Calucem. Monta la protesta

Promosso dalla consigliera regionale Koviljka Aškić, oggi alle ore 9 davanti al cementificio è in programma un sit-in contro l’inquinamento al quale sono invitati i residenti nelle zone di Stoia, San Policarpo e Sisplatz. Tra le richieste anche l’utilizzo di carbone di qualità superiore

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Calucem. Monta la protesta
L’ingresso nella Fabbrica cementi. Foto: GIULIANO LIBANORE

Se gli abitanti di Stoia, San Policarpo e Sisplatz avranno raccolto l’invito dell’ingegnera-attivista e consigliera regionale indipendente (dopo la rottura con Možemo!) Koviljka Aškić, diffuso su Facebook, stamane all’entrata del cementificio Calucem si terrà un sit-in di protesta a titolo d’avvertimento che potrebbe avere un seguito di azioni meglio articolate come l’occupazione dell’ingesso alla fabbrica. Ecco come Akšić ha chiesto ai cittadini di partecipare al raduno: “Chiedo a chiunque voglia mettere fine all’arroganza del cementificio di presentarsi davanti al portone d’entrata il giorno 16 alle 9. Vogliamo l’utilizzo di carbone di qualità superiore, povero di zolfo, fino al passaggio definitivo al gas naturale; il parere dell’Istituto di salute pubblica sullo stato di salute degli abitanti dei rioni di Stoia, Monte Zaro e Sisplatz in riferimento alle malattie polmonari e allergiche; il potenziamento della stazione di monitoraggio della qualità dell’atmosfera di Fisella in riferimento ai parametri SO2, PM 2,5 e PM 10; controlli regolari dell’Ispettorato all’ambiente fino alla riduzione delle emissioni atmosferiche e sanzioni per i responsabili”.

Valori allarmanti
Aškić non parla per sentito dire: entrambi i figli risiedono a Stoia e lei personalmente nel rione di Monte Zaro a 200 metri di distanza in linea d’aria dalle ciminiere. A suo dire, i valori delle misurazioni sono allarmanti, come lo sono i disturbi accusati dalla popolazione. Le neoplasie in Istria sono aumentate del 12 per cento. In qualità di consigliera regionale, Aškić ha richiesto dall’Istituto per la salute pubblica un rapporto dettagliato sulle nuove formazioni tumorali. Inoltre, l’attuale stazione di monitoraggio di Fisella risulta insufficiente come strumento di tutela contro l’inquinamento atmosferico: sarebbe dovuto servire solo come indice orientativo in vista di un suo potenziamento, ma nessuno ha mosso dito in questa direzione.

Le possibili soluzioni
Che cosa dicono all’Istituto regionale di salute? Intanto che le misurazioni delle emissioni atmosferiche di Fisella non sono a norma di legge e che l’amministrazione municipale è stata debitamente informata del fatto. In secondo luogo, la direzione dell’ente chiarisce che la sua funzione non è quella di sanzionare gli impianti inquinanti, cose di cui si occupano gli ispettorati della Repubblica. Dal canto suo, l’ente di profilassi ha avanzato due soluzioni al problema dell’inquinamento a Stoia. La prima, sul breve periodo, di predisporre misurazioni attendibili da parte di laboratori accreditati indipendenti. L’altra, sul lungo periodo, potenziare la stazione di monitoraggio attuale e affidarla in gestione all’Istituto nazionale di idrometeorologia (DHMZ), come avviene già per la fabbrica di lana di roccia, Rockwool, per il cementificio di Valmazzinghi e per la centrale termoelettrica di Fianona. Questo perché le emissioni rilevate secondo il protocollo DHMZ sono diverse da quelli misurate dal cementificio in osservanza dell’autorizzazione unica ambientale.

La versione del cementificio
Diametrale la versione dei fatti dell’impianto Calucem, secondo cui le emissioni atmosferiche sarebbero sotto la soglia di guardia. Il suo team di ingegneri segue tutti i valori delle emissioni 24 ore su 24 e la fabbrica dichiara che dal 15 luglio all’11 agosto nessun valore ha superato i limiti dell’autorizzazione ambientale. La media delle emissioni di biossido di zolfo per il periodo preso in esame sono di 492 mg/m3, ben al di sotto della soglia di 1.200 mg/m3 consentita. Anche la misurazione straordinaria del 29 luglio, richiesta dall’Ente regionale di salute pubblica, ha confermato il valore di 432 mg/m3 notevolmente inferiore alla soglia di guardia. Inoltre, l’impianto lavora a ranghi ridotti, per cui in nessun caso le emissioni atmosferiche potrebbero costituire un problema. Neanche quelle del 13 agosto, quando la stazione di monitoraggio di Fisella ha registrato valori superiori alla norma. Per studiare la faccenda, la fabbrica ha fermato il processo produttivo e paragonato i valori delle proprie a quelli della stazione di rilevamento: ne è emerso che i primi sono diminuiti come previsto e gli altri no, il che desta sospetto sulla validità dei rilevamenti di Fisella. Per chiarire le disparità, la fabbrica ha chiesto l’accesso ai dati del Municipio e promette un Piano di tutela ambientale che verrà presentato ai cittadini in settembre.

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