Alla scoperta del nuovo reparto trasfusionale

Visita alla struttura ricostruita e ampliata, guidata dalla dott.ssa Jasmina Simović Medica

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Alla scoperta del nuovo reparto trasfusionale
Lavoro al dispositivo che scopre le malattie infettive (epatiti, AIDS, Covid...). Foto: ARLEN ABRAMIĆ

Il trasferimento del Reparto di medicina trasfusionale dall’Ospedale di Marina nelle nuove strutture (ri)costruite e ampliate nell’area del vecchio civico Ospedale di Pola ha decretato l’inizio della nuova era moderna e digitalizzata per l’intera, particolarmente complessa unità operativa. L’occasione della consegna del dispositivo Plasmatherm Barkey al reparto si è prestata utile, ieri, anche per una breve visita di ricognizione guidata dalla dott.sa responsabile Jasmina Simović Medica attraverso i laboratori sistemati in ambienti decisamente più comodi, grandi e meglio attrezzati rispetto a prima. Produzione, conservazione e distribuzione di emocomponenti, validazione dei medesimi e sicurezza trasfusionale, laboratorio di immunoematologia, di biologia molecolare questo e altro si deve saper fornire all’interno di questi spazi dove è visibile la grande mole di lavoro che sta dietro a una qualsivoglia ricerca medico-diagnostica.
La responsabile indica l’enorme apparecchiatura per l’analisi dei campioni ematici per attestare la presenza di malattie infettive quali epatite B, C, Aids, incluso il Covid. Viene specificato che il reparto versa tutt’ora in una situazione di trasloco e di attività da completare per arrivare a una vera e propria sistemazione definitiva permanente, con ulteriori congegni da procurare. Si entra quindi nel laboratorio per l’esecuzione e l’analisi dei test di coagulazione, nell’ambiente riservato all’immunoematologia dove si studiano le reazioni antigene-anticorpo e fenomeni analoghi, in relazione alla patogenesi e alle manifestazioni cliniche di malattie del sangue correlate a fenomeni immunologici.
“Vi mostro – così la guida esperta – come funziona l’apparecchio specializzato nell’accertamento dei gruppi sanguigni. Qui entriamo nelle stanze dei frigoriferi banca del sangue, dei frigoriferi da laboratorio per la conservazione di campioni e reagenti in compartimenti separati, dei congelatori contenenti il plasma ematico negativo, plasma positivo conservato a meno 30 gradi per al massimo un anno di tempo. L’apparato che vediamo perennemente mobile serve per mantenere in vita i trombociti che, una volta fuori dall’organismo possono sopravvivere al massimo 5 giorni; c’è poi l’armadio mobile per liquidi infusionali e accessori sanitari. Siamo al cospetto di tante attività di un servizio complesso che accoglie al proprio interno procedimenti e operazioni differenti unite dal comune denominatore del sangue e degli emocomponenti”. Qui i campi d’azione sono i più disparati e si ha a che fare con gruppi sanguigni, fattore rhesus, anticorpi, antigeni, plasma, globuli rossi, piastrine, trasfusioni, infusioni. Soltanto lo sportello è escluso da tutto questo processo di raccolta (donazione), analisi, preparazione, conservazione e invio per la trasfusione del sangue e dei suoi componenti (emocomponenti ed emoderivati), che rendono la medicina trasfusionale una pietra miliare della medicina d’urgenza e della chirurgia.

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