
All’insegna di un eloquente “Basta!”, è trascorso ieri mattina il comizio di protesta contro l’inquinamento, al quale hanno preso parte alcune decine di cittadini, svoltosi dinanzi al cementificio Calucem e promosso dall’ingegnera-attivista e consigliera regionale Koviljka Aškić, affiancata nell’occasione da Vladimir Jurišić e dalla dott. Sanja Miholić del Comitato di quartiere di Stoia, nonché da Dragica Pršo di quello di Sisplatz. Presente all’appuntamento anche il sindaco di Pola, Filip Zoričić, il quale ha rilevato innanzitutto che la Città sta preparando una causa nei confronti della fabbrica per l’elevato livello di particelle nocive e per tutti gli altri parametri elevati. “I quali, ad esempio – a detta del primo cittadino – sono alcune volte superiori rispetto a quelli del cementificio di Valmazzinghi. Dunque, questa è l’ultima istanza che possiamo attivare. Allo stesso tempo, siamo in attesa della visita del ministro dell’Ambiente affinché venga risolto questo problema. Abbiamo proceduto pure all’acquisto dell’apposita attrezzatura da laboratorio per ricerche particolari sulle particelle emesse, in quanto, come si è visto, il dispositivo già installato non è affidabile. Se non si deciderà a introdurre nuove tecnologie, alla dirigenza della fabbrica, con la quale siamo in continuo contatto, non rimarrà altro che chiudere i battenti. Ormai è stato superato ogni limite, a partire dal rumore che crea all’eccessivo livello di particelle nocive”.
Serve un’industria sana
“Colgo l’occasione – ha aggiunto Zoričić – per invitare la Direzione del cementificio a esibire i risultati, ovviamente mantenendo l’anonimato delle persone, del controllo medico dei lavoratori impiegati nella fabbrica, per vedere se ci sono delle novità. Noi vogliamo che la persone lavorino, vogliamo avere un’industria, ma dev’essere sana. Per di più, ancora a febbraio ci siamo rivolti all’Istituto idrometeorologico nazionale in merito all’installazione di un sistema di monitoraggio a Fisella, che ci ha demandati al ministero della Tutela dell’ambiente e della Transizione verde, al quale abbiamo posto delle domande e ancora non abbiamo ricevuto risposta. In sintonia con il direttore dell’Istituto regionale di salute pubblica, Aleksandar Stojanović, abbiamo deciso di incontrarci lunedì prossimo, assieme ai rappresentanti della Regione e della Calucem, per parlare delle misure da intraprendere. Da parte sua, la fabbrica ha promesso che dal carbone passerà al più presto al gas quale combustibile, e ora vedremo se rispetterà quanto annunciato. Inoltre, il 17 settembre si terrà una riunione pubblica. In questo momento mi fa piacere che si sia costituita un’iniziativa dei cittadini decisi ad alzare la voce e a porre fine a questo problema. Da dire infine che la querela sarà presentata ufficialmente ed è legata al rispetto degli standard dell’Ue circa il superamento del livello normale o abituale delle particelle nocive emanate dal cementificio”.
La parola al ministero
“Siamo convinti che la fabbrica per sé stessa non cambierà – ha detto al meeting di protesta Jurišić –, per cui l’unico in grado di imporre direttamente dei cambiamenti è il ministero della Tutela dell’ambiente. Daremo vita a una campagna per raccogliere 10mila mail da inviare al dicastero, affinché la fabbrica rispetti gli standard europei, come tra l’altro viene fatto negli altri impianti in Croazia”. “Dopo quanto fatto dall’iniziativa di cittadini negli ultimi 6 mesi – ha proseguito Pršo –, alla fine abbiamo denunciato il caso all’Ispettorato di Stato, che durante il sopralluogo ha riscontrato irregolarità nel cementificio e infine sporto denuncia, nonché cercato dalla Città una valutazione sul grado di inquinamento dell’aria. Abbiamo contattato pure il ministero in questione e cerchiamo delle spiegazioni”. Infine, Aškić ha puntualizzato che non servono altri sistemi per rilevare l’inquinamento, bensì completare quello di Fisella. “Annualmente abbiamo un aumento del 12-13 p.c. di neoplasmi, e rispetto allo scorso anno una crescita del 36 p.c. di tumori maligni, per cui anche in questo senso cerchiamo delle spiegazioni”, ha detto Aškić.
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