Cantiere navale Scoglio Olivi, c’è posta per te

In attesa di notizie ufficiali, sembra ci siano pretendenti per l’acquisto della quota statale nello stabilimento

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Cantiere navale Scoglio Olivi, c’è posta per te
Una veduta del cantiere navale Scoglio Olivi. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Trois… deux… un… Tempo scaduto. Chi si è messo in corsa per l’acquisto per il cantiere l’ha fatto, chi non ce l’ha fatta ha perso il treno. O, nel caso la nave. Il termine per la consegna dell’offerta d’acquisto della quota statale nello stabilimento navalmeccanico (il 54,77 p.c. per la precisione) è scaduto giovedì alle 15. Ergo, non c’è spazio per i ritardatari. Ma ci sono stati interessati a rilevare la quota? Sembra di sì. Nel senso che alcune buste sono pervenute, ma vallo a sapere se le offerte sono valide, complete o se il mittente ha inteso mandare magari un anticipato biglietto di auguri per Pasqua. Adesso è il turno della Commissione incaricata che dovrà aprire le buste, valutare la bontà delle offerte e quindi appena tra un paio di giorni si saprà “chi e quanto”. Poi si dovrà dare il tempo ai potenziali acquirenti di studiare a fondo lo stato di salute del cantiere (due diligence), cosa da fare entro il 2 marzo di quest’anno. La radiografia della solidità cantierina sarà basilare per l’inoltro dell’offerta vincolante. Quelle pervenute, infatti, non sono vincolanti, bensì rappresentano un potenziale interesse. Se qualcuno dovesse valutare che il gioco non vale la candela, di certo non siglerà un’offerta vincolante. Ma come sempre, si procede passo a passo. Questo primo, di manifestato interesse, lascia ben sperare. Sia come sia, il termine per l’inoltro delle offerte vincolanti scade il 13 marzo. Tempo un mese o poco più, quindi, i destini del cantiere dovrebbero essere noti. In effetti le prospettive sono diverse: o non c’è offerta valida e quindi la procedura di vendita verrà ripetuta; ci sarebbe almeno un’offerta valida e si prosegue fino all’inoltro di quella vincolante; anche se valida l’intenzione d’acquisto dopo il due diligence non ci sarebbe più sbocco oppure si arriverebbe alla cessione. Altrimenti, nella seconda tornata il prezzo di vendita subirà una riduzione.

L’interesse della CE Industries
Come detto, però, non si sa chi si sia fatto avanti. Nessuna conferma che sia tornato a bussare alle porte cantierina anche la ceca CEI Industries, che a ottobre dell’anno scorso si era rivolta al governo offrendo l’acquisto della quota. In sede di Consiglio dei creditori del fallito cantiere lo Stato aveva detto “no” alla voglia d’acquisto del Gruppo ceco. Anzi, a essere precisi di un no secco non si era trattato, ma di una richiesta di tempo per meglio valutare l’offerta. Ma poiché il tempo di farlo già c’era stato, il time out era quasi un rifiuto. Infatti, accettato di concedere ancora un po’ di tempo, il gruppo CEI Industries si era visto dire proprio un inequivocabile “no” dal Consiglio dei creditori a metà gennaio di quest’anno. Il consiglio, meglio, lo Stato in quanto azionista di riferimento, aveva deciso il tender internazionale, sperando di ricavare qualcosa in più di quanto offerto dal Gruppo di Jaroslav Strnad. Che per rilevare la quota societaria aveva offerto 155 milioni di kune, che da quest’anno sono 20,584 milioni di euro e ulteriori 9,960 milioni di euro di capitale aggiuntivo, per stemperare il rosso in bilancio e stabilizzare la gestione. Lo Stato avrebbe voluto 50 milioni di kune in più (6,6 milioni di euro). per questo ha messo la quota in vendita sul mercato internazionale. E siamo giunti all’oggi. Specchio specchio delle mie brame… non ci viene la rima: vorremmo chiedere, anche non in poesia (in fondo di soldoni si tratta), chi vorrà comprare.

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