Boris Jokić. «In che razza di mondo viviamo? Recuperare l’educazione perduta»

20.esima Conferenza internazionale «Mate Demarin»

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Boris Jokić. «In che razza di mondo viviamo? Recuperare l’educazione perduta»
Foto: ARLETTA FONIO GRUBIŠA

A spasso per l’orizzonte scuola e dentro a una mutata realtà contestuale che mette in crisi il mondo della formazione perennemente alla ricerca di didattiche adeguate e plasmabili alle nuove generazioni: tale è stato il percorso intrapreso ieri nell’ambito della 20.esima Conferenza internazionale scientifica “Mate Demarin”. I promotori – la Facoltà di Scienze della formazione dell’Università polese e dell’omologa di Zagabria – hanno affrontato la tematica “Diversità e interdisciplinarietà nell’educazione e istruzione” nell’ambito di due giorni di lavoro, conversazione, dibattito e riflessione. Oltre ottanta partecipanti, arrivati da Croazia, Italia, Slovenia, Montenegro e Serbia, si sono dati il cambio nella Sala degli spettacoli della Comunità degli Italiani, per assistere a una quarantina di relazioni, a partire dagli interventi proposti nell’ambito della sessione plenaria introduttiva. Primi relatori di spicco sono stati Boris Jokić, dell’Istituto per le ricerche sociali di Zagabria, Mirela Sertić Perić, della Facoltà di Matematica e scienze naturali dell’Ateneo zagabrese, seguita da Mojca Kompara Lukančič della Facoltà di Turismo di Maribor, per poi cedere il microfono a Cristian Fabbi, presidente di Reggio Children e alle sue utili indicazioni da adottare nei contesti dell’apprendimento precoce, per progettare una scuola dell’infanzia in grado di condurre i bambini verso la successiva costruzione della conoscenza. Il grande ritorno della tradizionale conferenza universitaria “in presenza” (e non più on line) è stato salutato da Mirjana Radetić Paić, vicepreside della Facoltà polese, mentre Iva Blažević, preside della Facoltà polese, si è detta soddisfatta di poter salutare un così numeroso pubblico, pronto a cogliere quest’opportunità di scambio di sapere ed esperienze nel campo dell’educazione e dell’istruzione.

Brillante e molto applaudito è stato l’inizio dei lavori proposto da Boris Jokić, ricercatore, docente con dottorato conseguito a Cambrige, nonché uno degli autori della riforma curricolare croata e iniziatore di battaglie politiche a favore del mondo scuola. “What kind of world we are living” (In che razza di mondo stiamo vivendo?) era il titolo del tema proposto a Pola, contento di trovarsi in Istria in uno dei territori migliori e più progressivi della Croazia. Per estendere il progresso a tutta la nazione, l’investimento da fare è quello nelle giovani generazioni, da recuperare dal castigo del Covid e da salvare dall’iper-dipendenza dalle tecnologie. Cosa ha fatto la crisi epidemico-sanitaria? Ha cambiato le amicizie, interrotto i contatti sociali, deteriorato le relazioni familiari, romantiche, sessuali, gli spazi privati, l’attività fisica, il mondo del lavoro e come non mai… l’educazione. Più che interessanti i risultati dei monitoraggi condotti dall’Istituto di ricerca croato che hanno tradotto gli umori degli adolescenti della nazione, il calo del tasso di fiducia nei confronti della società e della politica in particolare e richiesto a viva voce il ritorno alla scuola, a quella vera, contenuta negli edifici, fatta di insegnanti e alunni in relazione e interscambio di emozioni. Niente; manco l’intelligenza artificiale può sostituirsi ai contatti umani e di questo, a detta Jokić, il settore dell’educazione e dell’istruzione dovranno tenere eccome conto, nel nome del recupero della scuola perduta.

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