Batteria di San Giovanni. Missione recupero

L’Acquario ha ordinato vasche di minore capienza per i pesci tropicali e i rettili acquatici. Da Spalato vasche second hand più grandi destinate agli squali. Intanto si è all’opera per salvare dall’estinzione la Pinna Nobilis

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Batteria di San Giovanni. Missione recupero

La Batteria di San Giovanni a Verudella è (quasi) pronta a rinascere a nuova vita. La sua funzione militare non è più che un ricordo, ma sono ricordi ormai lontani anche la discoteca degli anni Settanta e la pista da ballo all’aperto con i famosi concorsi di Miss spiaggia degli anni Ottanta. Da una ventina di anni a questa parte, l’opera fortificatoria immensa nel verde è stata letteralmente divorata dalla vegetazione. Fortunatamente gli anni Duemila e una nuova generazione di scienziati-imprenditori hanno riscoperto il valore del patrimonio militare asburgico in funzione di attività economiche, commerciali e turistiche. La fortezza di Verudella è diventata un acquario di tutto rispetto e recentemente è stata coperta con una cupola di ferro su misura. Ora è pronta ad allargare il suo “dominio” a sedi dislocate più o meno vicine tra cui appunto la Batteria di San Giovanni ma anche alla località di Promontore nel Comune di Medolino.

Per la Batteria di San Giovanni è “Operazione pulizia”

Approfittando del bel tempo, la direzione dell’Acquario si è data a un’operazione di pulizia degli interni e degli esterni della struttura fortificatoria. Si tratta di attività preliminari in vista del trasferimento di una parte del fondo di organismi marini e terrestri per i quali la fortezza cominciava a farsi piuttosto stretta. A fine lavori – probabilmente in concomitanza con la prossima primavera – passeranno dalla fortezza alla batteria gli organismi della collezione dei tropici, pescecani in primis. Sta di fatto che gli squali cominciano ad accusare carenze di spazio e vanno trasferiti in vasche più comode. Si tratta delle specie Pinna nera e Pinna bianca del Reef, che devono assolutamente lasciare le vasche da 50 metri cubi per andare ad abitare vasche del doppio volume (100 mc). Nell’impossibilità di ordinarne di nuove, fatte su misura, la direzione ha ripiegato su una soluzione di compromesso e acquistato alcune vasche usate dall’Acquario di Spalato.

La lucidatura della pavimentazione esterna

Per completare la nuova esposizione, sono state ordinate anche diverse vasche di minore capienza (15 mc) destinate ad accogliere i pesci tropicali e i rettili acquatici, ovvero coccodrilli, caimani e compagnia bella. I lavori procedono a ritmo sostenuto, complice il bel tempo, più simile alla primavera che all’autunno. Finora sono stati ripuliti il fossato che cinge il perimetro esterno della costruzione, il tetto, la pavimentazione esterna, il tunnel. Gli ambienti della batteria serviranno ad accogliere, oltre agli squali e alla collezione di organismi dei tropici, il Centro nazionale di recupero delle tartarughe marine e i vari vivai di insetti e crostacei utilizzati per l’alimentazione dei pesci, nonché il vivaio di conservazione della Pinna nobilis. La Nobilis, detta anche pinna comune o nacchera, è una specie particolarmente vulnerabile, che lotta eternamente contro l’estinzione: i biologi e gli oceanografi al sevizio dell’Acquario di Verudella stanno cercando di riprodurla e salvarla in condizioni di cattività per poter cominciare con le campagne di ripopolamento dell’Adriatico nei mesi a venire.

Vasche di seconda mano in attesa di restauro

A proposito della Batteria in quanto costruzione militare. Si tratta di una delle opere secondarie dell’anello fortificatorio polese. È stata costruita tra il 1877 ed il 1880 sulla Punta S. Giovanni, a 12 metri di altitudine sul livello del mare, col fronte rivolto a ponete. Il suo armamento consisteva in 4 cannoni da 240 mm Krupp Mod. 83. L’opera presenta una lunetta in terra a fronte curvilineo, ordinata in barbetta con quattro piazzole separate da quattro traverse. Vi sono le solite strutture di fosso con scarpa. La costruzione è contigua al forte Verudella e tra le due opere esiste una comunicazione sotterranea.

… e dopo lo sradicamento della vegetazione selvaggia

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