Casa di riposo: l’ampliamento prosegue secondo il ruolino di marcia

La meccanizzazione pesante attorno all’edificio dell’«Alfredo Štiglić» rende difficile l’esistenza, ma sancisce la crescita dello standard nella futura ala della struttura. All’opera le maestranze della «Radnik» di Križevci che dovrebbero ultimare i lavori l’anno prossimo

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Casa di riposo: l’ampliamento prosegue secondo il ruolino di marcia
Spiccano tra i grattacieli le gru del cantiere. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

“Facile per noi… ma a soffrire sono i nostri anziani ricoverati”: è una considerazione catturata a “tradimento” tra il personale impiegato alla Casa per anziani Alfredo Štiglić di Pola, il cui circondario in questi giorni sembra essere trasformato in territorio bellico, oltre che per aspetto anche per le manovre dei mezzi pesanti impegnati a “mitragliare” il sottosuolo. Non c’è riposo nella Casa di riposo. Quella che si sta compiendo è la maxi opera di ricostruzione e ampliamento della struttura principale dell’edificio, che ospita la più grande istituzione assistenziale per la terza e quarta età dell’Istria, che come tale rappresenta anche il più grosso investimento nel campo della tutela sociale in fase di realizzazione a forze riunite.

Si scava fino alle 17
La Regione istriana, da titolare del progetto pesante ben 8 milioni e 553mila euro, di cui la metà rappresenta il contributo della Città di Pola, sta vedendo nascere e crescere un cantiere davvero grande e, purtroppo rumoroso. È in atto la fase edilizia iniziale e più sfibrante per coloro che hanno necessità di riposo e tranquillità come i degenti e ammalati cronici, ma altrimenti non si può fare. A titolo dei benefici che si ricaveranno nel prossimo futuro, va portata pazienza, anche perché gli addetti ai lavori, l’impresa edile Radnik di Križevci, sta cercando di procedere in maniera tale da limitare il più possibile i disturbi della quiete pubblica. Solitamente, le ruspe finiscono di scavare entro le 17 e fanno in modo di non prolungare le trapanature oltre alle quattro ore al giorno. “Sono le concessioni dateci in questo periodo per noi tutti non facile”: rileva la direttrice della Casa per anziani, Doris Ivanković, dalla quale si apprende che l’adeguamento alle nuove precarie condizioni dettate dal neonato cantiere, si è rivelato una vera e propria sfida. Le manovre edilizie più esigenti sono state avviate all’inizio dello scorso dicembre, con opera di demolizione delle vecchie strutture, sopra alle quali far crescere in altezza la nuova ala della Casa di riposo fino ad 9 piani. “L’ala poggiante sul grattacielo è stata completamente rasa al suolo – spiega la responsabile – e con essa le stanze della cucina e del refettorio, i vani di servizio, gli ambulatori, gli spazi di soggiorno in comune, come pure alcune camere. Un’esigente opera di trasferimento, smistamento e riorganizzazione si era resa necessaria per riuscire a funzionare ai minimi ranghi senza far mancare nulla ai degenti e appena adesso possiamo dire di stare un po’ meglio rispetto a due mesi fa. I servizi senza i quali non è possibile essere funzionanti hanno visto una (ri)sistemazione provvisoria, abbiamo completamente cambiato le zone d’accesso e d’uscita, mentre il servizio mensa è stato risolto e assicurato con il supporto della cucina universitaria all’ex Ospedale della Marina, da dove ogni giorno si fa rifornimento completo dei pasti per tutti i nostri assistiti”.

Le ruspe in piena fase di scavo delle fondamenta della futura ala.
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Il problema cucina
Nel caso dell’impresa Štiglić, tra il dire e il fare, ci starebbe di mezzo il mare. Lo scorso 20 aprile c’era stata la sottoscrizione del contratto d’appalto con la Radnik di Križevci, mentre l’inizio dei lavori ha dovuto attendere l’arrivo dell’autunno inoltrato. E non è un caso. Da quanto appreso, soltanto per individuare una soluzione adatta ad assicurare la cucina e la modalità di distribuzione dei pasti per centinaia di fruitori, si è perso parecchio tempo. L’aspetto più confortante in questo momento è intanto la conferma della direttrice per cui gli appaltatori stanno garantendo che tutto procederebbe secondo ruolino di marcia prestabilito dai termini contrattuali, per cui 19 mesi di lavoro pattuiti in complessivo, dovranno farsi bastare per condurre tutto a termine. D’altra parte, è cosa risaputa che la Regione istriana ha scelto la succitata ditta tenendo conto delle sue buone credenziali di cui gode, dopo aver portato a compimento diverse opere pubbliche, scuole e asili senza ritardi di sorta.

La Casa per gli anziani, prima di radoppiare il… volume.
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

I vantaggi logistici
L’avvio di questo progetto di costruzione che genererà un servizio aggiuntivo a favore della Città e del territorio, una residenza più grande e rappresentativa per anziani, la fascia d’età a cui è doveroso guardare con massima cura, apre le porte a importantissimi vantaggi logistici. La cronica mancanza di posti letto nel Polese, verrà lenita grazie a questo ampliamento edile in larghezza e altezza, tale da poter disporre un giorno di ulteriori 88 posti di degenza e spazi in grado di assicurare un alto standard di permanenza. Va anche ricordato che tanto di lavori hanno preteso lunghi e complessi preparativi tecnico-progettistici, al fine di dover demolire per poi ricostruire in tutt’altra maniera, in duplice formato. In effetti, dopo avere buttato tutto giù, l’odierna capacità dei 153 posti letto allo Štiglić è stata ridotta per un certo numero di camere (quelle con troppi posti letto) e viceversa nella costruenda ala verrà aumentata con ulteriori sistemazioni più comode in camere a due letti (ciascuna con i propri servizi igienici), per un totale di 241 sistemazioni da assegnare ad altrettanti anziani cui poter prestare adeguata assistenza. Tanto di ampliamento, che prevede di dotare ciascun piano di vani cucina e di soggiorni in comune rappresenta una miglioria in quanto a concezione e modalità di permanenza entro una struttura pronta ad acquisire un formato più “domestico”. Il progetto, infatti, prevede di perseguire determinati standard europei privilegiando la forma del soggiorno entro una vera comunità di alloggio. L’idea è quella di ospitare permanentemente o temporaneamente, persone anziane autosufficienti e non completamente autonome in ambienti familiari socializzanti, creando una vita comunitaria parzialmente autogestita. L’ospitalità, le prestazioni di pulizia e ristorazione, l’assistenza medico-sanitaria e nella cura dell’igiene personale verrebbe comunque fornita da operatori professionali e personale specializzato. È già noto che una siffatta concezione viene già applicata alla Casa di riposo polese ed è risultata quanto mai utile nel periodo di chiusura imposta dal Covid.

Un iter molto lungo
Un po’ di ricapitolazione non guasta per capire meglio il motivo per cui era stato necessario attendere tanti anni prima di procedere con quest’opera pubblica oltremodo indispensabile. La Regione e la Città di Pola avevano sottoscritto l’accordo di collaborazione per la realizzazione del progetto ancora nel 2017, per poi imbattersi nella questione della proprietà del terreno dove sorge la nostra struttura per anziani. La soluzione arrivava appena nel 2021 con la cessione dell’immobile da parte dello Stato (leggi Istituto per l’assicurazione pensionistica), mentre la Regione, da nuova proprietaria, ha potuto finalmente riavviare l’interminabile procedura di rilettura e revisione del vecchio progetto da adattare agli nuovi standard di accoglienza, riproporre tutto l’incartamento per l’ottenimento dei permessi edili, fino a procedere con la gara d’appalto. Una lunga strada. Ora i traguardi comuni e l’utile collettivo si trovano quasi dietro all’angolo.

Via vai di camion per smaltire i materiali da risulta.
Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

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