
Promossi per aver “almeno acquistato l’app e creato un primo data base dei viali alberati”, ma non basta ancora. Petar Ćurić e la sua iniziativa civica contro l’abbattimento degli alberi (Protiv sječe) insiste a chiarire alcuni punti inerenti al Catasto del verde urbano recentemente presentato dal sindaco Filip Zoričić e dal direttore dell’azienda alla nettezza urbana Herculanea, Robi Fuart. Intanto, che arriva con due anni di ritardo, perché sono esattamente due anni che l’Iniziativa sollecita la compilazione del catasto, per cui si conferma valido il detto “meglio tardi che mai”, ma non è questo il punto. Secondo Ćurić, nella sua forma attuale la banca dati è semplicemente incompleta e quindi insufficiente per servire allo scopo prefisso. Per servire come strumento di tutela e di pianificazione del verde, oltre ai parametri attualmente disponibili (specie di albero, ubicazione, anno di piantumazione, altezza e diametro) la lista dovrebbe includere anche i seguenti dati: valutazione dello stato di salute generale, stima di sviluppo e condizioni delle fronde, stima dell’estensione e della consistenza dell’apparato radicale, fotografia con descrizione, elenco degli interventi passati e proposta di interventi pianificati per migliorare lo stato di salute e la vitalità dell’albero. Indispensabile anche la data dell’ultima potatura e un termine approssimativo di quella successiva, per evitare la pratica della potatura indiscriminata e scorretta che sottopone gli alberi ad agenti patogeni come funghi, batteri e parassiti e altre problematiche di carattere fitosanitario, accelerandone le condizioni di deperimento.
Così come si presenta allo stato attuale, il Catasto del verde urbano è povero di dati, impreciso e carente sul piano della pianificazione. La prova? È stato compilato con l’utilizzo di droni. “Hanno comprato l’app, e va bene, perché almeno abbiamo a disposizione uno strumento di raccolta e classificazione, ma poi non sono andati a visitare un albero per volta, come è necessario fare per un esame serio, ma hanno fatto affidamento sui droni e questo è il motivo per cui non è stata possibile la mappatura di Monte Zaro. Lo ha confessato lo stesso Fuart: a Monte Zaro il drone non è riuscito a distinguere gli alberi dai cespugli”. Che dire? Un catasto affidato alla tecnologia è un catasto monco. Per valutare come se la cavano i viali alberati e i giardini pubblici di Pola ci vogliono il giudizio dell’uomo e la preparazione acquisita con la lentezza dello studio e della specializzazione. L’app senza la ricerca sistematica non ha senso. In mancanza di un tale approccio si continuerà ad abbattere, come è previsto di fare nuovamente in via della Stazione ferroviaria con altri dieci bagolari, ha aggiunto Ćurić. Slavica Rudan ha commentato invece la spiegazione del sindaco secondo cui gli alberi lungo la strada di Fasana sono stati rasi al suolo perché “causa di infiniti incidenti stradali e decessi prematuri”. Rudan ha parlato per esperienza vissuta: il nipote 15enne ci ha rimesso la vita perché l’autista viaggiava a 140 all’ora (tra l’altro senza mai rispondere dell’accaduto). Da qui all’incolpare l’albero ce ne vuole, e poi, non è assurdo abbattere un filare di alberi prima di installare un circuito di telecamere per multare i sorpassi azzardati e gli eccessi di velocità?

Foto: DARIA DEGHENGHI
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