Anche in pescheria regna il caro prezzi

Mentre il pesce azzurro rimane ancorato sulle 20-30 kune il chilo, quello bianco arriva anche a 150

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Anche in pescheria regna il caro prezzi

Pesce fresco e… salato. Lo stesso discorso che accompagna ogni rincaro della carne, della frutta e della verdura, vale fino a un certo punto anche per il pesce. Il caro prezzi di quest’estate non risparmia nessuna branca dell’agroalimentare e del commercio. Gli allevamenti ittici e la pesca avranno pure le loro leggi intrinseche che dipendono dalla stagione, dal clima e da tanti altri fattori, ma il rapporto tra domanda e offerta è la legge suprema. Attualmente l’offerta di pesce azzurro è di un’abbondanza tale che i prezzi restano comunque ancorati alla soglia delle 20 kune per le sardele e delle 30 kune per i sardoni. Pesci di umile stirpe fin che si vuole, ma sempre richiesti e sempre apprezzati sulla tavola delle località adriatiche. Si uniscono alla “famiglia” anche i lanzardi e gli scombri, offerti a 30 e a 50 kune, e il poker di pesce azzurro è bello e completo. Nessun amante del pesce fresco dovrebbe storcere il naso, a patto che sia preparato a dovere e che il pasto sia stato accompagnato da una terrina capiente di insalata di stagione, una fetta di pane e un bicchiere di vino. Entrano nel novero della merce conveniente anche le cozze di allevamento, vendute a 25 kune il chilo. Poi per il resto bisogna pensarci due volte.

I sardoni rimangono accessibili

La mania dei vacanzieri di comprare solo pesce bianco, anche se di allevamento, l’impennata della domanda in luglio e in agosto e l’effetto del boom turistico che si protrae anche in settembre, ha fatto di colpo gonfiare la pezzatura del pesce e con quella anche i prezzi. Il risultato è che non si trova più lo straccio di un branzino o di un’orata a meno di 80 kune il chilogrammo, neanche a cercarle con una lente d’ingrandimento. Niente da fare. Gli allevamenti hanno indovinato i gusti dei turisti stranieri e vendono solo “pezzi da copertina”. Sembra come se i banconi giocassero a “chi fa più”. Ci sono anche dei branzini da un chilo o due, e questi ultimi sono decisamente… salati: 150 kune a chilogrammo il prezzo al dettaglio. Con i ristoratori, magari, si discute e si tratta. Ma una cosa è certa: il ritorno dei turisti in grande scala ha fatto gonfiare anche i prezzi del pesce in piazza del Popolo. Gamberi e gamberetti vanno alla grande e si pagano 110 e 140 kune, i calamari nostrani costano 120, le seppie 80. I barai si trovano a 60, il tonno a 140, il salmone a 130 e a 170, le capesante a 140, come le vongole del resto, che c’ispirano immediatamente un bel piatto di pastasciutta. Insomma, in pescheria non si entra a mani vuote. Non ancora. A ben guardare si può rimediare del merluzzo a 40 kune il chilogrammo, ma ce n’è ben poco.

Pesce fresco e “salato”

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