera ben più complessa e costosa: il recupero della cinta esterna». Gracijano Kešac, direttore del Museo storico e navale dell’Istria guarda già al prossimo obiettivo

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Castello, salvati 280 metri di struttura muraria
Il muro di supporto dopo l’intervento di recupero. Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

Se Venezia ha il merito di averlo costruito, Pola avrà quello di averlo recuperato. É il fortunato destino riservato al Castello di Pola, a differenza di quello capitato a tante altre fortezze di secolare memoria sparse e inghiottite nella macchia in penisola. Paladino, sostenitore e difensore valoroso dei suoi bastioni, è l’ente ospitato dentro al maniero, il Museo storico e navale dell’Istria, che con pluriennale impegno si è addossato la non invidiabile e immane responsabilità della salvaguardia con milioni di investimenti assegnati a forze riunite. Ministero della Cultura della Repubblica di Croazia, Regione istriana, Città di Pola, Regione Veneto, Europa e fondi relativi, tutti, chi più chi meno, compreso il salvadanaio museale hanno contribuito nel corso degli anni a far sì che un siffatto patrimonio architettonico-culturale che sormonta la città ottenga una degna manutenzione e ancora una più incisiva valorizzazione.

Fossato più sicuro
L’ultima missione di recupero patrimoniale è stata appena compiuta e celebrata ieri con una passeggiata attraverso tutte le cortine, in cima al Castello, preceduta da una conferenza stampa per comunicare più nel dettaglio la conclusione dell’opera di ricostruzione delle strutture murarie di supporto nel fossato della fortezza. Protagonisti del giro di ricognizione, il direttore dell’ente museale Gracijano Kešac, nei panni di capogruppo, il presidente della Regione istriana Boris Miletić, la sovrintendente dell’ufficio ministeriale per la tutela del patrimonio storico-monumentale, Lorella Limoncin Toth, il sindaco di Pola, Filip Zoričić ai quali si è infine unito anche l’assessore regionale della cultura Vladimir Torbica. È spettata proprio a Kešac l’opportunità di esibire il bell’aspetto delle strutture in pietra che si estendono ora ordinate, e non più pericolanti o quasi diroccate, tutto attorno al canale che circonda il Castello mostrando le strategie di difesa messe in campo nei secoli scorsi.

Le costruzioni portanti
Un altro esigente lavoro è finito dopo quattro fasi di manovra partita ancora dal 2018, poi interrotta a causa della crisi epidemica e ripresa con nuova lena nel 2021. Da quanto comunicato ieri, è stato appena finito un grosso recupero conservativo di costruzioni portanti danneggiate dai rovi e che in determinati punti erano finite per crollare del tutto. Oltre alla rimozione della sterpaglia e di tante pianticelle e solidi arbusti che nel tempo hanno formato viluppo è stata eseguita la ricostruzione – con tecnica e configurazioni identiche a quelle originarie – di parte del muretto che si estende a oriente, a metà strada tra il Castello e il Piccolo teatro romano, ora rivalorizzato da parte del Museo archeologico istriano, nonché il restauro del muro di supporto rivolto a meridione. Ecco finalmente visibile un passaggio a gradini che a differenza di prima permette di incamminarsi dentro al fossato per poi salire in direzione dell’area del teatrino antico. Tutto questo diventa ancora di più parte integrante del futuro percorso da passeggiata turistico-culturale, organizzata nell’area dello storico Castrum ora occupata dalla fortezza di Antoine De Ville.

I partner coinvolti
Questo progetto di recupero, realizzato sulla base dello studio architettonico di Eligio Legović, di Parenzo, a opera della Kapitel s.r.l., Gimino e vigilanza dell’Ufficio polese della Sovrintendenza ministeriale al patrimonio storico e per la parte edilizia dalla s.r.l. Istra inženjering, ha condotto verso la salvezza ben 280 metri di struttura muraria dallo spessore fino a una media di 95 centimetri, con un investimento complessivo nell’ordine di 921mila kune. Un grazie al supporto dato è stato rivolto alla Regione istriana (che ha contribuito con 453mila kune), al Ministero della Cultura (200mila), alla Città di Pola (160mila) e alla Pro loco cittadina (30mila). Come poi precisato da Kešac, “il muro di sostegno dalla parte occidentale a livello d’ingresso era stato recuperato ancora nel 2008, perché a rischio di crollo totale ed era risultato una priorità per ragioni di sicurezza. Poi si era provveduto a tutto il resto. L’attenzione dovrà essere dirottata in futuro verso le due lunette ubicate nella parte orientale e meridionale del Castello, che sono ancora coperte dal terreno. Scoprirle sarà oltremodo interessante per risalire alle dimensioni e alla forma delle medesime, nonché provvedere ai recuperi successivi”.

Una nuova visuale su Pola
Compiacimento particolare è stato espresso per l’occasione da Boris Miletić nel vedere messo a frutto l’impegno finanziario della Regione che “ci tiene particolarmente a conservare il proprio patrimonio, in maniera equa e in ogni angolo della penisola”.
Da parte di Lorella Limoncin Toth ulteriori congratulazioni per questo lavoro condotto a termine allo scopo di “aprire una nuova visuale della panoramica monumentale di Pola”, mentre Filip Zoričić ha confermato la volontà della Città di Pola di dare “ulteriori oboli alla conservazione di una storia che dentro ad un colle nasconde un castelliere preistorico, un castrum romano e un castello veneziano”.

Gli investimenti futuri
”Compiuto anche questo sforzo – ha rivelato Gracijano Kešac – maestranze e strumenti investiti nei restauri si sposteranno in direzione di un’opera ben più complessa e costosa: il recupero della cinta muraria esterna del Castello che secondo perizia finanziaria dell’Istituto croato per i restauri conservativi effettuata anni or sono dovrebbe costare 4,5 milioni di kune, ma che in realtà risulterà molto molto di più cara. Il progetto esecutivo è in fase di stesura, mentre i lavori avranno inizio nel 2024”.
Pure questo si aggiungerà al voluto traguardo assieme ai recuperi delle cortine, alla costruzione delle rampe, alla ristrutturazione del serbatoio d’acqua, nonché alla realizzazione del rivoluzionario progetto di costruzione dell’ascensore che dai rifugi porta al cortile del maniero, reso possibile nel 2020/21 con il contributo dei fondi europei erogati tramite meccanismi ITU (Investimenti territoriali integrati).

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