È caccia ai lavoratori stagionali

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È caccia ai lavoratori stagionali

Le fiere del lavoro in Slavonia sono finite da un pezzo, ma è solo in marzo che l’arruolamento degli stagionali per l’industria alberghiera adriatica entra in una fase di massima intensità. In Istria il fermento di chi cerca ma anche di chi offre lavoro è percepibile in ogni dove. Le aziende assumono, e molto spesso fanno fatica ad assumere, i disoccupati cercano di ricavarci il massimo, forti di esperienze all’estero dove i salari sono maggiori e le condizioni di lavoro generalmente migliori. Intanto la bacheca dell’Istituto regionale di collocamento in via dell’Abbazia benedettina è tappezzata di moduli standardizzati che dichiarano tanti e tali posti di lavoro vacanti, solitamente con decorrenza dal 1º aprile (il termine ultimo per l’assunzione degli operai a tempo determinato che godranno del beneficio di un posto sicuro almeno fino alla fine di ottobre).

L’offerta è maggiore della richiesta

L’offerta d’impiego in questo periodo dell’anno è sproporzionata alla domanda: si tratta beninteso di lavoro necessario a soddisfare il fabbisogno di ristoranti, alberghi, resort, parchi dei divertimenti, campeggi, agenzie turistiche, agenzie di pulizia o di manutenzione di piscine, bar, negozi e via elencando. Le offerte di lavoro si contano a centinaia se non a migliaia. Scarsa è invece la richiesta di professori, legali, ragionieri, contabili, amministratori. Nessuno assume laureati in economia e commercio. Ce ne sono già abbastanza che non hanno lavoro e devono accontentarsi di fare un altro mestiere, altrimenti l’alternativa è la disoccupazione permanente. Nessuno assume professori di lingue, traduttori e interpreti. Anche qui un’eccedenza di lauree copre varie volte l’offerta di lavoro. Una scuola superiore è tuttavia in cerca di un insegnante di matematica e un’altra insegue disperatamente un professore di fisica: il deficit di personale per le due materie scientifiche è una costante del sistema scolastico nazionale.

Al servizio del turista

Ma veniamo agli stagionali propriamente detti, e cioè quell’esercito di dipendenti al servizio del turista in tutte le varianti dall’addetto alle piscine al capocuoco. L’”Arena Hospitality Group” ha poco meno di un mese per completare l’organico dei suoi alberghi, campeggi e villaggi vacanze di Pola e di Medolino perché le strutture che in inverno rimangono chiuse riapriranno il 1º aprile. Il gruppo cerca 200 camerieri, 150 cuochi, 60 receptionist, 300 cameriere d’albergo, 60 animatori, 20 bagnini, 10 sorveglianti di piscine, 15 addetti al noleggio delle attrezzature sportive e da spiaggia, 20 addetti al centro wellness, 20 giardinieri, 20 lavandaie, 30 addetti alla manutenzione degli impianti, 30 donne delle pulizie, 50 aiuti cuoco e 50 aiuti cameriere. Anche il villaggio turistico di Vignole assume un centinaio di dipendenti per l’estate, in prevalenza personale da ristorante e albergo. Manco a dirlo, i pizzaioli sono sempre richiesti e spesso pagati a peso d’oro. L’azienda alberghiera “Valalta” di Rovigno cerca manodopera anche a Pola, soprattutto cameriere d’albergo ma anche macellai, giardinieri, magazzinieri, bagnini, sorveglianti per parcheggi, commessi, cassieri, pizzaioli, barmen, educatori e animatori per ludoteche e servizi di accudimento bambini. Una miriade di agenzie private specializzate in manutenzione di piscine, pulizia di appartamenti turistici e servizio caldaie o impianti di raffreddamento sono a loro volta a corto di personale.

Forza lavoro dall’estero

Naturalmente anche quest’anno i datori di lavoro lamentano difficoltà ad assumere. La carenza o l’insufficienza di qualifiche professionali è un altro problema di non indifferente portata. Per forza, i migliori tra cuochi e camerieri sono migrati all’estero a caccia di stipendi e condizioni di lavoro migliori. In cambio le aziende istriane si rifanno pescando a loro volta sul mercato del lavoro estero, o meglio, globalizzato: quasi sempre in Ucraina, Serbia, Bosnia ed Erzegovina. Il gruppo “Valamar” di Parenzo si vanta di versare stipendi del 27 per cento superiori alla media nazionale nel comparto (come minimo 5.000 kune al netto mensili anche per i lavori più umili). Senza contare che le spese di vitto e alloggio sono a carico del datore di lavoro, per cui, in teoria, lo stipendio vale più di quel che vale in cifre. D’altro canto, la stessa legge si riscontra nelle località turistiche e negli alberghi di tutta l’Europa, quindi lo stagionale può permettersi di scegliere il posto più conveniente, sempre che sia disposto a spostarsi. Ma oggi spostarsi non è più un optional. Ne sanno qualcosa i superstiti del cantiere navale. Una sessantina di costruttori navali o comunque metalmeccanici tra saldatori, fabbri ferrai e fabbri stagnai sono richiesti in Germania e in Repubblica ceca in questo preciso momento. Quelli che lasciano Scoglio Olivi prendono per l’appunto un biglietto di sola andata per l’Europa centro settentrionale.

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