Arena. Un pieno di allegria e fantasia

Quasi 1.200 mascherine, 44 gruppi in costume alla conquista dell'anfiteatro. In grande spolvero i bambini dell'asilo «Rin Tin Tin» e della «Martinuzzi» di Pola con la sezione periferica di Gallesano

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Arena. Un pieno di allegria e fantasia
I pionieri del selvaggio west in Arena

Straordinaria creatività. Di anno in anno, e questo è il 24esimo, il Carnevale dell’infanzia all’Arena di Pola diventa sempre più fantasioso, ricco di idee, colori, indumenti, materiali riciclati, incredibili e impensabili trovate e, purtroppo anche sempre più impaziente: una volta finito di sfilare ciascun gruppo se ne va, lasciando gli ultimi prenotati per la gran sfilata da “soli” in Arena.

Winnie the Pooh, l’orsetto animatore

Stavolta, a rimanere quale superstite, nel bel mezzo del monumento, è stato l’esercito della Scuola elementare italiana, Giuseppina Martinuzzi, che alla faccia del fuggi fuggi compiuto dagli asili (dicono che l’ora di pranzo era ormai troppo vicina), ha difeso con onore i colori dell’istituzione. Nientemeno che 126 cowboy e sceriffi, con maestre in stile Calamity Jane, della scuola centrale uniti ad addirittura 60 agricoltori di Gallesano – Sezione periferica italiana e sezione croata – che invece di limitarsi a far parte della parata, hanno trasformato l’area centrale dell’Arena in una pista di danze folcloristiche per raccontare gli usi e costumi locali, tra l’altro divertiti dalla presenza della Bella e della Bestia, guarda caso usciti dalla tradizione delle campagne dell’Alsazia francese.

Bassotti a merenda sopra le romane pietre

Diremmo poi brava Martinuzzi, anche per la conquista di massa compiuta in sella a cavalli di legno, sul palcoscenico, che si sarebbe potuto scandire con tanto di repertorio da Zecchino d’oro: “Il lungo, il corto e il pacioccone sono… 126 bravi cowboys. Non usano mai le pistole, perché lo sceriffo non vuole…”. Messaggio come non mai recepito, perché le armi non possono altro che venire ripudiate e condannate. Quindi, ancora brava Martinuzzi, perché è stata l’unica scuola di tutto il Polese ad avere accolto l’invito a partecipare al Carnevale della Città, perpetuando una tradizione e una preziosa espressione di cultura popolare, che nelle istituzioni formative della CNI, sempre in connubio con la Comunità degli italiani, non è mai stata interrotta.

Tutti i colori della Sezione Pinguino

Ben 1.200 mascherine suddivise in 44 gruppi travestiti da creazioni tutte particolari, più e meno autentiche, hanno passeggiato per Pola prima di sbarcare in Arena. Protagonisti assoluti tutti gli asili di Pola e anche di Sissano, di Lisignano, di Marzana e di Medolino, che nei loro ambienti di soggiorno hanno prodotto di tutto per poi mettersi in mostra come conigli, polli e pulcini, fiori, farfalle, api, prati di primavera, civette, rane, impavidi sportivi, fate e folletti del bosco, scoiattoli, cani dalmata, pinguini, pesci e altri esseri marini, rane ma anche note musicali, razzi e navicelle spaziali, emoticon, indiani, sommozzatori, scampanatori, artisti pittori, frutta e verdura, nuvole di pioggia e via sfrecciando, guidati dagli animatori di “Zemlja zabave” con tanto di krapfen e bibite assicurate dalla Società Nostra Infanzia e il patrocinio della Città. In barba all’autorità che riveste il Muncipio, il presente vicesindaco Ivona Močenić si è vista togliere di mano le chiavi della Città, anche perché, fino a martedì grasso, la licenza di governare spetta oltre agli adulti anche ai ragazzini in costume.

Il minestrone di favole cucinato dai Delfini

Ma veniamo al dunque anche con l’altra istituzione che ha difeso i colori carnascialeschi delle istituzioni formative italiane del Polese. Immancabile e insuperabile Rin Tin Tin. Stavolta ha fatto volare i bellissimi uccellini variopinti sfuggiti dalla gabbia della Sezione Bassotti. Una vera festa di colori anche quella portata in Arena dalla Sezione Pinguino di Veruda. Altrimenti non poteva essere dal momento che l’opera di sartoria ha generato la trasformazione dei bimbi in tante tavolozze variopinte. Speciali come sempre, poi i Delfini, istituzione dislocata all’elementare italiana che stavolta ha preparato un minestrone. Niente verdure, ma soltanto personaggi attinti dalle fiabe e favole: topolini sfuggiti al pifferaio magico, draghi, principessine, porcellini e, ti pareva, sempre Lui, il lupo cattivo, per insegnare che essere malefici per Carnevale è concesso, catartico e terapeutico.

Allegria campagnola della brigata gallesanese

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