Canalizzazione. Mandracchio spina nel fianco

Lo sversamento di liquami e scarichi fecali nell’area portuale ha evidenziato che durante il grande intervento di costruzione del collettore fognario l’area era stata... dimenticata. Bisognerà provvedere

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Canalizzazione. Mandracchio spina nel fianco
Foto: MARKO MRĐENOVIĆ

Quasi un secolo fa era stata un’area di balneazione molto popolare per i polesani, oggi invece è il tallone d’Achille dell’area portuale, quella a maggior rischio d’inquinamento. Spiaggia Stengl, toponimo dimenticato, quel pezzo di riva che si ricollega alla zona del Mandracchio e che ormai viene considerata parte integrante del medesimo, si è dimostrata oltremodo vulnerabile.

Una mattina, inaspettatamente, l’antistante specchio d’acqua portuale è finito per colorarsi di liquami biancastri, misti a evidenti e abbondanti tracce di puzzolenti scarichi fecali e pezzetti di carta igienica, allora di ignota provenienza, fino a dimostrare che il collettore fognario della Città di Pola presenta un suo punto debole, anzi più che debole, ereditato ancora dal 2015. Quando erano giunti alla loro conclusione i lavori della condotta per il convogliamento dei reflui con recapito finale al depuratore di Valcane, un pezzo del mosaico era stato lasciato del tutto fuori, facendoci scoprire l’arcano di questa non poco considerevole omissione dalla rete appena in data odierna. Che il litorale dell’area del Mandracchio risulti tagliato dal grande sistema cittadino di smaltimento delle acque fecali è un dato di fatto inconfutabile, un responso reso pubblico proprio in questi giorni dalla direzione dell’impresa comunale “Pragrande”. Dopo che la scorsa settimana c’era stata la brutta sorpresa dello sversamento dei liquidi inquinanti, gli addetti ai lavori non hanno soltanto provveduto all’immediata bonifica ed eliminazione dei liquidi putridi, ma anche avviato un’indagine per risalire alle cause che li hanno spinti nel porto.

Serve un progetto
Quello che si è capito già di buon principio è che i reflui avevano origine da tre strutture non collegate alla rete: il panificio Brionka, la ferramenta Ferro e la sede della Polstrada, un problema di vecchia data, ma che finora non aveva generato problemi visibili. La spiegazione data dal direttore della Pragrande, Kristijan Benčić, invece, aiuta a capire perché c’è stata un’evidente concentrazione di densi liquami. Il responsabile è l’impianto separatore dei grassi della panetteria, che ha subito un guasto tale da provocare una fuoriuscita delle acque piene di sostanze untuose finite poi per mescolarsi con quelle meteoriche. Il degrassatore a tre comparti, ora riparato e soggetto ad attenti controlli, non avrebbe fatto altro che complicare la situazione e dimostrare la necessità di trovare dei rimedi permanenti a quanto non era stato fatto all’epoca della grande impresa di costruzione della rete fognaria polese. Gli esperti parlano di necessità di collegamento al collettore mediante pompe sollevatrici e stazioni di pompaggio da farsi partendo dalla stesura dei progetti di massima e della documentazione progettistica completa, dalla soluzione dei rapporti patrimoniali nella zona interessata da un eventuale intervento infrastrutturale, previa una disponibilità finanziaria che grosso modo dovrebbe corrispondere a 130mila euro, contando sul sostegno della Hrvatske vode, l’Ente nazionale alle acque.

Omissione inspiegabile
Stando alla ricapitolazione data da Kristijan Benčić, il collettore cittadino aveva salvato le acque del porto di Pola dal riversamento di 5mila metri cubi di acque putride al giorno, senza depurazione alcuna, da 42 scarichi distribuiti da nord a sud, tra Vallelunga fino all’insenatura meridionale dove si trova la Fabbrica cementi.
Mai il sistema costruito a nuovo con fondi europei aveva fatto cilecca, tuttavia ci si rammarica del fatto che il Mandracchio non abbia ottenuto il collegamento alla grande rete dotata di quattro stazioni principali di pompaggio, che scende da Montegrande, prosegue verso via Trieste e la Stazione dei treni, quindi verso l’area dell’albergo Riviera e del club di canottaggio per proseguire in direzione della Posta centrale, di via dell’Arsenale, del rione di San Policarpo, fino a Stoia e Valcane.
La Brionka, la Ferro e la Polstrada sono tre strutture che ancora si servono dei vecchi metodi di smaltimento. Tuttavia, la Pragrande assicura che questa grossa omissione presenta un aspetto molto vantaggioso: i costruttori del collettore hanno comunque provveduto a collocare le tubature di allacciamento al sistema, in previsione di un futuro intervento infrastrutturale. Il vecchio incartamento progettuale aveva sì incluso la costruzione di una stazione di pompaggio in zona che però non era stata avviata. Il piano ormai desueto esiste, la sua concretizzazione è, invece, tutta un’altra cosa.

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