Brussich: «Misure anti-Covid: siamo stati i primi»

A colloquio con la presidente della CI di Pola

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Brussich: «Misure anti-Covid: siamo stati i primi»

Se il distanziamento sociale è il solo comandamento che valga la pena di osservare in tempo di pandemia, a farne le spese è la collettività non meno dell’individuo. Vivere in comunità è impossibile se la distanza è la parola d’ordine per continuare a campare in salute. Come può cavarsela, allora, una comunità fondata su rapporti sociali, vincoli linguistici e morali come la Comunità degli Italiani di Pola? È chiaro: non può farlo. Al massimo può limitare tutte le sue funzioni vitali alla mera sopravvivenza in attesa che i tempi cambino e che lo stile di vita torni ad essere quanto più simile a quello pre-crisi. Ne parliamo con Tamara Brussich, presidente della CI di Pola, che per la prima volta nella storia s’è vista costretta a chiudere per mesi il suo storico cancello in ferro battuto cinto dalla monumentale Porta Ercole.
Come procede, dunque, la vita in quarantena all’1 di via Carrara?
Intanto vi ricordo che già ai primi di febbraio, quando si cominciava ad avvertire il disagio per la diffusione del coronavirus in Italia, abbiamo deciso spontaneamente di rinviare i vari balli in maschera e gli altri appuntamenti in occasione del Carnevale, ma anche alcuni concerti all’epoca in preparazione, come la tradizionale esibizione in maschera del Centro studi di musica classica, insomma, tutte quelle attività che implicavano una presenza massiccia di bambini in un ambiente chiuso. Il 6 e il 7 di marzo, sono comunque andati in scena il concerto della SAC Lino Mariani in onore della Festa della donna e la serata dedicata alla poetessa connazionale Ester Barlessi, mentre è stata disdetta la recita della SE “Giuseppina Martinuzzi” sempre per la Festa della donna. In realtà abbiamo subito limitato tutti gli assembramenti di bambini e ragazzi perché avrebbero coinvolto anche un grande numero di adulti e anziani che li seguono, e sappiamo quanto siano affollati gli ambienti del “circolo” in occasioni come queste. Quanto agli ultimi eventi, bisogna ammettere che il pubblico si è dileguato di propria spontanea iniziativa: i nostri soci sono consapevoli dei rischi e soprattutto sono persone responsabili che evitano di causare danni a sé stessi e agli altri, quindi, possiamo dire c’è stata una riduzione spontanea degli assembramenti, ancora prima che entrassero in vigore tutte le ordinanze della Protezione civile in tal senso.
Intorno alla metà di marzo c’è stato il lockdown per tutti e quindi anche per la Comunità degli Italiani di Pola…
Dopo l’ordinanza della Protezione civile, abbiamo semplicemente preso atto delle disposizioni e agito di conseguenza. Abbiamo chiuso il bar, la biblioteca, abbiamo sospeso tutte le attività che chiamiamo artistico-culturali, tutte le iniziative che coinvolgono i bambini e i giovani, come il gruppo di lettura, i cori, le lezioni di musica, insomma, tutto ciò che costituisce la linfa della nostra alquanto vivace comunità nazionale. Abbiamo però mantenuto alcune attività che potremmo definire di sorveglianza e di amministrazione, per cui ogni giorno, a turni, il nostro personale dipendente è rimasto in servizio in orario d’ufficio. Nel frattempo i dipendenti hanno usufruito delle ferie, sempre a turni, per non lasciare incustodita la sede. È importante, in questi casi, non lasciare la sede abbandonata. Si tratta dei nostri beni materiali, dopotutto, che vanno sorvegliati e custoditi con cura, come stiamo facendo appunto in questi giorni nonostante l’imposizione dell’isolamento, che per altro osserviamo scrupolosamente.
Prima che venisse imposta la chiusura degli enti e dei locali pubblici, la Giunta aveva avviato una serie di lavori di manutenzione della sede. È stato possibile portarli a termine?

Tamara Brussich

Gli interventi di manutenzione sono stati realizzati grazie a una tempestiva reazione della Giunta UI con in testa Marin Corva, che non ha tardato ad autorizzarci uno stanziamento complessivo di 70mila kune per tutta una serie di investimenti che, a furia di essere rimandati alle solite calende greche, sono diventati a un certo punto non soltanto necessari, ma assolutamente urgenti. Si tratta delle riparazioni alla pavimentazione della terrazza estiva, ormai ridotta in cattivo stato, per un valore complessivo di 45.000 kune, ma anche della sostituzione delle tende da sole al piano superiore, di quelle oscuranti al pianterreno, dei rivestimenti in tessuto delle sedie in sala Giunta e della verniciatura del parquet nell’ufficio della segretaria, per un valore di circa 25.000 kune. I lavori del primo gruppo sono stati eseguiti dal nostro amministratore di condomini, la società Castrum, mentre gli interventi del secondo gruppo sono stati appaltati alla ditta di rivestimenti e tendaggi “Idea tende”.
Quali eventi culturali sono stati semplicemente cancellati in seguito alla pandemia?
Purtroppo abbiamo perso un inquilino molto apprezzato: la compagnia di prosa per bambini e ragazzi “Naranča”, con tutti i suoi spettacoli. Peccato perché la convivenza tra compagnia e comunità cominciava a dare buoni frutti e grandi speranze per il futuro. Poi abbiamo dovuto rinunciare al Festival bilingue del libro per ragazzi, il celebre “Monte Librić”, di cui curiamo il programma italiano denominato “Più che una storia”. E dire che quest’anno il programma sarebbe stato speciale. Intanto perché il tema centrale del Festival sarebbe stato “Il mio numero fortunato” e poi perché nella parte italiana del programma avremmo dedicato tanti appuntamenti al centenario della nascita di Gianni Rodari. Tra l’altro questa sarebbe potuta essere l’edizione della Fiera che per la prima volta in assoluto sarebbe stata visitata anche dai ragazzi delle scuole italiane della Slovenia, un progetto che l’Unione Italiana avrebbe sicuramente approvato e sostenuto, ma ormai non se ne fa più nulla. È difficile dire se sarà possibile rimandare il “Monte Librić” a una data da destinarsi entro l’anno, perché non dipende soltanto dalla nostra volontà. Noi come Comunità cercheremo almeno di realizzare per nostro conto un piccolo omaggio a Rodari.
Per il resto devo dire che abbiamo iniziato la pratica delle sedute telematiche della Giunta esecutiva, che deve pur esprimersi su argomenti di stringente necessità, com’è stato per l’appunto il bisogno di sgravare il gestore del bar dal pagamento del canone d’affitto, il minimo che si poteva fare per alleggerirgli il peso dei danni della pandemia. Poi siamo stati costretti a rimandare anche tutte le attività relative ai festeggiamenti del Primo maggio, la Festa internazionale del Lavoro, e della Giornata della Città di Pola, che quest’anno celebra i 75 anni della liberazione dal nazi-fascismo. E dire che avremmo avuto l’onore di organizzare anche un concerto delle celebri Mondine, con i loro canti di emancipazione operaia, ma non se n’è potuto fare proprio nulla.
Ci sono difficoltà finanziarie in questo momento? La Comunità degli Italiani è in grado di erogare gli stipendi al personale?
Nessun problema in questo senso, gli stipendi vengono versati regolarmente e senza riduzioni per ristrettezze. Per combinazione questa crisi ci ha colti proprio nel momento in cui la segretaria Majda Marković ha maturato l’età del pensionamento e ci ha lasciati. Nell’impossibilità di farlo con una meritata festa, colgo l’occasione di ringraziarla per tutto quello che ha fatto per la nostra Comunità sia da parte mia personale che da parte dell’ex presidente, Fabrizio Radin. In sua vece abbiamo assunto Sara Filiplić. Tornando ai finanziamenti, devo dire che per il momento non si risente di alcuna difficoltà finanziaria: gli enti patrocinatori, vale a dire la Città di Pola e l’Unione Italiana, rispettano tutti gli oneri nei nostri confronti, quindi la situazione per ora è stabile. Dovesse cambiare, ci saranno naturalmente delle modifiche al Bilancio, ma in questo momento è inutile parlarne: la stima dei danni è rimandata ai tempi in cui si potrà valutare con cognizione la portata delle conseguenze della pandemia.
Che speranze abbiamo di tornare alla normalità entro l’estate?
Be’, per il Festival del cinema non sapremo nulla in particolare fino a quando non si pronunceranno in merito i promotori o le autorità. Quanto al Raduno degli esuli da Pola che si tiene ogni anno in giugno, è chiaro che si rimanda trattandosi di un assembramento internazionale che coinvolge una fascia della popolazione a rischio. Siamo in contatto con la Federazione degli esuli e vedremo perlomeno di esprimere un nostro appoggio in forma virtuale, simbolica, nell’impossibilità di riceverli in sede come abbiamo sempre fatto. Poi per l’estate canora e le serate danzanti, chi lo sa, forse si potrebbe anche rimediare un programma diciamo last minute. In teoria noi saremmo anche pronti per rimboccarci le maniche e organizzare qualcosa, magari con l’osservanza di determinate misure di sicurezza, ma anche in questo caso non dipende da noi. Tutto è nelle mani della Protezione civile e soprattutto degli epidemiologi che sono stati investiti del compito di gestire quest’emergenza.

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