
Brutto segno, quando per vedere riconosciuti i propri diritti bisogna scendere in sciopero. Significa che gli strumenti previsti non hanno avuto esito. Che il dialogo e la comprensione sono mancati, che non si è trovato un linguaggio comune. Non resta che l’ultimo gradino, lo sciopero, appunto. Ieri hanno incrociato le braccia i dipendenti della Calucem. La protesta verte sull’aumento degli stipendi. I sindacati di categoria hanno chiesto una lievitazione del 20 p.c., laddove le paghe attuali si aggirano da 900 a 1.300 euro. Va ricordato che si lavora a turni, nei fine settimana e nei festivi, in condizioni non propriamente comode: c’è chi, per gli altoforni, deve sopportare temperature proibitive e resta il disagio delle polveri che si respirano. Difficile trovare nuovi dipendenti: chi lavora per un po’, un mese, considerato lo stipendio e le condizioni di lavoro, preferisce cercare un lavoro altrove. Quanta sia la disparità lo si è sentito nella dichiarazione di un dipendente di lunga data: “Mio figlio è studente e per i lavori che fa percepisce 6 euro netti all’ora; io con 25 anni di anzianità di servizio vengo pagato 8 euro lordi all’ora”.
Dal direttivo della Calucem appena la conferma che “lo sciopero d’avvertimento fa seguito alle trattative tra la direzione aziendale e il Sindacato edile della Croazia in materia di aumento degli stipendi e modifiche al contratto collettivo, che non hanno sortito effetto. La Calucem comprende le necessità dei dipendenti e collabora con il sindacato per trovare una soluzione. Apprezziamo la pazienza e la comprensione dei dipendenti e della comunità in questo periodo. Siamo impegnati nella soluzione della situazione in buona fede e guardando al prosieguo della gestione”.
Agli scioperanti anche l’appoggio della presidentessa del Sindacato edile della Croazia, Jasenka Vukšić, che si è congratulata con i lavoratori per il coraggio e la determinazione. “Sarebbe ora di definire, in Croazia, una politica retributiva in termini di stipendio lordo che garantisca una vita dignitosa”, ha detto.
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