Bibite nelle edicole: altri cambiamenti

Secondo il documento al vaglio dei consiglieri sarà possibile solo la vendita nella confezione originale

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Bibite nelle edicole: altri cambiamenti
Una delle edicole rimaste nel nucleo storico. Foto: SRECKO NIKETIC/PIXSELL

È nuovamente “pericolo in vista” per la vendita del caffè da asporto nelle edicole di Pola. Vale a dire, si corre il rischio di vedere i giorni contati per quella bevanda che era stata venduta ad ettolitri zuccherati negli anni di crisi-epidemico sanitaria e che aveva generato affari d’oro per la lobby delle macchinette eroga bibite (oltre che caffè anche cioccolata calda e cacao). La fine di quest’offerta a prezzi più vantaggiosi di quelli praticati nei caffè bar, più cari dopo l’introduzione ufficiale dell’euro, viene intravista tra le righe nei materiali all’ordine del giorno per la seduta del Consiglio Cittadino convocata per domani (22 gennaio). Sta di fatto, che è arrivata l’ora di decidersi a mettere le cose definitivamente in chiaro e di fissare una regola senza equivoci di sorta. La Città, almeno fino a domani, ossia fino all’ora della riunione consigliare, la prima nell’anno 2023, mantiene sempre in vigore il suo vecchio Piano municipale per la sistemazione temporanea di edicole e bancomat su suolo pubblico. Trattasi di quel discusso documento che all’inizio del 2022 aveva sollevato una rivolta generale degli edicolanti, sorpresi dal fatto di vedersi proibire la vendita di caffè e bibite refrigerate (e non) nei punti vendita. E mentre gli uni imprecavano preoccupati per la sopravvivenza del loro settore (comunque in crisi anche senza il draconiano divieto), l’altra lobby dei bar e ristoranti applaudiva soddisfatto la sberla piantata alla concorrenza con le bibite d’asporto, da loro sempre considerata sleale.

La proposta in gioco
Dopo essere stata tacciata di faziosità, e una riunione assieme ai gestori delle edicole dabbene arrabbiati, la Città finiva per rimangiarsi tutto e decretare una moratoria: il divieto di vendita delle bibite veniva tosto “sospeso” fino alla fine del 2022. Poi, dalla metà di ottobre alla metà di novembre ecco la consultazione pubblica, che da quanto risulta ha sortito anche delle proposte che la Città ha fatto proprie. Il Piano riveduto e corretto va ora in mano al Consiglio sotto forma di proposta, che include la cancellatura del famigerato sintagma che, nel caso delle edicole, recitava “vengono proibite le vendite di bibite e caffè e la collocazione di frigoriferi”. Quanto sta per succedere ora non vi è nulla di sorprendente. Si tratta in effetti di un ripristino della situazione in essere, che in effetti non era mai cambiata. Le bibite sono state sempre vendute senza soluzione di continuità nelle edicole. E continueranno a farlo, ma in maniera selettiva qualora la proposta di Piano dovesse venire avvalorata. E vediamo perché. La Città riformula la normativa nella seguente maniera: “L’attività di vendita di tabacco include anche il commercio di giornali, schede telefoniche, articoli cartacei e da scrittura, cosmetici, giocattoli, orologi… prodotti alimentari confezionati e bibite nella loro confezione originale”. Perfetto o quasi. Perché il sintagma delle “bibite nella loro confezione originale”, recita chiaro ed esclude del tutto il caffè e le bibite prodotte dalla macchinetta. E dire che la formulazione è uscita dalla stessa Confartigianato di Pola e approvata dalla Città proprio alla lettera.

La proposta della Confartigianato
A confermacelo è la stessa segretaria dell’ente, Ester Jurinović. “Si è vero, questa è la proposta che noi abbiamo inoltrato al dibattito pubblico in Rete. E realmente, con questa formulazione il coffee to go, che non è prodotto sigillato in confezione industriale, non risulta incluso, anche perché di fatto, noi non l’abbiamo richiesto. A noi interessava ripristinare su carta se non altro la regola che permette di vendere bibite in confezione originale”. In effetti la proposta domani al vaglio consiliare non proibisce la vendita del caffè ai chioschi a inequivocabili lettere, ma nemmeno lo include nella lista degli articoli smerciabili, cosicché la faccenda potrebbe anche diventare oggetto di speculazioni lasciando spina chiusa o aperta alla bevanda d’asporto, a seconda delle convenienze.

Sempre meno rivendite
Da notare quindi che il piano di disposizione delle edicole a Pola risulta ben riveduto e corretto rispetto alla precedente versione. I punti vendita che prima erano 84 adesso sono 52. Un bel po’ di tabaccherie sono sparite dalle vie dei Vecchi Statuti, Santorio, Jurij Žakan, Albona, Marulić, Radić, Kranjčević, Rizzi, Voltić, Colchidi, Sissano, da piazza Ninfeo, dal vicolo Lettis a Stoia ecc. L’edicola di via Rakovac/Stiglich non è mai stata ripristinata dopo la costruzione del parcheggio. Da Valmade, dalla zona del Brioni Pola, da Stoia sono spariti alcuni stand che prestavano attività di ristoro, da via Jeretov, dal vicolo di Monte Cappelletta, via Mardegani e Medolino sono scomparsi i mercatini locali di frutta e verdura. E via elencando tanto di casi di commercio in fallimento, mentre i bar continuano a funzionare alla grande, anche dopo la valanga Covid. Rispetto a prima, la Città includerà nel piano delle postazioni di vendita solo l’edicola a Montegrande, così come richiesto dagli stessi abitanti del luogo, che come previsto potrà venire collocato in via Leonardelli. Oltre a tanto una modifica al Piano prevede di definire nero su bianco che la vendita di prodotti da forno verrà concessa in quei punti vendita esterni che vengono riconosciuti come zone da mini-mercati urbani.

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